Mariani chiude le porte a Fiorletta e Vittori

Porte chiuse alla componente Dem di Ferentino che non è in sintonia con il sindaco, anche se sta in maggioranza. Mariani annuncia che non ci saranno accordi elettorali con loro.

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Porte chiuse. Ora e pure dopo. Nessuno spazio di collaborazione con quella parte del centrosinistra che nei mesi scorsi ha messo in discussione l’egemonia del sindaco Antonio Pompeo. Ad alzare i ponti levatoi e sbarrare gli accessi al dialogo è Amedeo Mariani, assessore all’Urbanistica dal 2008 al 2013, consigliere detentore del record di 750 preferenze mai eguagliato nella storia delle elezioni Comunali di Ferentino.

Alle Comunali del 2023 sarà di nuovo in campo. Lo farà con l’associazione Fare Futuro: guiderà una lista civica che sosterrà Antonio Pompeo se verrà approvata la legge che amplia ai Comuni con più di 5mila abitanti la possibilità di svolgere tre mandati consecutivi. In caso contrario, appoggerà il candidato definito dall’alleanza. Ma su un punto è chiaro: «nessun accordo con gli amministratori in carica o ex amministratori, personaggi e adepti, di quei raggruppamenti che fanno riferimento all’ex sindaco Piergianni Fiorletta e all’ex vice sindaco Luigi Vittori».

Porte chiuse

Fiorletta e Vittori

Il fossato è sia politico che amministrativo. Politicamente, Fiorletta e Vittori sono in sintonia con la componente Pd maggioritaria, Pensare Democratico. Ma il loro sindaco Antonio Pompeo è il leader provinciale di Base Riformista. Una distinzione di sensibilità politica che fino ad oggi non ha impedito alle due anime di convivere, dentro la stessa maggioranza; spesso votando nella stessa direzione.

La rottura si è consumata circa un anno fa. Quando Antonio Pompeo ha accusato Fiorletta e Vittori di avere organizzato incontri con Consiglieri ed Assessori per allargare il loro Gruppo, metterlo in una condizione di difficoltà politica, se non addirittura di minoranza. Lo scontro è culminato con il ritiro della delega di vice a Luigi Vittori; che a quel punto ha lasciato la giunta, dimettendosi da assessore.

«Ferentino non ha bisogno del ritorno al passato, la città non può tornare indietro» dice oggi Amedeo Mariani. Le porte per il dialogo sono chiuse.

Distuttori anziché costruttori

Amedeo Mariani

Rimprovera a quei fronte politico «di essersi prodigati alacremente a distruggere più che a costruire, ostacolando in tante occasioni la macchina amministrativa, cercando di spezzare gli equilibri della coalizione per solo tornaconto elettorale». Il riferimento è al voto mancato sull’approvazione del bilancio di previsione 2022.

Per Mariani «Serve una nuova classe dirigente. Il mondo è cambiato e con esso anche le esigenze della comunità. Io sono a disposizione di Antonio Pompeo e dell’attuale e futura coalizione. Non è più possibile decidere nelle stanze dei bottoni. Questi sono errori che non  potranno più  essere  commessi».  

Amedeo Mariani con le sue civiche è stato decisivo in alcuni frangenti per le vittorie del centrosinistra a Ferentino. Militava nel Partito Democratico: non ha rinnovato la tessera. Non risparmia critiche: «Il Pd negli ultimi anni si è allontanato dalla gente. Non riesce più a cogliere i problemi e le richieste del suo elettorato. Temi storici del Partito come lavoro, giustizia sociale, ambiente, solidarietà ed associazionismo, sono stati dimenticati». 

Non è una riflessione sui massimi sistemi. Tocca anche il Pd provinciale «Il Partito Democratico provinciale non li intercetta, non se ne fa portavoce ma pensa esclusivamente ad altro, non coglie più gli aspetti popolari. Il futuro va costruito moltiplicando le idee attraverso l’ascolto».

Basta tappabuchi

Di quel pd provinciale però fa parte anche il suo sindaco Antonio Pompeo. E con un ruolo non secondario. «Si, ma il fatto di essere minoranza non significa avere condiviso le scelte alle quali ci siamo opposti. Serve una vera rigenerazione e rivoluzione negli uomini e nelle idee.  Basta sempre le stesse persone e basta chiudere gli occhi e fare finta che tutto vada bene, non servono più tappabuchi».

Tappabuchi è l’espressione usata per definire se stesso dall’avvocato Domenico Marzi, chiamato in campo alle scorse Comunali di Frosinone per unire un centrosinistra che altrimenti sarebbe andato diviso.

«È un errore da non ripetere nel 2023 a Ferentino. Se passerà la legge sul terzo mandato, Antonio Pompeo sarà il nostro candidato. Altrimenti avremo bisogno di una classe dirigente rigenerata in un mix tra nuove generazioni e storici militanti. Non è una questione di unità: ma di uomini e di progetti».

L’area di Fiorletta e Vittori non si straccerà le vesti. Allo scorso Congresso Pd a Ferentino non ha partecipato. Il dialogo è all’anno zero.