Maria, l’eretica che spaventa il Pd locale

La senatrice Maria Spilabotte è tra gli esponenti del Pd che si sono scagliati contro l’avvocato Virginia Raggi (candidata a sindaco di Roma del Movimento Cinque Stelle) dopo che quest’ultima aveva attaccato frontalmente Acea. Nel suo intervento la Spilabotte ha definito Roma “la nostra città”. Un lapsus freudiano che tradisce anche future strategie elettorali e parlamentari: la Spilabotte proverà ad ottenere una candidatura alla Camera a Roma. Non soltanto grazie ai suoi rapporti con il Giglio Magico di Matteo Renzi, Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Ma anche in un collegio di Roma.

D’altronde in provincia di Frosinone i big del Pd non ne possono più delle sue prese di posizione. Che però non sono delle gaffe, ma vengono studiate a tavolino e fanno parte di una strategia. Quando la senatrice si è scagliata contro l’Amministrazione di Nicola Ottaviani per il fatto di aver investito 4 milioni di euro sullo stadio (struttura che verrà utilizzata da una società privata), l’ha fatto perché il segretario e il presidente cittadino del Pd (Norberto Venturi e Francesco Brighindi) la pensano allo stesso modo. E pure i consiglieri comunali come Stefania Martini. La Spilabotte sapeva benissimo che le sue parole sarebbero state lette anche come una presa di distanza del presidente regionale di Unindustria e del Frosinone calcio Maurizio Stirpe. Lo ha fatto a posta. Scatenando le ire di Francesco De Angelis e Mauro Buschini e infatti il presidente del Consorzio Asi si è affrettato a dire che sullo stadio andava bene così.

Non solo: stessa posizione ha assunto Sara Battisti, per far capire a Maria Spilabotte che sarà lei a fare il “ticket” con De Angelis alla Camera.

Autorevolissime indiscrezioni riferiscono che la Spilabotte abbia risposto come era solito fare Mussolini: “Me ne frego”. “Non so se ben mi spiego”.

A Roma la Spilabotte si è mossa in piena sintonia con l’input di Matteo Renzi in persona. Le sue parole potevano essere lette come un sostegno ad Acea? “Me ne frego”. Anche del fatto che a livello provinciale Simone Costanzo e Antonio Pompeo hanno intrapreso un durissimo braccio di ferro con Acea.

Ma è sulla sanità che Maria Spilabotte aveva già assunto una posizione di forte contrasto con la leadership locale del partito. Quando l’iniziativa di Mauro Buschini determinò l’allontanamento di Isabella Mastrobuono. Allora (come ora del resto) la manovra era quella di portare Narciso Mostarda al vertice della Asl di Frosinone. La Spilabotte sbarrò la strada all’asse Scalia-De Angelis-Buschini esponendosi in prima persona per Renato Sponzilli.

E’ pronta a farlo ancora. Tanto lei si candiderà a Roma.