Le idi di Marzi e di… Cristofari

E’ stato protagonista di un intervento storico-amministrativo a tutto tondo, probabilmente uno degli ultimi all’interno del consiglio comunale di Frosinone. Quel consiglio comunale che ha guardato seduto sulla poltrona di sindaco per nove anni, due mandati.

Domenico Marzi ha detto che l’intitolazione dello stadio al Cavalier Benito Stirpe rappresenta un successo di tutta la città di Frosinone. Ricordando però un iter lungo e tormentato, caratterizzato, durante gli anni nei quali lui indossava la fascia tricolore, da “lazzi e sberleffi”, Impossibile non ricordare l’occupazione dell’aula consiliare da parte di Forza Italia (guidata da Antonello Iannarilli e Alfredo Pallone) quando si doveva parlare di project financing per realizzare lo stadio al Casaleno ma pure per mettere in piedi un intervento edilizio imponente nell’area del Matusa. Impossibile non ricordare il referendum promosso dall’allora consigliere dei Verdi Ivan De Santis.

Marzi però è andato oltre, rivolgendosi ad Ottaviani e dicendo: “Caro sindaco, lo stadio è un successo per la città. Ma non pensi di vincere o perdere le elezioni comunali su questo tema”. Danilo Magliocchetti gli ha reso omaggio: “I suoi interventi, avvocato Marzi, mancheranno a questo consiglio comunale se davvero deciderà di non candidarsi più”. Marzi non ha votato la delibera dello stadio perché, come aveva annunciato, doveva andare via prima. Ma il suo è apparso un discorso di addio al Consiglio. Come al solito non ha salutato Michele Marini, suo vicesindaco per nove anni e successore quando non poteva più essere rieletto. Proprio questo testimonia l’insanabile frattura di un centrosinistra diviso in mille rivoli e completamente incapace di comunicare.

Quando Andrea Turriziani ha annunciato la costitituzione del gruppo di Area Popolare (con Daniele Zaccheddu), Antonello Galassi (Pd) gli ha detto: “Potevi avvertirmi che non fai più parte del Pd”. Non lo sapeva. Michele Marini ha sorriso, ma il suo pensiero era rivolto altrove: ai continui incontri con Fabrizio Cristofari per cercare di far credere che una ricucitura è possibile. In realtà la tecnica di Marini è quella del logoramento ad oltranza (di Cristofari). Per cercare d sfiancare il presidente dell’ordine dei medici e costringerlo a gettare la spugna. Per poi “piazzare” magari Norberto Venturi.
Mentre Nicola Ottaviani rivendicava il successo politico dell’ultimazione dello stadio, Michele Marini e Domenico Marzi uscivano dall’aula da porte contrapposte.

In queste condizioni il Pd prepara le elezioni comunali. Il progetto di Marzi non c’è più. E’ stato tradito.

§