Martina resta con Tajani. Ciccone abbraccia Toti

La dirigente provinciale sorana di Forza Italia resta con Antonio Tajani. E dice no a Toti. Che invece incassa l'appoggio convinto del coordinatore Tommaso Ciccone

All’ultimo incontro romano non è andata. Alla cena organizzata in provincia di Frosinone, nemmeno. Martina Sperduti ha detto no. Non andrà con Giovanni Toti, non seguirà Mario Abbruzzese e buona parte dei militanti con i quali ha condiviso finora tutte le battaglie di Forza Italia. La dirigente provinciale sorana sarà presente invece a Viterbo: alla Convention annuale di Antonio Tajani sull’Italia e l’Europa. Che per la prima volta non si terrà a Fiuggi. (leggi qui Addio a Fiuggi, la tre giorni di Tajani si sposta a Viterbo).

Resterà dentro al Partito, con tutt’e due i piedi e le sue sue mise eleganti. «Spiacente ma in questo momento molto delicato di Forza Italia bisogna essere uniti e non creare divisioni interne, spacciatore o scissioni».

Non accetta il ragionamento fatto da colui che fino ad oggi è stato il suo leader, Mario Abbruzzese. Secondo il quale «Non si può assistere ad un declino costante e non prendere una decisione, ma soprattutto non possiamo evidenziare che negli ultimi 10 anni si sia passati dal 40% al 5% senza che nessuno abbia mai fatto un’analisi politica seria, assumendosi le proprie responsabilità».

Martina Sperduti risponde che «Bisogna credere in questo Partito anche con le percentuali che abbiamo. Molti spacciano Forza Italia per morta, ma i primi che la stanno facendo morire siamo proprio noi, non reagendo ma accusando i vertici o il cerchio magico. Ovvio che non lo condivido. Ci mancherebbe».

Sollecita un esame di coscienza. «È importante che, chi davvero crede a questo Partito, oggi più che mai, deve lavorare per l’unità andando a spiegare gli errori fatti per 25 anni non nei teatri ma nelle stanze che contano al fine di trovare una soluzione nel migliorarli».

Un ragionamento più vicino a quello fatto nelle ore scorse dal segretario Regionale Claudio Fazzone e dal suo vice Gianluca Quadrini. Martina Sperduti si tiene ad equa distanza da entrambi. E resta saldamente vicina all’ex presidente del Parlamento Ue. «Scelgo di stare accanto ad Antonio Tajani perché vice Presidente di Forza Italia, Ciociario, eurodeputato ed ex presidente del Parlamento Europeo … che è sempre stato il mio riferimento elettorale. Credo in Antonio, credo in questo Partito, credo nell’unità per cui … il mio posto resta qui».

Chi prende le distanze da Antonio Tajani invece è il coordinatore provinciale Tommaso Ciccone. «Il limite di Forza Italia risiede nella natura stessa di Forza Italia. E’ il Partito dei tesseramenti prorogati di mese in mese, delle stagioni congressuali sempre annunciate ma mai avviate: a ogni livello, dalle comunali a salire. E se si è derogato sul congresso della provincia di Frosinone, è stato nella speranza, da parte di qualcuno, di non perdere ulteriori consensi in prossimità delle elezioni Europee, calmierando quell’area che, da dieci anni ormai, rappresenta di fatto Forza Italia in Ciociaria e che cominciava a dare chiari segnali d’insofferenza».

Insomma, il congresso Provinciale di Frosinone si tenne soltanto perché fu la componente a pretenderlo, minacciando altrimenti di far saltare tutto. «L’area ha risposto con un ennesimo gesto di lealtà, presidiando quel che restava da presidiare e garantendo ciò che si poteva garantire, in una fase della politica azzurra stretta fra confusione e rassegnazione. Si è tenuta la barra a dritta pur consapevoli che la nave stava imbarcando acqua. E continua a imbarcarne».

Eppure c’è un piano di rigenerazione in atto. Si sta studiando il modo per aprire il Partito. Tommaso Ciccone e la sua area non ci credono. Il dubbio è che Forza Italia non sia stata programmata per rigenerarsi. Il suo codice sorgente, paragonandola a un software, è bloccato, non è modificabile: una volta diventato obsoleto lo si può solo resettare o rassegnarsi a utilizzarlo in modalità rallentata. Vero è che quel codice sorgente per venticinque anni ha fatto funzionare Forza Italia egregiamente. Ma ora quel software è vecchio, il programmatore, Silvio Berlusconi, che ne custodisce le chiavi d’accesso, non è più in grado di modificarlo o semplicemente non ne ha alcuna intenzione».

Il coordinatore provinciale seguirà con convinzione Giovanni Toti. Perché «piaccia o non piaccia, il futuro è rappresentato da Giovanni Toti. Ha avuto il coraggio di dire apertamente, quando alcuni ancora lo mormoravano sommessamente, che “il re è nudo”, aprendo un dibattito sul presente e sul futuro di Forza Italia. Nel contempo, mentre si continua nel mantra che recita la necessità di ripartire dai territori, dai sindaci e dagli amministratori locali, da un’attività inclusiva e dalla necessità di dar vita a un partito realmente scalabile, azioni concrete, dall’alto, orientate in tal senso non se ne vedono».

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