Mario non gioca alle primarie di Nicola

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Mario – «Nicò ma che è ‘sta storia delle primarie?»
Nicola – «Si, si è vero: le ho appena annunciate»
Mario – «Eh, lo so: l’ho appena letto su Alessioporcu.it. Ma qui si dice che sono aperte a tutti, pure a quelli di centrosinistra»
Nicola – «Si, si Mario: se volete potete partecipare pure voi»

Il dialogo, a ridosso del surreale, giurano che sia avvenuto tra Nicola Ottaviani e Mario Abbruzzese, sabato pomeriggio tra le 17.30 e le 18, poco prima che al caffè Minotti venisse annunciata l’alleanza tra Ciociaria Editoriale Oggi e Il Tempo.

La chiave sta nell’ultima frase, attribuita al sindaco uscente: «Si, si Mario: se volete potete partecipare pure voi». Il vero significato delle Primarie del Predellino annunciate da Ottaviani (leggi qui il precedente) sta tutto lì.

Il sindaco si è tolto di dosso quell’ultimo brandello di etichetta politica che in cinque anni è stato bene attento ad evitare gli venisse ricucita. Ha conquistato il municipio come uomo di centrodestra ma mai ha sventolato la bandiera del PdL prima e di Forza Italia poi. Addirittura è stato per un certo periodo tra i sindaci che hanno seguito da molto vicino la nascita del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. Evitando di lasciarsene coinvolgere. Uomo di area si ma uomo di Partito no.

A Frosinone Nicola Ottaviani lancia in pratica la stessa strada che ha portato Roberto De Donatis alla guida del municipio di Sora e prima Roberto Caligiore a prendersi il Comune di Ceccano: niente etichette, nessun vincolo politico. In questo modo evita di essere catalogato come uno della scuderia di Mario Abbruzzese, evita il giogo di Forza Italia sul collo, accontenta tutti quelli come Adriano Piacentini che nel corso dei Coordinamenti hanno criticato con convinzione la conduzione politica del Partito, diventa il campione di quelli che a Frosinone Abbruzzese non lo voterebbero mai perché è antipatico e soprattutto è di Cassino, ma allo stesso tempo – democristianamente – non gli si contrappone.

Soprattutto Nicola spalanca la porta al voto di quelli che non sono della sua parte politica. Proponendosi come interamente civico, apre una strada a quelli che hanno perso la fiducia nel centrosinistra e soprattutto a quelli terrorizzati dalla non azione amministrativa di Virginia Raggi a Roma. Dopotutto, se Francesco De Angelis per diventare presidente dell’Asi non ha disdegnato i voti di Nicola, perché qualcuno del centrosinistra dovrebbe disdegnare il voto al sindaco già di centrodestra e ora tutto civico?

Resta la beffa al Pd. Con le sue Primarie del Predellino, Ottaviani mette quasi in ridicolo la macchinosità e la burocrazia del serioso voto di centrosinistra; niente euro per recuperare le spese, niente adesione a manifesti politici, niente vincoli programmatici; «Ma così non sono primarie»; «E che, mica è un’esclusiva vostra, ognuno se le fa come gli pare».

Ma le Primarie del Predellino sono soprattutto uno specchietto per le allodole del centrodestra. Il sottotitolo potrebbe essere ‘Quelle che molti credono siano le Primarie per il Secondo Posto‘. Non è così. Infatti, molti sono convinti che il voto lanciato da Ottaviani risolva il problema di quelli che stanno reclamando l’eredità mentre Nicola è ancora vivo, esigono la caparra sull’incarico da vicesindaco o l’assicurazione su un posto da assessore, non vedono l’ora di contarsi per poter poi reclamare la candidatura alle regionali.

Non sarà così perché Mario Abbruzzese non è meno scaltro e non è meno furbo di Nicola Ottaviani. Non cadrà nel tranello del «Si, si Mario: se volete potete partecipare pure voi». Molto difficilmente farà partecipare alla conta qualcuno dei suoi e men che meno il suo colonnello Danilo Magliocchetti. Il pretesto politico è già pronto: impossibile candidarsi alle Primarie di Nicola perché significherebbe candidarsi contro Nicola, come alternativa a lui, con un programma da contrapporre al suo, «invece noi siamo il suo Partito».

Sottraendo i suoi uomini alle Primarie per il Secondo Posto, Mario Abbruzzese gli lascia aperte tutte le porte ed evita l’imbrigliamento della short list di Ottaviani.

Se fanno a chi è più furbo la conta resta per aria.