Pd alla resa dei conti e la guerra di Maria Paola

Il commissariamento del circolo Pd di Sora entro dicembre. L'avvio di un effetto domino che investirà non solo il Partito. Ma anche le alleanze in vista delle prossime Comunali. Il fattore Maria Paola D'Orazio. E la decisione di Eugenia Tersigni

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

L’annuncio ai suoi lo ha fatto direttamente il Segretario Regionale Bruno Astorre. Prima della fine dell’anno ci sarà un commissario per il circolo Pd di Sora. Dovrà ricostruire il Partito cittadino dopo le dimissioni rassegnate nei mesi scorsi dal Segretario Enzo Petricca e poi, agli inizi di novembre, da buona parte della Direzione. (leggi qui Troppi cani sciolti. Si dimette il segretario del Pd). A rimanere in carica sono stati Maria Paola D’Orazio (in quanto consigliere comunale fa parte di diritto della Direzione). E con lei anche Rosalia Bono che in qualità di vicesegretaria era la reggente pro tempore del Circolo, il presidente Renato Morganti, Antonio Lombardi, Massimiliano Iula e pochissimi altri. Sette in tutto.

Troppo diverse le opinioni sulle strade da imboccare in vista delle prossime elezioni comunali. Scendere in campo con una lista di Partito o all’interno di una coalizione? Ed in questa seconda ipotesi: guidandola o aggregandosi? E quale linea adottare nei confronti dell’amministrazione uscente guidata dalla Piattaforma Civica del sindaco Roberto De Donatis?

Il colpo di coda del dimissionario

IL SEGRETARIO PD DI SORA ENZO PETRICCA

Il Segretario Enzo Petricca aveva preso atto delle divisioni. Troppo nette per riuscire a raggiungere una sintesi.

Lo scopo delle dimissioni era quello di favorire un dibattito interno su basi completamente diverse, azzerando la contrapposizione tra le componenti. La prospettiva era quella di arrivare ad un commissariamento subito dopo le scorse Comunali e le Regionali d’autunno. Visto che non è accaduto, il 2 novembre senza troppo clamore, sono arrivate le dimissioni di ciò che restava di Enzo Petricca nella Direzione. La stessa cosa ha fatto Maria Paola D’Orazio, rimanendo però lei dentro.

In totale erano 22 i componenti del gruppo dirigente sorano del Pd, di cui già 6 in precedenza non avevano rinnovato tessera (3 dei quali sono passati a Italia Viva).

Una mossa che va certamente letta come il colpo di coda del segretario Petricca. Obiettivo: spazzare via gli avversari interni.

Il direttivo on line del 5 novembre

Nella lettera di dimissioni inviata il 3 novembre alla Direzione Provinciale si legge fra l’altro «Confidiamo che le dimissioni possano rappresentare il giusto stimolo a tutti i competenti organi per poter dare una nuova gestione al Partito di Sora. Questo al fine di superare tutte quelle difficoltà che fino ad oggi non siamo riusciti a risolvere».

In buona sostanza Petricca e gli altri hanno auspicato l’arrivo di un commissario. Cosa mai avvenuta. Un’interpretazione vuole che ad impedirlo siano stati i superstiti puntando a gestire loro il Partito fino al voto. Un’altra versione fa notare che nel mentre c’è stato un Congresso Provinciale unitario, l’elezione di Luca Fantini a Segretario Provinciale, la frantumazione del quadro politico cittadino dovuta all’implosione del centrodestra sia in maggioranza che all’opposizione. In poche settimane Sora è diventata un caleidoscopio nel quale l’immagine cambia ad ogni mossa. Arrivando addirittura ad un sindaco di natura civica e matrice socialista che all’improvviso si propone federatore del centrodestra.

Il presidente Stefania Martini

Il tutto approda ad una delle prime direzioni provinciali riunite dal Segretario Luca Fantini subito dopo la sua elezione. Vi partecipano il neo Segretario e la presidente Stefania Martini. È stato proprio in questa circostanza che i “superstiti“, in particolare qualcuno di loro, hanno lasciato leggere fra le righe la volontà di andare avanti.

È stata la Presidente provinciale a ricordare che il Partito Democratico è governato da regole scritte in uno Statuto. Valido in tutta l’Italia e quindi anche a Sora. Le regole stabiliscono che il segretario viene eletto dall’Assemblea. Dunque il suo venir meno determina anche il venir meno della Direzione.

La variabile Maria Paola

La crisi di Sora mette in luce quanto sia zingarettiano Luca Fantini. Nessuna decisione di pancia. Ascolta le varie posizioni, lascia sedimentare, torna all’assalto partendo dalla nuova sintesi. In questo modo governa le spinte che arrivano dalle due componenti Dem principali: Pensare Democratico di Francesco De Angelis e Base Riformista di Antonio Pompeo. Fantini Avvia un percorso che punta a creare anche a Sora una base unitaria.

A fare da contorno ci sono i rapporti tra i fratelli Valter ed Ernesto Tersigni, con Agostino Di Pucchio e lo stesso presidente della Provincia Antonio Pompeo. Il quale ha una storica linea di dialogo con Maria Paola D’Orazio. Crea una seconda linea di dialogo con i Tersigni e Di Pucchio. Capace di sviluppare una potenza elettorale ben maggiore: sia in chiave Comunale che in prospettiva delle prossime elezioni Regionali dove Pompeo potrebbe misurarsi.

Antonio Pompeo e Maria Paola D’Orazio. Foto © A.S. Photo / Andrea Sellari

La sola esistenza di una seconda linea di dialogo suscita una certa irritazione nella capogruppo consiliare del Pd al Comune di Sora. Maria Paola D’Orazio la manifesta direttamente al Presidente. Le due linee di dialogo sono inconciliabili: colpa di antiche ruggini personali che risalgono a quando Ernesto Tersigni era sindaco di Sora alla guida di un Centrodestra e Maria Paola D’Orazio era nella sua amministrazione.

L’irritazione arriva al punto di aprire una riflessione politica. Ed il consigliere D’Orazio pare abbia iniziato a riflettere sulla possibilità di lasciare i diversamente renziani di Base Riformista. A frenarla sarebbe stato il forte legame politico con il Segretario Regionale Bruno Astorre, alfiere di Area Dem la componente di Dario Franceschini.   

L’annuncio di Astorre

Bruno Astorre – Foto © Imagoeconomica

Indiscrezioni delle ultime ore dicono che l’onorevole Bruno Astorre abbia inserito la questione Sora tra i temi della prossima Direzione regionale in programma per il 21 dicembre. In quell’occasione verrà deciso il Commissariamento: prassi vuole che il ruolo di Commissario vada al Segretario Provinciale, il quale nomina uno o più sub commissari.

Dai nomi dei sub commissari si comprenderà anche quale è la linea del Partito. E quale rotta percorrerà alle prossime elezioni. Che Luca Fantini non può fallire: sono le prime che affronta tenendo tra le mani il timone del Partito.

L’intervento di Bruno Astorre non va letto come uno scavalcamento di Luca Fantini. Al contrario: un rafforzamento del suo ruolo. Perché?

Il problema di fondo è l’impossibilità di raggiungere una sintesi. Su un fronte c’è Antonio Pompeo con il suo dialogo avviato con i Tersigni. Su un altro fronte c’è Maria Paola D’Orazio e la sua aspirazione ad essere la candidata come sindaco.

Eugenia nel mirino di Maria Paola

Eugenia Tersigni

La strategia di Maria Paola D’Orazio è sottile e raffinata. Punta a togliere l’alfiere dal campo avversario per diventare l’unico punto possibile di aggregazione tra la sua area e quella di Pompeo – Tersigni.

Il suo bersaglio politico da centrare in pieno è Eugenia Tersigni. Cioè l’ingegnere già dipendente del Comune di Sora sul quale i fratelli Tersigni sarebbero pronti a concentrare la loro potenza elettorale. L’ingegner Tersigni non ha ancora sciolto la riserva. (leggi qui Una donna candidata sindaco per mandare a casa De Donatis. C’è un piano e qui Eugenia pensa se fare il sindaco: ma senza primarie).

Proprio sulla candidatura di Eugenia, Maria Paola D’Orazio ha pubblicamente espresso dubbi di incompatibilità. Ne ha chiesto conferma all’Anci nazionale. Vale a dire all’Associazione dei Comuni d’Italia di cui lei stessa è consigliere nazionale e vicepresidente di commissione. Ritiene che l’incarico svolto come funzionario da Eugenia Tersigni la renda incompatibile con la candidatura alla luce delle più recenti normative.

Qualora Eugenia Tersigni non dovesse accettare la candidatura a sindaco, i consiglieri comunali uscenti Ernesto e Valter Tersigni potrebbero comunque giocare la partita con due liste civiche. Un dato politico è certo: non scenderebbero in campo a sostegno di un candidato sindaco che si chiami Maria Paola D’Orazio. A questo punto, stante il principio secondo cui fra i due litiganti il terzo gode, il candidato sindaco potrebbe essere anche un altro.

Terza e quarta via   

Stefano Lucarelli con Roberto De Donatis

Cioè l’ex assessore allo Sport della prima Giunta De Donatis, Stefano Lucarelli, eletto nel 2016. Lucarelli infatti era uno di quelli che aveva dato la propria disponibilità alle primarie di coalizione.

Non è esclusa un’altra opzione. Ossia che i fratelli Tersigni stiano già guardando altrove. Un altrove agevolato dalla netta presa di posizione del consigliere comunale della Lega Lino Caschera. Da lui e da quello regionale Pasquale Ciacciarelli. Loro hanno fatto il nome del sindaco uscente Roberto De Donatis come unica alternativa ad oggi, con una fuga in avanti rispetto al tavolo del centrodestra già riunitosi una volta.

Anche rispetto a quanto sostenuto dal coordinatore provinciale Nicola Ottaviani e dal coordinatore cittadino in pectore Filippo Porretta. Entrambi parlano sostanzialmente di collegialità nelle decisioni. Per non dire espressamente che il sindaco uscente non va bene. Una fuga in avanti, quella di Caschera, che potrebbe portare il partito di Salvini a Sora a isolarsi favorendo, appunto, altri scenari.

Di sicuro chi ambisce ad arrivare al ballottaggio qualche accordo con qualcuno dovrà pur farlo. E di conseguenza qualche passo indietro. Perché l’attuale frammentazione non agevola.