Liberi, forti e… già spariti: Mario invece è eterno

A distanza di un anno a Cassino è accaduto quello che era logico. Tutti speravano di liberarsi di Mario Abbruzzese. ma nessuno è stato in grado di costruire un'alternativa senza di lui. Perché nessuno ha il carisma.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Liberi e Forti. Ma già scomparsi. Il movimento nato dalle ceneri del centrodestra di Cassino dopo la sconfitta elettorale alle comunali del giugno scorso appare oggi come un lontano ricordo. L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 certamente non ha aiutato l’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro e compagni. Ma già prima che il Coronavirus paralizzasse l’attività politica, del movimento non si avevano tracce concrete se non qualche sparuto comunicato stampa.

L’uscita del Leone

Benedetto Leone con Carlo Maria D’Alessandro

Il primo a dissociarsi è stato uno dei fondatori: l’ex assessore Benedetto Leone voleva costruire un nuovo centrodestra. In autonomia, però. Non attaccando tutti i giorni il sindaco Enzo Salera e l’amministrazione comunale. “Loro hanno vinto, noi abbiamo perso. E’ ora che anche D’Alessandro e Di Mambro se ne facciano una ragione, altrimenti non ricostruiremo mai il centrodestra su nuove basi se non facciamo prima una seria analisi della sconfitta” le ultime parole di Benedetto Leone confidate ai suoi interlocutori più stretti prima di ritirarsi dalla scena politica.

Ha lasciato i suoi ex compagni da soli: anche per questo il movimento ha faticato a mettere le radici.

Ma il vero problema è un altro. Quel movimento è nato sostanzialmente in contrapposizione a Mario Abbruzzese: sia Leone che D’Alessandro non riconoscono infatti più all’ex presidente del Consiglio regionale la leadership del centrodestra. Opinione legittima, anche se maturata dopo una sconfitta che è stata unanime e che non sarebbe giusto attribuire solo ad Abbruzzese.

L’ombra di Mario

Mario Abbruzzese

Ma in ogni caso Mario Abbruzzese continua a fare politica. Certamente ambiva a consessi più importanti che l’Aula di Biasio di piazza De Gasperi a Cassino, dove oggi è consigliere comunale di opposizione.

Per uno che aveva festeggiato l’elezione a Montecitorio la sera prima di perdere lo scranno per un pugno di voti – parliamo ovviamente delle elezioni politiche del 2018 – si capisce che la sconfitta alle comunali è un colpo molto più facile da assorbire. (leggi qui la cronaca di quella notte di festa al Grey E Mario rivendica subito un ministero per Ciacciarelli).

Anche perchè, a distanza ormai di quasi un anno, prende atto di quello che forse già sapeva: tutti vorrebbero liberarsi di lui ma senza di lui, nessuno, nel centrodestra, è in grado oggi di costruirsi una leadership. Perchè non basta un congresso, e neanche le primarie: ci vuole carisma. Quello che non viene riconosciuto a nessuno dei suoi “delfini” e di tutti gli aspiranti attori in campo. La sua bravura, forse, è stata proprio quella di non far crescere nessuno.

Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli

Non da ultimo, quando Carlo Maria D’Alessandro ha provato a brillare di luce propria, si è trovato sempre a fare i conti con l’ombra di Mario.

Ombra di cui non riesce a liberarsi neanche Pasquale Ciacciarelli, nonostante lui sia un consigliere regionale e Abbruzzese un “semplice” consigliere comunale. Tant’è che nella Lega in molti lo guardano con sospetto, ritenendolo, di fatto, la “longa manus” di Mario nel Partito.

I dissidenti

Mario Abbruzzese con Rossella Chiusaroli

E che dire dei dissidenti, ovvero dei consiglieri comunali di Forza Italia che nel febbraio del 2019 hanno provato a ribellarsi a Mario Abbruzzese e hanno tentato la rivincita subito dopo alleandosi con Petrarcone?

L’ex presidente del Consiglio comunale Dino Secondino è sparito dai radar della politica, mentre l’ex capogruppo di Forza Italia Rossella Chiusaroli prova a ricominciare tutto daccapo forte del sostegno del senatore Claudio Fazzone.

Con la sua firma è stata determinante per far cadere l’amministrazione comunale di centrodestra della quale faceva parte. Ha più volte ribadito che la sfiducia la firmerebbe altre cento volte. Ma resta il fatto che ancora una volta si ritrova all’ombra di Abbruzzese. Gli viene certamente riconosciuto il coraggio di quella scelta, ma da un punto di vista politico è stato senza dubbio un suicidio per chi dal Comune aspirava di scalare il Partito e le istituzioni.

Eterno Mario

da sinistra Angela Abbatecola, Massimo Ruspandini, Chiara Trotta e Gabriele Picano

L’ex presidente del Consiglio regionale, insomma, piaccia o non piaccia è ancora un punto di riferimento nello schieramento. Con buona pace di Ruspandini che di recente a Cassino ha lanciato il guanto di sfida al consigliere mettendolo in contrapposizione con una giovanissima militante che ha aderito a FdI: “Chiara Trotta rappresenta il futuro e in questa città è la migliore risposta che diamo ad Abbruzzese“, le parole del senatore alcune settimane fa. Ad oggi Fratelli d’Italia a Cassino è un Partito senza rappresentanza in assise e i due rappresentanti territoriali (il vice segretario Gabriele Picano e la portavoce Angela Abbatecola) non mancano di esaltare i distinguo, provenendo del resto da due culture politiche molto diverse tra loro.

La Lega? Non esiste. Del circolo cittadino si sono perse le tracce. Franco Evangelista fa una opposizione tutta sua, Michelina Bevilacqua firma i comunicati insieme a Italia Viva. Se possono evitare di parlarsi, lo fanno volentieri. Abbruzzese se la gode e in Aula, mentre alle sue spalle sente i due leghisti litigare, lui prende la parola e inizia a dare lezioni di grammatica istituzionale. Al sindaco, alla maggioranza e all’opposizione. Gli piace molto.

Difficilmente lascerà il suo scranno a Di Mambro. Nonostante le ripetute promesse. Anzi, proprio a causa delle ripetute promesse!

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