Mancini, gli stranieri, l’esempio di Frosinone e Sudtirol

Arriva dalla Serie B la risposta allo sfogo del ct sulla crisi del calcio tricolore causata dalla presenza di troppi giocatori provenienti dall’estero. La capolista e gli altoatesini volano schierando per la maggiorparte calciatori italiani

Alessandro Salines

Lo sport come passione

“Troppi stranieri in Italia, i numeri della Serie A sono impietosi. I calciatori provenienti dall’estero hanno monopolizzato le prime 4 giocando in media oltre il 70 per cento dei minuti. E tra i cannonieri i primi italiani sono Immobile e Zaccagni con 9 gol”. Il ct Roberto Mancini alla vigilia di Italia-Inghilterra ha lanciato l’ennesimo grido d’allarme sulla crisi del calcio italiano che si riverbera sulla nazionale. Una risposta però arriva dalla Serie B dove 3 delle prime 4 (Frosinone, Sudtirol e Bari) sono tra le squadre più autarchiche del campionato e stanno ottenendo grandi risultati schierando per la maggiorparte giocatori italiani.

Insomma la Serie B controcorrente rispetto al massimo torneo. Si conferma “campionato degli italiani” come recita il famoso spot. La questione però è un’altra: tra i cadetti ci sono diversi giovani italiani di prospettiva ma poi una volta arrivati in A faticano a trovare posto. Tanto che Mancini in qualche occasione ha convocato elementi provenienti direttamente dalla Serie B.

Frosinone, l’autarchia al comando

Anthony Oyono (Foto © Mario Salati per Alessioporcu.it)

La squadra di Grosso guida la classifica da mesi, avendo utilizzato in prevalenza italiani (71,3%). Gli stranieri invece sono stati il 28,7%. E la percentuale sarebbe stata inferiore se non fossero conteggiati quei giocatori col doppio passaporto (Boloca e Kalaj), nati per giunta in Italia. Tra l’altro Boloca è stato già convocato da Mancini per uno stage.

Il Frosinone annovera in rosa 10 elementi stranieri: Szyminski (Polonia), Oyono (Gabon-Francia), Kalaj (Albania-Italia), Boloca (Romania-Italia), Kone (Costa d’Avorio), Lulic (Croazia), Rohden (Svezia), Baez (Uruguay), Bidaoui (Marocco-Belgio) e Bocic (Serbia). Va anche aggiunto che Kone e Bocic sono cresciuti in Italia e non solo calcisticamente.

Una strategia precisa

Guido Angelozzi, direttore area tecnica del Frosinone

Per il Frosinone non è stata casuale la decisione di orientarsi sugli italiani. Un cambio di rotta rispetto alla stagione scorsa quando invece sono arrivati diversi stranieri. Molto probabilmente la società si è resa conto delle difficoltà di ambientamento, a partire dalla lingua. Quindi durante il mercato estivo spazio agli italiani, soprattutto giovani con la speranza di valorizzarli come è successo con Zerbin e Gatti. Una strategia che alla resa dei conti si è rivelata vincente.

Prendete il caso del portiere Turati, dei difensori Ravanelli e Frabotta, dei centrocampisti Oliveri e Gelli, degli attaccanti Moro, Caso, Mulattieri, Borrelli e Bocic. C’è da dire che a gennaio la pattuglia degli stranieri è aumentata con gli arrivi di Baez e Bidaoui.

Una rivelazione (quasi) tutta italiana

Pierpaolo Bisoli, tecnico del Sudtirol

Ancora più esemplare il caso della matricola terribile Sudtirol, terza in classifica e sorpresa del campionato. La squadra di Bisoli ha impiegato il 97,4% di giocatori italiani ed il 2,6% di stranieri. Una politica autarchica che si sta rivelando indovinata. D’altronde in rosa ha soli 4 stranieri (Vinetot, Eklu, Cissè e Larrivey).

Anche il Bari, quarto a quota 50, ha ottenuto ottimi risultati con soli 7 stranieri in rosa (Zuzek, Dorval, Benali, Botta, Cheddira, Ceter e Scheidler). Il tecnico Mignani ha impiegato l’80,1% dei giocatori italiani contro il 19.9% di elementi provenienti dall’estero.

Il quadro generale

Fabio Pecchia, allenatore del Parma

In Serie B sono stati utilizzati 228 stranieri con una percentuale pari al 35,2%. Gli italiani impiegati invece sono stati 392 (64,8%). Il Sudtirol come detto è stata la squadra più autarchica, seguita da Spal (90,6% gli italiani) e Modena (89,9%).

Il Parma invece è stata quella con il maggior numero di stranieri impiegati (22 pari al 74,5%). Solo 8 gli italiani (25,5%) schierati dal tecnico Pecchia. A ruota il Venezia (65,4% gli stranieri; 34,6% gli italiani) ed il Genoa, seconda forza del campionato che ha utilizzato 20 stranieri (65,0%). Tredici gli italiani (35,0%).