Mai più con il facocero a comprare i regali di Natale (Mamma Ciociara)

Foto: © Can Stock Photo / VadimGuzhva

Un marito non è assolutamente la persona giusta con la quale andare al Centro Commerciale per comprare i regali di Natale. Men che meno papà Facocero.

Il diario di Mamma Ciociara

Diario settimanale, molto poco ordinario, di una mamma ciociara in una famiglia ciociara molto poco ordinaria

Il Natale è alle porte è a Casa Ciociara le letterine iniziano ad essere compilate perché la Mamma ha avvisato la prole che quest’anno il babbo barbuto potrebbe andare in cassa integrazione già dopo l’Immacolata. Quindi bisogna decidere cosa vogliono e poi non si potrà più cambiare idea.

 

Sono state compilate le liste. Così in un giorno della settimana qualsiasi, sfidando tuoni lampi e pioggia battente, la Mamma Ciociara costringe il Papà Facocero a mettersi in macchina in direzione del centro commerciale.

Ma la mamma fornisce anche le regole del gioco: «Entriamo. Prendiamo quello che hanno detto e usciamo. Non ci fermiamo neanche per un caffè perché dal caffè si passa al cornetto dal cornetto si passa alla spesa dalla spesa si passa al negozio di elettrodomestici e da lì diretti verso tutti gli altri negozi di abbigliamento. Quest’anno il budget è più basso di quello che mediamente i ventenni spendono per un aperitivo in centro per cui manteniamo lo sguardo fisso sull’obiettivo».

 

Il Papà Facocero a dire il vero è poco interessato a tutto questo. Ha accompagnato la Mamma solo per evitare di sentirla borbottare fino al giorno della vigilia del 2045.

La Mamma apre lo sportello della macchina si gira e gli chiede: «Allora hai capito?». Il Papà Facocero con una faccia paragonabile a quella di un muro di gomma le risponde con un roboante rutto, la mamma volge lo sguardo e a meno di un metro dal suo sportello c’è un’amica delle superiori che la saluta sorniona.

Lei ricambia il saluto sì rigira e chiude lo sportello: «Ma è mai possibile che devi farmi fare sempre figure di merda?!» Ma a Papà Facocero poco importa e scoppia in una fragorosa risata. La Mamma Ciociara ci rinuncia, d’altronde lo ama anche per questo.

 

Entra nel centro commerciale va dritta nel negozio di giocattoli e inizia a confrontarsi su cosa sia più adatto per la prole rispetto al papiro scritto all’indirizzo di Babbo Natale.

Ma, come volevasi dimostrare, il Papà si è bloccato al primo ostacolo: il bar. Si è seduto a prendere un caffè e fissa in maniera compulsiva la vetrina dei cornetti. Mamma capisce che anche a questo giro dovrà fare tutto da sola.

Inaspettatamente dopo 20 minuti agli scaffali appare Facocero e inizia a fissare la parete delle costruzioni, in realtà le vorrebbe tutte per lui. Dopo circa un’ora di trattative i regali sono stati acquistati. «Quest’anno ce l’abbiamo fatta, così staremo tranquilli e soprattutto eviteremo di spendere il triplo di quanto costano realmente i giocattoli».

 

La Mamma Ciociara non aveva calcolato i desideri di papà facocero «Visto che ci troviamo qua potremmo vedere un cappotto, io non ho più niente da mettere».

La mamma si gira e lo fissa interrogativa «Ma se l’armadio quattro stagioni è praticamente diventato un anno di te e io ormai utilizzo la cassettiera per il corridoio, quella in cui ci sono gli asciugamani e le lenzuola!».

« Sì ma vorrei un cappotto diverso quest’anno» insiste Facocero…

 

La giornata prenderà una piega non buona. Il Papà Ciociaro entra in un negozio da uomo e prova tutti i pantaloni. E la mamma: «Scusa non eri in cerca di un cappotto?».

E lui dal camerino «Sì, ma sotto il cappotto qualcosa dovrò pure metterlo!».

Insomma morale della favola dopo quattro ore i due rientrano in auto carichi di abbigliamento da uomo, giocattoli e un pigiama di pile da donna comprato dal papà in uno di quei negozi di biancheria per la casa in super offerta a 5,99 euro.

La mamma tace é livida, il papà si gira le porge la bustina ed esclama: «Poi dici che non ti penso!?». Manca un mese al Natale.