Mastrobuono come ‘El Nino’: tutte le vittime del fuoco amico

Hanno perso tutti, tranne Nicola Zingaretti. Molti sono stati abbattuti da un “fuoco amico” micidiale, esploso da “cecchini” degni di American Sniper. Solo però che non hanno capito che alla fine il risultato sarebbe stato lo stesso di sempre: in provincia uno contro l’altro, mentre Roma si godeva il solito “divide et impera”. La lunga vicenda della Asl di Frosinone merita riflessioni a voce alta.

Cominciando da Isabella Mastrobuono, l’ex direttore generale. E’ stata tradita dalla politica romana. Nicola Zingaretti l’aveva proposta per la guida dello Spallanzani di Roma, a fine luglio scorso. Una fuga in avanti azzardata perché quel posto è molto ambito. Da quel momento sono iniziati i “guai” per la Mastrobuono. Il comitato scientifico dell’ospedale si è messo di traverso, il Ministero pure. A quel punto la professoressa si è chiusa a riccio a Frosinone, andando allo scontro con Alessio D’Amato, il capo della cabina di regia della sanità regionale. Il colonnello più vicino a Zingaretti. Il no della conferenza dei sindaci era scontato (e probabilmente è stato pianificato a tavolino per il mero rispetto della procedura). Meno scontato il giudizio negativo dell’Organismo Indipendente di Valutazione. Ma adesso la Mastrobuono sta preparando un “ricorsone” che presenterà al Tar del Lazio. Con l’obiettivo di fare “giurisprudenza”. Alla Regione Lazio lo sanno e lo temono. La manager potrebbe tornare in sella e a quel punto alla Asl di Frosinone scatterebbe una resa dei conti da far impallidire le trame di casa Borgia.

I nomi locali per il posto di manager sono sempre stati soltanto due: Renato Sponzilli e Narciso Mostarda. Il primo confidava nel sostegno del consigliere regionale Mauro Buschini e di Francesco De Angelis, i quali però non hanno combattuto alcuna “battaglia” per lui. Che abbia pesato il “peccato originale” di essere stato nominato al vertice della Asl di Latina dall’allora capogruppo regionale del Pdl Alfredo Pallone, in pieno mandato di Renata Polverini? Che la sponsorizzazione politica della senatrice Maria Spilabotte (Pd) abbia influito negativamente sul convincimento di Buschini e De Angelis?

Il secondo poteva avere il sostegno dei due. Oltre a quello di Giacomo D’Amico, vicecapo di Gabinetto del consiglio regionale. Non proprio l’ultimo arrivato. Ma il “fuoco incrociato” di Maria Spilabotte e di molti altri deve aver convinto Zingaretti che la pista locale gli avrebbe procurato più problemi della… Mastrobuono.

A quel punto il Governatore ha deciso per il commissariamento ed è arrivato Luigi Macchitella. Il quale ha già iniziato a tessere la tela per costruire un rapporto con gli amministratori locali.

Non potrà però nominare i direttori sanitario e amministrativo. Il che significa che Roberto Testa e Mario Piccoli Mazzini resteranno al loro posto. Che sia un segnale verso Isabella Mastrobuono? La professoressa però ha lo stesso atteggiamento di Valentino Rossi verso Marc Marquez: non perdona.

I sindaci sono rimasti delusi, dopo che i consiglieri regionali li avevano chiamati a raccolta. Delusi pure molti medici della Asl, che speravano in una svolta locale. Sindaci e medici sono senza rappresentanza “politica” in questo momento.

Il consigliere regionale Mauro Buschini non è riuscito a “spuntare” neppure il direttore sanitario. Ha messo in moto il meccanismo per estromettere la Mastrobuono, ma si è fermato lì. Daniela Bianchi (Sel) e Marino Fardelli (Lista Bongiorno) inesistenti sulla vicenda della sanità. Mario Abbruzzese (Forza Italia) ha portato avanti la tesi del manager locale. Ha strillato, ma non ha ottenuto nulla.

Nicola Zingaretti ringrazia tutti. Ma pure lui si sta preparando a fronteggiare il “ciclone” Mastrobuono.