È sabato sera… e voglio tornare a casa (di Mamma Ciociara)

© Can Stock Photo, JackF

Il fine settimana di Mamma Ciociara con Papà Facocero. Nel ristorante affollato dove se sbagliano comanda "Se vuole glielo faccio rifare, ma deve spettare". E dove i bimbi cresciuti da genitori che li lasciano davanti a Criminal Minds cercano di seminare gli incubi nella tua cucciola. Voglio tornare a casa...

Il diario di Mamma Ciociara

Diario settimanale, molto poco ordinario, di una mamma ciociara in una famiglia ciociara molto poco ordinaria

Una settimana infernale si é appena conclusa per Mamma Ciociara. Dopo essersi rifiutata di partecipare all’abominevole regalo per le maestre e aver assistito all’incessante e martellante trillare dei messaggi della mamma rappresentante folle, che ha chiuso la chat specificando che allegherà al dono un elenco con i nomi dei bimbi che hanno partecipato (ovvero tutti tranne la prole di Mamma Ciociara, leggi qui: Il maledetto gioiello per la maestra)  pensava di aver chiuso l’incubo.

Ma al peggio non c’è mai fine. Al termine di una lunghissima giornata di lavoro con riunione inutile il Papà Facocero propone una uscitina a mezza prole, l’altra mezza è annidata a casa dei nonni. Così la Mamma Ciociara, seppur restia, ha atteso in strada l’arrivo del consorte.

Papà Facocero è arrivato in splendida forma, pulito e profumato, contro una Mamma Ciociara in condizioni penose. Salita in auto la mamma ha potuto apprezzare la piccola di casa pulita e pettinata. “Ti porto in un posticino super” si atteggia Facocero.

Arrivano nel parcheggio di un ristorantino immerso nel verde. Quando scendono dall’auto la mamma sgrana gli occhi. La bimba indossa il pigiama, calzini rosa e scarpe da ginnastica. “Ma come l’hai vestita? Ha il pigiama!“. Facocero si gira e dice “Quale pigiama? I vestiti li ha scelti lei! Solo tu sai che è un pigiama!“. “Certo io e tutte le centoventimila mamme che prendono i pigiami all’Upim“.

Fa niente. Inutile discutere. Davanti a un giardino pieno di tavoli (per la gran parte vuoti) il cameriere chiede “Avete prenotato?“. Papà Facocero risponde negativamente. Il ragazzo comincia a scrutare l’orizzonte, si confronta addirittura con altre due colleghi i quali tornano a chiedere se ci sia una prenotazione. La Mamma Ciociara è già spazientita, vede girare i ragazzi tra i tavoli, anche in difficoltà, davanti a una marea di tavoli vuoti. Alla fine si trova una soluzione: un tavolo a caso andrà bene… sono tutti vuoti!.

Così Mamma Ciociara e Mamma Ciociara si siedono, mentre la piccola viene attirata da un gruppo di bimbi che giocano liberamente. Dopo mezz’ora la bimba torna al tavolo in piena crisi emotiva, blaterando qualcosa a proposito di uomo nero, con lei al seguito un bimbo che parla di oscurità. Dopo tanto impegno a crescere i figli senza paure doveva arrivare questo nano a incutere terrori astratti di uomini neri e oscurità che rapiscono i piccoli!

La Mamma Ciociara cerca di allontanarlo ma lui è li, attaccato al tavolo in maniera imbarazzante. È lui l’entità malefica. C’e una festa sulla terrazza del locale e il nano trascina la pargola su per le scale lasciandola così, lei che non riesce a scendere da sola. Nel frattempo la Mamma Ciociara ordina un primo specificando senza panna, considerate le temperature. Al pianto della figliaMamma Ciociara si alza , lasciando Papà Facocero con la faccia fissa su un video di sport estremi.  Torna al tavolo con la piccola attacata al collo e si ritrova davanti un piatto pieno di qualche tipo di pasta artigianale galleggiante su panna allungata.

Chiama la cameriera che le mostra il libretto “io la comanda l’ho presa bene!“. “Lo so, ma non era quello che avevo ordinato“. Lei scocciata “Se proprio le da fastidio glielo faccio rifare ma dovrà aspettare!“. “No grazie, non fa niente“.

La Mamma Ciociara cerca di scolare la pasta da quel liquido lattiginoso. Il nano malefico torna accompagnato da un altro esserino demoniaco, entrambi fissano la figlia sibilando qualcosa a proposito dei cinghiali che mangiano i bambini. La Mamma Ciociara è interdetta, sembra di essere finiti sul set di un film dell’orrore di serie D, di quelli che mandano in tv d’estate. Ma che razza di genitori allevano questi piccoli sadici da Criminal Minds? 

Arriva il conto, un conto che sarebbe potuto andar bene se ci fossero stati 4 commensali a tavola. Manda Facocero a pagare. Si alza e si incammina all’auto. Non ha mai desiderato così tanto rientrare a casa il sabato sera per avviare la lavatrice. Papà Facocero sale in macchina “Però a te non va mai bene niente“.