Mastrangeli ed il significato delle Primarie già scritte

Il presidente dell’Ordine dei Farmacisti vince le Primarie dall'esito già scritto. Ma allora a cosa servivano. A riaffermare tre elementi chiave. E per nulla scontati

Pronostico rispettato: dubbi dopotutto non ce ne sono mai stati. Le Primarie con le quali il centrodestra ha scelto Riccardo Mastrangeli come candidato sindaco non servivano per indicare un nome. Ma per riaffermare un modello, tracciare un solco in continuità con i dieci anni di amministrazione Ottaviani, mostrare i muscoli elettorali, esibire l’efficienza della macchina organizzativa, indicare la vastità di idee dalle quali la nuova coalizione potrà attingere.

Innanzitutto i numeri

Riccardo Mastrangeli al voto con la figlia Anastasia

I numeri sono noti. Riccardo Mastrangeli ha ottenuto 1.970 preferenze: dietro di lui l’assessore al Centro Storico Rossella Testa con 498; l’avvocato Sonia Sirizzotti con 143; il professor Raffaele Ramunto, già direttore del conservatorio Refice con 140 voti; e l’ingegnere Maria Grazia Cestra con 47. Le schede bianche e nulle sono 67. Ai seggi allestiti si sono presentati 2.865 cittadini.

Prima riflessione. Non pochi voti se consideriamo che la pandemia non è affatto terminata. Proprio per questo è inutile fare paragoni con le primarie di 5 anni fa: era un mondo del tutto diverso quello che andò alle urne per indicare Nicola Ottaviani come candidato per succedere a se stesso.

Il voto si è concentrato nella seconda metà della mattinata di domenica. Quasi tutti gli amministratori hanno scelto di votare nel seggio allestito nella delegazione Scalo che è il feudo elettorale del sindaco Ottaviani; lì c’è stato il maggiore afflusso. Buono quello registrato al seggio di Madonna della Neve ed in quello di palazzo Munari; meno nel seggio di piazza VI Dicembre.

Un voto per la legittimazione

Fabio Tagliaferri (Coordinatore FdI)

Le Primarie sono state la legittimazione dal basso che Nicola Ottaviani voleva, dopo che attorno a Mastrangeli si è compattato tutto il centrodestra. Il voto è servito ad ostentare l’unità, il patto collegiale intorno all’erede designato: la solidità dell’alleanza.

Il risultato non era in discussione, nessuno tra i candidati poteva vantare un consenso paragonabile a quello dell’assessore al Bilancio che ha ricevuto il sostegno di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Cambiamo ed Udc. Allo stesso modo in cui dieci e cinque anni fa non è mai stato in discussione il risultato di Nicola Ottaviani quando è stato lui il candidato alle Primarie. Ma allora a cosa servivano?

Innanzitutto a legittimare, poi a mostrare la solidità della coalizione del centrodestra, infine a mostrare l’ampiezza del campo. Non sono elementi secondari se si tiene conto dello scenario: il centrosinistra schiera tre candidati, c’è una sostanziale divisione tra Domenico Marzi, Mauro Vicano, Vincenzo Iacovissi. Inoltre le Primarie sono state un preannuncio di programma elettorale: si andrà avanti nel solco del lavoro realizzato in questi dieci anni da Nicola Ottaviani con il fondamentale contributo di Mastrangeli che ha guidato i conti; ma si terrà conto dei principi chiave degli altri quattro candidati alle Primarie, lo prevede lo strumento delle Primarie. Il progetto del centrodestra passa per la Cultura, punta a rendere Frosinone una città meno chiusa in se stessa e più aperta agli scenari nazionali attraverso eccellenze come il Conservatorio e l’Accademia di Belle Arti.

L’erede designato

Riccardo Mastrangeli

Il presidente dell’Ordine dei Farmacisti, 62 anni, è stato l’assessore tecnico al Bilancio, quello che ha risanato i conti, che nel 2012 segnavano un buco da 50 milioni di euro. Conosce benissimo la macchina amministrativa ma anche la politica: perché è stato al fianco del sindaco in ogni passaggio politico ed amministrativo di questi dieci anni. Conosce ogni trappola che potrebbe incontrare sul suo eventuale persorso di sindaco.

Ha poi lo skill ideale: nel 1994 è stato eletto deputato di Forza Italia all’inizio della lunghissima stagione di Silvio Berlusconi. Non potrà che muoversi nella logica di una piena continuità con l’Amministrazione della quale ha fatto parte. Portando il suo valore aggiunto di relazioni con il mondo culturale nazionale: si dice che nell’armadio abbia una collezione di smoking a seconda dell’occasione, dai ricevimenti in ambasciata alle riunioni del Rotary.

Le mosse degli avversari

Adesso anche gli avversari dovranno ultimare il quadro delle rispettive coalizioni. Il Partito Democratico è già a buon punto e si tratta di ufficializzare l’accordo con il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli e con la lista di Carmine Tucci e Carlo Gagliardi. Aspettando un segnale da Michele Marini, alle prese con la sua civica.

Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi saranno alla guida di coalizione molto ampie: difficile però chiudere i conti al primo turno, quasi sicuramente sarà necessario il ballottaggio.

Vincenzo Iacovissi (Foto Raffaele Verderese © Imagoeconomica)

Vincenzo Iacovissi (Nuovo Centrosinistra) è stato il primo a partire e sono ormai settimane che fa campagna elettorale. Mauro Vicano, nonostante molte delle liste che avevano detto di appoggiarlo si sono poi schierate con Marzi, andrà avanti e al secondo turno il suo ruolo potrebbe essere determinante.

Il centrodestra cercherà il terzo successo di fila, che vorrebbe dire allungare fino a quindici anni l’amministrazione di Frosinone. Come ha saputo fare il centrosinistra con le due vittorie di Domenico Marzi e poi con quella di Michele Marini. Quel centrosinistra che proverà a spezzare il monopolio degli avversari proprio con i protagonisti di allora: Domenico Marzi e Michele Marini.