Mastrangeli, il sindaco in panchina pronto ad entrare in campo se Ottaviani…

Lo stile è british. Il taglio degli abiti è di scuola sartoriale romana alla Litrico. Il profumo, appena percettibile, è Creed di derivazione francese. Il posto in cui si trova a proprio agio sono i salotti: in quelli capitolini è di casa: Riccardo Mastrangeli sembra uno che a Frosinone c’è capitato per caso.  Grande Ufficiale della Repubblica Italiana è anche Cavaliere di Malta. Fa il farmacista ma in realtà il suo paziente principale sono le casse del Comune di Frosinone: gli dà un’aspirina al giorno, qualche vitamina e spera di non perdere il paziente per strada. Anche per questo viaggia sempre con il defibrillatore a portata mano. La carriera politica sembra un film iniziato dalla fine: deputato, presidente Ater, assessore alle Finanze di un comune capoluogo disastrato. Che invece, quando tutti avevano già in mano il numero di Cameracanna, lui a furia di aspririne e vitamnine ha tenuto in piedi. Dicono che sia un sindaco già pronto da mettere in campo e che stia in panchina solo perchè davanti c’è Nicola Ottaviani. Ma se Nicola dovesse mollare, come ha lasciato intendere…

 

Nicola Ottaviani ha detto in tv che deve pensarci bene prima di ricandidarsi a sindaco, che occorrono anche le forze fisiche, oltre alla volontà politica, lasciando intendere di sentirsi molto logorato. Eventualmente, lei è pronto?
Assolutamente no. Ritengo che Nicola Ottaviani sia uno dei migliori sindaci di sempre della nostra Città ed il migliore in questo momento storico. Capacità amministrativa, politica, culturale, fisica e d’animo in una sola persona: tutte caselle che un ottimo sindaco deve poter riempire, e lui riesce a riempirle egregiamente. Io, con molta umiltà, sincerità e realismo, oggi come oggi non riesco fare la stessa cosa. Ed allora il prossimo sindaco sarà ancora Nicola Ottaviani se ciascuno dei suoi collaboratori, io per primo, sarà capace di alleggerire il suo lavoro quotidiano e non appesantirlo. Con questa legge elettorale vince il sindaco, tutti gli altri sono comprimari… è bene saperlo e ricordarlo fa bene.

 Chi è stato il miglior sindaco di Frosinone? Escluso Ottaviani naturalmente…
Tra quelli che ho conosciuto Dante Spaziani: grande cuore, generosità, attaccamento alla città ed ai frusinati. E poi, se me lo consenti, Sandro Lunghi; era uno che stava sempre sul pezzo, sul cantiere e non mollava mai fino alla fine. Me lo ricordo bene… all’epoca ero Presidente della Circoscrizione Scalo.

Ž E’ stato parlamentare e tra i fondatori di Forza Italia. Non si arrabbia vedendo il partito ridotto a queste percentuali?
Forza Italia in provincia di Frosinone la fondammo io ed Antonello Iannarilli che diventò Consigliere Regionale l’anno dopo la mia elezione a parlamentare. Erano altri tempi… c’era un’onda di entusiasmo fortissima per il cambiamento che quell’uomo straordinario che risponde al nome di Silvio Berlusconi cercava fortemente e che poi fu fatto solo in parte, per motivi che non scansioniamo. Sta di fatto che quelle stesse cose che noi proponevamo allora, vengono realizzate oggi da un altro governo con vent’anni di ritardo. Se le avessimo fatte allora, oggi l’Italia forse sarebbe al pari degli altri Stati Europei e non con il ritardo di oggi. Certo, una indiscutibile sofferenza nel vedere le percentuali di oggi di Forza Italia c’è, ma gli errori li abbiamo commessi tutti, iniziando da me… eravamo troppo giovani !

 Ottaviani o Mastrangeli che sia il candidato a sindaco, ma nella prossima tornata elettorale ci saranno ancora i simboli dei Partiti?
Io penso che questa stagione storica che stiamo vivendo sia iniziata nel 1968, e non con Tangentopoli nel 1990 come molti ritengono, e che purtroppo non sia finita; è la stagione in cui moltissimi cercano, ancora, diritti ma sentono pochi doveri nei confronti dello Stato e da questo nasce prima il debito pubblico – che inizia a svilupparsi dal 1970 – e poi anche l’antipolitica. Negli altri Stati Europei il 1968 ha lasciato una cultura nuova, da noi solo diritti ingiustificati che ci hanno portato a questa degenerazione, e la differenza tra l’Italia e gli altri purtroppo si vede. Quando capiremo tutti – amministratori, politici e cittadini – fino in fondo che lo Stato siamo tutti noi e tutti dobbiamo fare qualcosa per la comunità senza chiedere in cambio nulla, allora ritornerà la politica, quella vera. La conseguenza diretta dell’antipolitica è la sfiducia verso i partiti riconosciuti dalla Costituzione Italiana – da me profondamente amata – e l’attuale orientamento dei Cittadini è verso aggregazioni che abbiano una trazione più locale, altrimenti si va verso l’area grigia del “non voto”. A Frosinone questo sentimento si percepisce come in altre parti, anche se l’Amministrazione Ottaviani lo sta riducendo sensibilmente per mezzo del proprio operato e con una certa distanza dai privilegi della mala politica testimoniata anche dal progetto “Solidiamo” (metà dello stipendio del Sindaco Ottaviani, dei nostri Assessori e Consiglieri vengono devoluti in iniziative sociali per i ragazzi e gli anziani della nostra Città).

 Non crede che il metodo della rotazione degli assessori ogni cinque mesi annulli la logica meritocratica a vantaggio di quella politico-elettorale?
Assolutamente no. Ritengo che sia invece uno strumento intelligente per allargare la base partecipativa di noi amministratori alla vita pubblica. Fondamentale è che ognuno che va in rotazione continui a curare le dinamiche delle proprie competenze; che poi sia il Sindaco ad illustrare le delibere in Giunta ed in Consiglio non ci vedo nulla di particolare. Come ho detto prima, esiste il Sindaco; tutti gli altri sono comprimari… è bene ricordarlo anche stavolta.

‘ Frana del viadotto Biondi e ascensore inclinato. La Regione è stata più un alleato o un ostacolo? Ed in quale anno verranno risolti i problemi?
Sulla frana del viadotto Biondi sicuramente la Regione Lazio ha posto ostacoli perché ancora si continua a ragionare con l’ottica degli schieramenti e non del bene comune. Se ci fosse stata a Frosinone un’Amministrazione omologa dal punto di vista politico le cose sarebbero andate diversamente e forse oggi non staremmo qui a parlare di quella frana perché sarebbe stata già risolta. Ecco… questo io non lo concepisco !!! Io non faccio l’analisi del DNA politico a chi incontro sul percorso della mia vita di amministratore comunale. Per me esistono i Cittadini con i loro problemi e le loro esigenze… che poi siano bianchi, neri, rossi, con le stelle o gli asterischi a me non interessa. E non mi interessano le clientele… cito solo un dato… con l’Amministrazione Ottaviani il pagamento dei fornitori del Comune è passato dai 500 giorni dell’Amministrazione precedente ai 45 giorni odierni; prima c’era la fila dei fornitori davanti alla porta del mio Assessorato per essere pagati – con anche il panettone natalizio – , oggi non si vede più nessuno e di questo vado fiero. Il clientelismo politico è anacronistico ed oggi uccide la buona politica. Riguardo all’ascensore inclinato dico: “che Dio ci assista !!!”. Un progetto nato male, appaltato male e realizzato peggio. Speriamo bene !!! E non si tratta di essere pessimisti perché ormai i problemi di quell’ascensore li conosciamo tutti. Io dico solo che non lo avrei fatto così, avrei realizzato scale mobili che sono più economiche, con meno manutenzione, trasportano più persone ed impattano meno l’ambiente, che in quella zona è già disastrato di suo.

’ Da assessore alle finanze ha dovuto gestire un Piano di rientro da 50 milioni di euro in dieci anni. In pochi avrebbero accettato la sfida: perché lo ha fatto, cosa le ha fatto ritenere che fosse possibile riuscirci? E quanto è stato difficile trovare un’intesa sui tagli con il sindaco? 
La gestione del Piano di riequilibro è delicatissima e non consente distrazioni di alcuna sorta. Con il Sindaco siamo stati sempre convinti che il dissesto avrebbe distrutto la Città di Frosinone; oggi parliamo di mense, scuolabus e di altro, ma se fossimo andati in dissesto non ne avremmo proprio parlato perché i servizi a domanda individuale sarebbero stati semplicemente cancellati dai Commissari Ministeriali. E voglio ricordare che oggi dopo due anni di piano di risanamento, il Comune di Frosinone è visto all’esterno dalla Corte dei Conti, dalla Cassa Depositi e Prestiti, dalle Banche e dalle Istituzioni Amministrative come un comune virtuoso, come un esempio da seguire. E’ stata ed è ancora una sfida difficile sulla quale ci confrontiamo molto con il Sindaco, con il Presidente Piacentini che voglio ringraziare tutto ciò che fa, con gli altri Assessori e Consiglieri. Confronti stretti, anche serrati ma sempre positivi.

Qual’è stato il momento più difficile tra voi due?

Momenti difficili con Nicola? Forse l’anno scorso, quando con la revisione semestrale del Piano di riequilibrio approvata dalla Corte dei Conti tornammo felici a Frosinone ed il giorno dopo ci giunse notizia di oltre un milione euro di utenze non pagate dalla precedente Amministrazione in un sacco della spazzatura. Ecco quello ci gettò per qualche giorno nello sconforto perché quelle bollette rappresentavano ulteriori debiti non prodotti da noi e che non erano mai stati contabilizzati dalle gestioni precedenti. Ecco… la buona politica è soprattutto la buona gestione amministrativa. Il nostro credo è: mai più entrate gonfiate ad arte per far quadrare le spese, perché poi le entrate fasulle non si incassano, e le spese che corrono generano debiti che lasciamo alle generazioni che verranno. Ai nostri figli dobbiamo lasciare una Città sana dove valga la pena vivere e che attragga investimenti per creare lavoro e benessere sociale.

“ Ha messo i conti in sicurezza, assicurato un futuro finanziario alla città, tagliato tutto il superfluo, poi deve confrontarsi con un elettorato che è il primo a dover fare i conti con le ristrettezze, sono loro a pagare il peso di mense, scuolabus, servizi a domanda individuale…Non ha mai pensato: ora faccio una conferenza stampa, racconto cosa ho davvero trovato e di chi sono le responsabilità e poi me ne torno in farmacia?
Io penso che i Cittadini di Frosinone ormai abbiano ben compreso il caos che abbiamo trovato nei conti, e comprendano l’attuale situazione dopo tre anni dal nostro insediamento, con un Comune che oggi è purtroppo indebitato per altri otto anni ma con i conti finalmente in ordine. Ma arrivare a questo risultato non è stato facile…. mantenere il timone dritto nella tempesta non è semplice ed occorre strategia e programmazione per sapere dove andare. Abbiamo azzerato le spese di rappresentanza, abbiamo tagliato i Dirigenti Comunali e ridotto le spese per il personale, abbiamo condotto una lotta all’evasione tributaria che ci consente di mantenere le tasse comunali in media nazionale e permetterci anche qualche riduzione a vantaggio di tutti come abbiamo fatto quest’anno con la TARSU, abbiamo aumentato sensibilmente il gettito che deriva dalla pubblicità con un rinnovamento totale della cartellonistica – a costo zero per le casse comunali – che ha un nuovo “look” più accattivante per le aziende che investono, abbiamo azzerato i debiti con 350 aziende fornitrici che ci ha consentito di salvare oltre 1000 posti di lavoro nella nostra Provincia, e risparmi da ogni settore con appalti più stringenti, più specifici e meno… allegri. Sono questi gli argomenti che danno la dimensione della virtuosità della nostra azione amministrativa e che poi ovviamente si riflettono sul “trend” dei numeri, non suscettibili di opinioni, che testimoniano una costante riduzione del disavanzo comunale finalizzata al risanamento delle casse. E questo è costato sacrifici enormi, nulla avviene per caso !!!
Ma su un punto voglio focalizzare l’attenzione. Anche se viviamo in un Comune alle prese con un piano di riequilibrio rigorosissimo, un pensiero speciale lo dobbiamo alla cultura. L’incremento della cultura deve essere al primo posto dell’agenda di un’Amministrazione che vuole far crescere una città ed i propri figli. E questo è uno dei motivi dell’acquisto del Teatro Nestor che è diventato di proprietà comunale, di un Festival dei Conservatori ormai di caratura nazionale e la prossima stagione anche internazionale, di stagioni teatrali estive ed invernali dove la gente si accapiglia per trovare un posto e che fanno registrare il “sold out”, di manifestazioni culturali estive stracolme di gente, ma anche di una Passione Vivente a Pasqua che ha registrato un interesse straordinario. Il Maestro Claudio Abbado ripeteva spesso: “La cultura è un bene comune primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti. La cultura permette di distinguere tra bene e male, di giudicare chi ci governa. La cultura salva.” E queste parole devono illuminare il nostro cammino e devono darci la forza di andare avanti.

” Lei ha guidato l’Ater e l’Agenzia di Formazione, quando si trattava di mettere a posto i conti. Stessa cosa per il Comune. Non teme di ritrovarsi cucita addosso la fama di un personaggio alla Edward Mani di Forbice?

Mani di forbice tagliava tutto in maniera orizzontale e senza discriminazioni, io cerco di tagliare la spesa improduttiva, cerco di comportarmi come faccio a casa mia o nella mia farmacia, né più e né meno. Analizzo i capitoli di spesa individuando le voci passibili di revisione per evitare inefficienze o sprechi di denaro e contemporaneamente cerco di incrementare le entrate. Questo è ciò che ho fatto quando ero in Commissione Bilancio da Parlamentare, e da Presidente sia dell’ATER e da Presidente dell’Agenzia di Formazione. Ed i risultati sono stati sempre visibili e riscontrabili. L’obbiettivo, a casa mia come oggi al Comune di Frosinone, è quello di pervenire sempre ed ogni giorno di più ad un efficiente controllo nell’utilità effettiva della spesa, ad un incremento delle entrate e quindi a gestire in maniera più produttiva possibile il denaro pubblico per ottenere risorse da destinare agli investimenti, allo sviluppo ed alla crescita. Non è facile, ma posso dire che al Comune di Frosinone, nonostante il pesantissimo debito ereditato, ci stiamo riuscendo e si vede.

• Cos’altro si potrebbe fare per risparmiare ancora e rendere più efficiente il Comune ?

Io lo dico anche se so di farmi qualche nemico, ben sapendo che la strada ormai è obbligata ed i tempi iniziano ad essere maturi. Occorre accorpare i Comuni per aree omogenee, condividendo funzioni e servizi ma soprattutto mettendo da parte non solo i campanilismi, ma anche gli interessi dei partiti e quelli dei privati. Se trenta comuni decidessero di unirsi e fare un solo appalto per le mense, per gli scuolabus, per le forniture degli uffici, per la gestione del gas e dell’illuminazione pubblica si risparmierebbe o no? Bisogna entrare nell’ordine di idee che la gestione delle risorse è basata sui soldi dei contribuenti e che questi sono soldi nostri. L’accorpamento deve essere un obiettivo dipendente da una logica di risparmio ed efficientamento dei servizi per cancellare spese spesso duplicate e ridondanti. Io penso che nella nostra provincia non esistano problemi territoriali che non permettano questo traguardo, penso che sia ormai solo un problema di volontà e superamento di pregiudizi anacronistici. Ma se consideriamo che sono soldi nostri e che potrebbero essere gestiti meglio ed in maniera più produttiva, potrebbero cambiare anche tante opinioni contrarie.