Le mascelle del cannibale De Angelis tra le luci del Fornaci per conquistare il Pd

Inizia la corsa verso le Primarie per Nicola Zingaretti. A Frosinone, la città del 91% record è De Angelis a suonare la carica. Pienone al Multisala. 37 sindaci con lui. La sfida per la lista unica. L'appello di Alfieri.

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

Il ‘cannibale‘ oltre ad essere insaziabile, di voti e vittorie, è anche superstizioso. È per questo che ogni volta che deve lanciare una sfida lo fa da qui: stessa sala nello stesso Multisala Sisto al Fornaci Cinema Village. Stesso pienone di ogni volta: come se il tempo non fosse passato e come se il Partito Democratico fosse sempre al 40%.

Francesco ‘il cannibale‘ De Angelis è uno dei più abili fiutatori d’aria nella politica: capisce la gente cosa vuole, dove sta andando, cosa si aspetta. Ha sofferto nel trascorrere un paio d’anni in silenzio. Ha sudato nel rimboccarsi le maniche e ripartire dalla presidenza del Consorzio Industriale Asi, una specie di carrozzone con le ruote sgonfie che molti avevano pronosticato sarebbe stato il suo cimitero degli elefanti.

Invece no. La risalita è cominciata da lì: ora si prepara a guidare un Consorzio monstre che unisce tutti i consorzi industriali del Lazio. E si preparara serrare le fila di ciò che resta del Partito Democratico.

Il Popolo ha sempre ragione, soprattutto quando ti vota contro” gli insegnavano da giovane nella scuola di Partito. Ne ha fatto tesoro. Ha capito che il popolo della sinistra non è renziano, il renzismo non è di sinistra. E che si può essere Riformisti come vuole Renzi ma seguendo una rotta diversa: quella del dialogo, della discussione, dell’Unità.

Al Multisala Sisto questa sera il cannibale ha portato tutti i cocci del Pd raccolti in quest’anno: la sua componente Pensare Democratico è ancora la più forte. Lo ha dimostrato al Congresso regionale, un mese dopo essere uscito dall’inutile orbita di Matteo Orfini. Ha mangiato tutti gli avversari. Lo ha rifatto alla Convenzione per Zingaretti Segretario Nazionale: 91% dei voti provinciali ed il resto tra gli altri 5 candidati, le bianche e le nulle. Al Nazareno ancora non se ne fanno capaci.

Il Partito da ricostruire

L’aria ora dice al cannibale che è il momento di tornare sul palco. E lui lo ha fatto. Per stringere le truppe e lanciarle all’attacco delle Primarie del 3 marzo: quelle nelle quali il suo amico Nicola Zingaretti potrebbe prendere in mano i cocci del Partito che da tutto il Paese gli stanno consegnando.

In sala ci sono tutti i quadri dirigenti. Sul palco, dietro al tavolo dei relatori, oltre al cannibale c’è l’erede Mauro Buschini con il braccio sinistro Sara Battisti. E c’è soprattutto Michele Meta, silenzioso tessitore di alleanze nazionali. C’è il reggente Domenico Alfieri, l’ex deputato Nazzareno Pilozzi. Ma anche i fedelissimi di sempre come Mauro Vicano, Massimiliano Massimi, Barbara Di Rollo.

«Avevano detto che Nicola Zingaretti avrebbe avuto problemi nel voto degli iscritti. Beh, ha vinto con il 48%. Per noi questo dato alle primarie significa 60%. Perché Zingaretti sarà il segretario del Pd». La voce squilla, tuona come un fulmine di guerra, così come nei giorni in cui conquistò l’assessorato regionale più prestigioso nel Lazio; o come la volta che dimostrò a tutti d’avere la capacità per tessere una tela capace di farlo volare fino a Bruxelles al Parlamento Europeo.

«In questa provincia Zingaretti ha fatto il record nel voto dei circoli, con il 91%. Andiamo avanti in questo modo. Dobbiamo ricostruire il Pd ma anche il centrosinistra e l’unico modo per farlo è contribuire alla vittoria di Nicola Zingaretti. Non dobbiamo nascondere le sconfitte di questi anni, ma adesso troviamo la forza di reagire».

I 37 sindaci per Zingaretti

Il cannibale mostra le mascelle anche all’alleato Antonio Pompeo. Che vuole allargare il Pd coinvolgendo i civici ed i sindaci. Francesco De Angelis lascia che sia l’erede Mauro Buschini a leggere i nomi dei 37 sindaci del territorio che aderiscono a Pensare Democratico.

Il documento recita: «La sfida congressuale che si concluderà con le primarie del 3 marzo rappresenta uno snodo cruciale per il futuro del Centrosinistra e per rilanciare l’opzione progressista nel nostro Paese.

»Conosciamo molto bene Nicola Zingaretti e la sua innata capacità di ascolto e dialogo, non solo all’interno del nostro mondo ma anche con le molte espressioni civiche del campo riformista. Oggi governare non è semplice, coniugare le giuste ragioni dei cittadini con le scarse risorse economiche è opera molto complessa, la scappatoia populista che si nutre di propaganda ed esercita la propria funzione più nel cercare capri espiatori che nel risolvere i problemi reali dei cittadini è sempre dietro l’angolo».

Le firme

È la summa del pensiero zingarettiano. Alla quale seguono le firme dei 37 sindaci.

Giuseppe Morini di Alatri, Antonio Como di Amaseno, Libero Mazzaroppi di Aquino, Roberto Simonelli di Arce, Renato Rea di Arpino, Antonio Iannetta di Belmonte Castello, Enzo Perciballi di Boville Ernica, Sergio Cippitelli di Broccostella, Pancrazia Di Benedetto di Campoli Appennino, Filippo Materiale di Castrocielo, Mauro Bussiglieri di Collepardo, Giuseppe Villani di Esperia, Antonio Lancia di Falvaterra, Gianpio Sarracco di Fontana Liri, Pierino Liberato Serafini di Fontechiari, Maurizio Padovano di Fumone, Mario Piselli di Gallinaro, Adriano Lampazzi di Giuliano di Roma, Urbano Restante di Guarcino, Vincenzo di Quadrini Isola del Liri, Domenico Alfieri di Paliano, Lucio Fiordalisio di Patrica, Mario Felli di Piglio, Benedetto Murro di Pignataro Interamna, Adamo Pantano di Posta Fibreno, Roberto Zeppieri di Ripi, Enrico Pittiglio San Donato Valcomino, Sergio Messore Sant’Ambrogio sul Garigliano, Giovanni Rossi Sant’Andrea del Garigliano Giampiero Forte Santopadre Gianfranco Barletta Supino Dino Risi Terelle Silvio Grazioli Trevi nel Lazio ed Ennio Quatrana di Trivigliano.

L’appello di Alfieri

Non basta. Il cannibale vuole l’Unità. Ormai è una fissazione. Perché è uniti che si vince. È per questo che Domenico Alfieri, presidente provinciale e reggente del Partito in attesa del Congresso, da poco entrato nelle file di Pensare Democratico lancia il nuovo appello ad Antonio Pompeo.

Dal palco chiede «l’unità alle primarie. Una lista unica a sostegno di Zingaretti. La stessa unità che ha permesso ad Antonio di vincere le Provinciali con il 60%. Ora faccio a lui un appello al senso di responsabilità. Non possiamo permetterci di dare l’impressione al nostro elettorato di avviarci all ennesima conta».

Quella lista unitaria vuole capitanarla Francesco il cannibale De Angelis per entrare in testa alle sue truppe nell’Assemblea Nazionale del Partito, forte del 91% conquistato in provincia.

Il rischio, se non glielo permetteranno, è che il cannibale decida di tirare spalancare le mascelle.