Mario Herdogan Abbruzzese il sultano di Forza Italia

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Mario Herdogan Abbruzzese non ha avuto bisogno di epurare il Partito, non ha dovuto ordinare rastrellamenti, non c’è stato la necessità di radicalizzare Forza Italia intorno al suo nome ed alla sua immagine. Forza Italia lo ha fatto da sola.

La vittoria elettorale di Cassino, il successo ottenuto a Sora, il crollo del Partito Democratico, lo hanno autorizzato a scendere dal jet privato sul quale incrociava le rotte tra Sant’Angelo in Theodice e Terelle ed entrare da monarca ancora assoluto nel Coordinamento Provinciale del Partito.

Ma lo stile di Herdogan Abbruzzese non è quello ottomano: piuttosto è bizantino nello stilo, semmai nella forma è democristiano di stretta osservanza romana. Cioè: lascia vivere gli sconfitti affinché soffrano ogni giorno nel vederti dominarli.

Proprio per non lasciargli questa soddisfazione, gli unici che nei mesi scorsi hanno provato ad opporsi alla sua gestione si sono auto epurati. Spariti. Dai giornali e dalle scene politiche. E pure dal Coordinamento Provinciale che si è riunito alle 19.

Antonello Iannarilli continua a correre tra le montagne di Collepardo, Alessia Savo è impegnata a Torrice, Silvio Ferraguti vola alto nella Direzione nazionale del Partito, il coordinatore regionale Claudio Fazzone viene segnalato in navigazione sullo stretto dei Dardanelli. Nicola Ottaviani si gode il fresco dal balcone del municipio: sa benissimo che con le primarie da lui pretese per (eventualmente) ricandidarsi non potrà mai accadergli la stessa sorte di Giuseppe Golini Petrarcone a Cassino.

L’unico rimasto a contraddire il sultano è Gianluca Quadrini: con la fascia da presidente della Provincia fatta cucire su misura e le iniziali sue proprie, ancora senza l’auto blu ma di terza mano comprata alla Comunità Montana (in liquidazione) che presiede ad Arce, è stato l’unico a dire che la vittoria di Cassino è stato un colpo di cu.. fortuna e che il successo elettorale a Sora non è da attribuire a Mario bensì a lui, perché un mese prima della presentazione delle liste Abbruzzese stava per mollare Roberto De Donatis per allearsi a Enzo Di Stefano .

In altri tempi si sarebbero sollevati tutti gli avversari interni ed avrebbero chiesto un dibattito in Coordinamento Provinciale. Invece, la notizia è apparsa sulle colonne di Sora dei giornali (manco un richiamo in prima pagina) e dopo una giornata è sparita senza alimentare nessun dibattito politico.

Nessuna opposizione per il sultano. Che Luca Sellari stia all’Asi in quota Forza Italia ma vada a cena con il Pd non frega più niente a nessuno, dell’assenza di politiche strategiche non si parla, che il dottor Macchitella si stia scontrando con gli stesi problemi avuti dalla dottoressa Mastrobuono a nessuno più di tanto importa, del Dea di II livello è rimasto a parlare solo Danilo Magliocchetti ma solo una volta ogni tre giorni (gli altri due sono per i cinghiali e l’indice di mortalità delle talpe). Così, all’ordine del giorno dei lavori che si sono aperti da poco nella sede provinciale di Via Aldo Moro a Frosinone (aprite le finestre che fa caldo e almeno tira un filo d’aria) ci sono a) Organizzazione dell’evento nazionale del 9 settembre a Fiuggi (quello che fa ogni anno Tajani e dove l’anno scorso fece la sua ultima apparizione dom Pietro Vittorelli), Tesseramento 2016, Analisi Politica.

Se Abbruzzese ordinasse il rastrellamento di chi è sospettato d’avere votato in modo diverso da quello indicato, nessuno in Forza Italia alzerebbe un dito.

E Mario sa che questo non va bene. Troppo silenzio. Si sono allineati al nuovo Mario Herdogan – pensiero o preparano la sedizione per settembre? Quasi quasi gli conviene organizzarsi un putsch da solo. Come Recep Tayyip Erdoğan.