Andrea Nini, il prof di Frosinone che a Manchester dà la caccia a Jack lo Squartatore

È di Frosinone. Ed a Manchester è un'autorità. Il professor Andrea Nini è titolare della cattedra di Linguistica nell'università inglese ormai da tre anni. È tra i pochi esperti di linguistica forense: smaschera i criminali attraverso il loro modo di scrivere. Ha indagato nella Storia. E smascherato Abramo Lincoln. Ora lavora su Jack lo Squartatore.

È il più giovane professore universitario italiano in Inghilterra. Insegna a Manchester: è titolare della cattedra di Linguistica. L’incarico glielo hanno affidato quando aveva solo 29 anni. Ora ne ha trentuno e lo hanno chiamato ad insegnare anche in Danimarca: all’università di Copenaghen. Il professor Andrea Nini è di Frosinone. Ha studiato al liceo scientifico Francesco Severi. Lì si è diplomato ed ha proseguito gli studi.

 

È uno dei pochi esperti di linguistica forense europei. E da tempo collabora con le polizie di mezzo mondo. Di cosa si occupa? Analizza il testo e cerca di capire chi possa averlo scritto. È lui, con il suo metodo e la sua abilità ad avere scoperto uno dei falsi più clamorosi della storia recente: la lettera di Abraham Lincoln a Lidia Bixby. È la lettera che è alla base del film di Stephen Spielberg “Salvate il soldato Ryan“: firmata dal 16mo presidente degli Stati Uniti, venne spedita il  21 novembre 1864 a Lydia Bixby, madre di cinque figli,  tutti caduti durante la guerra di secessione americana.

 

Gentile Signora,

Mi è stato mostrato negli archivi del Dipartimento di Guerra un rapporto dell’Aiutante Maggiore del Massachusetts secondo cui siete la madre di cinque figli che sono morti gloriosamente sul campo di battaglia. So quanto debole e inutile possa essere qualunque mia parola che tenti di distrarvi dall’afflizione di una perdita così opprimente, ma non posso trattenermi dall’offrire a voi la consolazione che si può trovare dalla gratitudine della Repubblica per la cui salvezza essi sono morti. Prego che il nostro Padre Celeste possa mitigare l’angoscia del vostro cordoglio, e vi lasci solo il ricordo meraviglioso degli amati defunti, e la solenne fierezza che vi deriva dall’avere deposto un così costoso sacrificio sull’altare della libertà.

Con grande deferenza e rispetto

A. Lincoln

 

Parole senza retorica: arrivano dritte al cuore. Vengono considerate un elemento nella storia della comunicazione e del cinema. Le usò George Bush durante la cerimonia del decimo anniversario degli attentati dell’11 settembre. Ma, soprattutto, a loro si ispirò Spielberg per il suo film Saving Private Ryan del 1998 che con quella pellicola si aggiudicò il suo secondo Oscar.

Ma non fu Lincoln a scrivere quelle parole. Si limitò a firmare la lettera alla vedova Bixby.

A scoprirlo, un secolo e mezzo dopo, è stato un gruppo di esperti del Centro di Linguistica Forense dell’Aston University’s di cui fa parte anche il professor Andrea Nini dell’Università di Manchester.

Proprio il linguista frusinate ha stabilito che a scrivere la leggendaria lettera fu uno degli assistenti di Lincoln: il segretario John Hay.

Il professore di Frosinone emigrato a Manchester è giunto a questa conclusione grazie all’analisi delle sequenze linguistiche. Insomma, ha esaminato il ‘modo di scrivere’ del presidente e quello del suo segretario. Ha inserito al computer le sequenze di numerose frasi scritte cin certezza dall’uno e dall’altro.

Poi ha proceduto con una nuova, rivoluzionaria tecnica. Permette di individuare ed estrarre il “dna” di un testo. Anche se breve, come in questo caso. E arrivare ad accertarne l’autore.

Il prossimo caso? Il professor Nini è già a lavoro: sta indagando sulle lettere di Jack lo Squartatore.

 

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