Il vice premier fa tappa a Frosinone. Per comodità logistica. Ma sulla sua cena e sulla notte a Frosinone si scatenano le indiscrezioni più impossibili. Tra le quali...
Le versioni sono due. Solo in parte si sovrappongono. Poi diventano del tutto opposte. La parte che si sovrappone alla perfezione: il vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini domenica sera ha cenato a Frosinone nel ristorante La Trattoria e poi è andato a dormire nella suite dell’Hotel Testani, di fronte al casello A1.
È arrivato tardi, intorno alle 22: stravolto dopo una giornata che lo ha visto impegnato tra Roma e Latina per la campagna elettorale, costantemente con l’occhio alle agenzie di stampa che rilanciavano i colpi di spillo del Movimento 5 Stelle, pronto a respingere gli attacchi al sottosegretario Siri e capovolgere il fronte dicendo ai grillini di tapparsi la bocca.
Maglietta amaranto del Reparto Mobile della Polizia di Stato, pantalone blu, due fosse come una trincea sotto gli occhi con le palpebre stanche: Matteo Salvini si apparta con il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e con il vice capogruppo a Montecitorio Francesco Zicchieri.
Entrambe le versioni parlano di una cena molto leggera e veloce. L’indomani Matteo Salvini deve alzarsi presto per andare a Pietrelcina. La Trattoria ed il Testani sono strategici perché stanno di fronte al Casello: non c’è traffico da affrontare ed in un attimo si sta dentro la A1
Versione 1 – Il Matteo Furioso
La prima vulgata parla di un quarto commensale: il senatore Umberto Fusco, già Coordinatore delle Province del Lazio ai tempi di Noi con Salvini; fu lui a mettere fuori Gabriele Picano e Antonio Occhiuto, prendendo il timone delle trattative a Cassino che tre anni fa portarono all’elezione di un vicesindaco e due consiglieri comunali con l’elezione di Carlo Maria D’Alessandro a sindaco.
Ma Fusco nega. «Non posso confermare questo dettaglio: non ho cenato a Frosinone domenica sera. E poi non avrei avuto motivo di andare fino in Ciociaria: Matteo lo avevo già visto a Latina e se c’è bisogno di parlarci ci sentiamo senza problemi al telefono o ci incontriamo a Roma in un attimo. No, escludo di essere stato a Frosinone e quindi non so nemmeno se ci fosse Matteo».
La prima vulgata vuole che il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani sia stato tagliato fuori dalla cena. Neanche questo dettaglio trova conferma. Ottaviani non c’era «ma è stata una cosa decisa all’improvviso, quando mi hanno chiamato ero a Roma e non sarei potuto arrivare prima delle 23: troppo tardi per gli orari del Ministro. L’ho salutato al telefono. Non so se si sia trattenuto anche per la notte».
Ha dormito lì. E durante la cena – sostiene la prima versione – ha detto che le cose nel Lazio non vanno, sono da rivedere. È soddisfatto del lavoro fatto da Claudio Durigon e da Francesco Zicchieri: ma vuole anche i numeri. Che al momento non ci sono: alle Provinciali di Latina Claudio Fazzone ha preso 3 consiglieri per Forza Italia lasciandone 0 (zero) alla Lega; alle Provinciali di Frosinone la Lega ha preso altrettanto 0 (zero) consiglieri mentre ne hanno eletto nella sua lista 1 Polo Civico e 1 Movimento Italia. A salvare la situazione ci ha pensato oggi Nicola Ottaviani, facendo dichiarare al suo Andrea Campioni di aderire al Gruppo Provinciale della Lega.
Non solo le provinciali. Il racconto riferisce del malcontento del Capitano per il modo in cui sono state gestite le trattative per le Comunali di Cassino, la candidatura finita nelle mani di Forza Italia per l’incapacità del Carroccio. Malcontento anche per il ruolo opaco di Nicola Ottaviani: è l’unico sindaco di capoluogo che la Lega ha nel Lazio ed all’assemblea regionale non viene fatto intervenire…
Spizzicando la cena, Matteo Salvini avrebbe annunciato l’arrivo di un rinforzo per l’organizzazione Regionale. Anche perché Zicchieri è sempre più impegnato a Montecitorio. A Frosinone – si sostiene – potrebbe tornare con i poteri di commissario provinciale il senatore Umberto Fusco che già conosce il territorio, gli uomini, le situazioni. Fusco nega ogni cosa: «Francesco è un amico, è stimato da Matteo Salvini. Non mi risultano cose diverse».
Versione 2 – Il Matteo istituzionale
La seconda vulgata racconta di un Matteo Salvini impegnato a marcare a uomo Luigi Di Maio. E neutralizzare a distanza ogni mossa dei 5 Stelle. Con la testa già concentrata sugli impegni dell’indomani nel Beneventano.
Con Francesco Zicchieri e Claudio Durigon avrebbe parlato delle elezioni Europee, chiesto conferme sulle preferenze che riusciranno a tirare fuori dal Lazio.
Polemiche? Nessuna. Rimproveri? Nemmeno. Anche perché Matteo Salvini non aveva alcuna necessità di trovarsi di fronte i suoi referenti nella Regione se avesse dovuto imputargli qualcosa. Gli sarebbe bastato sollevare il telefono.
Nella seconda versione spariscono i commissariamenti per Frosinone, rimane una sollecitazione ad un ruolo di maggiore visibilità per il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani: «Però deve trovare una soluzione politica alla questione della moschea».
Le Provinciali? Mai citate. Il commissariamento di Frosinone? «Ma con tutti i problemi che ha in Europa e in Italia, vi sembra possibile che – con tutto il rispetto – Matteo Salvini abbia potuto preoccuparsi del commissariamento di Frosinone?»
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