Marino e Francesco, confronto di sei ore: no alla fusione

L’ultimo confronto è durato sei ore dalle 19.30 fino all’una e mezza della notte. Anzi per essere precisi gli orologi sui cellulari riportavano come ora 01:32. L’incontro con l’imprenditore Francesco Mosillo si è svolto in casa di Marino Fardelli a Caira: nella cucina rustica al seminterrato.

Ha cucinato Marino: pasta corta, con sughetto ed asparagi; più di qualcuno ha fatto il bis.

Al centro della serata però non c’era il menù: non si sono visti per mangiare. I due candidati sindaco di Cassino (uno ufficiale, l’altro in pectore) si sono incontrati per verificare la possibilità di unire le forze.

A parlare è stato quasi sempre Marino: facendo analisi politica, tracciando il punto sulla situazione in città, delineando strategie. Sarah Grieco, che faceva parte dei cinque commensali, ad un certo punto si è addormentata vicino al caminetto acceso. E per mezzora è scomparsa dalla discussione.

Nel frattempo, la sintesi di Marino è stata: vieni con me, io faccio il sindaco e tu il vice sindaco. Perché: a) inutile dividere le forze, rappresentiamo la stessa area e corriamo il rischio di dividere l’elettorato; b) unendo le nostre rispettive liste daremmo alla città un segnale chiaro di compattezza e capacità di aggregazione; c) entrambi non siamo contro Petrarcone ma siamo un’alternativa alla sua amministrazione che non ha funzionato.

Francesco Mosillo ha parlato poco. Ma le risposte sono state chiare: mi candido a sindaco e non a fare il vice, perché a) entrambi aggreghiamo settori trasversali di Cassino, ma se ci uniamo rischiamo di perdere entrambi una parte dei rispettivi sostenitori e di mandarli verso il centrodestra b) lavoriamo per vincere e poi, al momento del ballottaggio, valutiamo la questione