E Salvini fece l’accredito per lo stadio di Frosinone

Il leader della Lega ha fatto l'accredito per assistere a Frosinone-Milan. Se ci sarà davvero dipenderà solo da quante reazioni susciterà questa o un'altra piazza. Intanto cerca un nuovo nemico. Ma dà una notizia: con i Cinque Stelle andranno avanti. Certo: e quando ricapita?

Un posto riservato in tribuna d’onore nello stadio Benito Stirpe. Questura e carabinieri già allertati per il servizio d’ordine. Se la poltroncina di Matteo Salvini, ministro dell’Interno e vice premier di questo governo, verrà occupata o resterà vuota, si saprà soltanto all’ultimo minuto utile mercoledì: questioni di sicurezza, di agenda, di scelte personali.

L’accredito è stato fatto nella mattinata di lunedì 24 dicembre. Ma se Matteo Salvini sceglierà se essere in prima fila a Frosinone dipenderà solo da un fattore: da quanto verrà bene il selfie, quanti clic potrebbe ottenere la foto scattata nello splendido stadio realizzato con testardaggine ed orgoglio ciociari. Se ci sarà uno scenario capace di sollevare ancora di più l’attenzione andrà lì, se farà discutere di più la sua presenza a Frosinone assisterà alla partita.

Perché il vice premier è in costante campagna elettorale, alla ricerca di una strategia della tensione comunicativa che sia sempre al massimo, fedele a quell’antico principio base secondo il quale ‘nel bene o nel male basta che se ne parli’.

È lo stesso motivo per cui ora attacca dicendo «Quanto stanno rosicando i giornaloni di sinistra, i conduttori di sinistra, i professoroni, la Boldrini, la Fornero e Monti… due che parlano dopo aver causato 5 milioni di nuovi poveri. Io tiro dritto, ogni giorno leggo “Salvini si dimette, Salvini litiga con questo e quello”. Invece io dico che qui siamo e qui rimaniamo, anche se il nostro è il governo più massacrato della storia della Repubblica. Noi restiamo al nostro posto con il consenso che gli italiani ci hanno dato e ci stanno continuando a dare. Non mi piango addosso».

Matteo Salvini lo ha detto subito dopo l’approvazione del maxiemendamento e in pieno clima natalizio. Alcune considerazioni. La prima: i giornaloni non stanno rosicando. Anzi. Loro non usufruiscono dei contributi all’editoria. Ma si papperanno tutta la fetta di pubblicità e di lettori che tra poco resteranno orfani dei loro piccoli giornali locali. I piccoli giornali e le televisioni non rosicano, sono preoccupati. Parliamo di migliaia di persone, considerando l’indotto, che alla vigilia di Natale hanno avuto la conferma che il governo e questa maggioranza vogliono far chiudere centinaia di realtà editoriali.

La seconda considerazione: Salvini continua ad invocare nemici e avversari. Boldrini, Fornero, Monti. Prima Moscovici e Junker. Adesso non più dopo che il governo ha riscritto la manovra sotto dettatura europea.

Magari Salvini teme che l’Ue possa ripensarci. Quindi “il governo più massacrato della storia”. Vittimismo preventivo, tipo di tutti quelli che sono in difficoltà. Il “lasciateci lavorare” è dietro l’angolo.

L’unica vera notizia è che Lega e Cinque Stelle andranno avanti insieme. Normale. Quando ricapita una cosa del genere? Ma se proprio sono sicuri di avere il vento in poppa nei sondaggi, perché non andare ad elezioni anticipate? Dopo la “manovra del popolo” dovrebbe essere una passeggiata.

Oppure no? Oppure il vento sta cambiando? Come quel sondaggio che allarma Salvini relativamente alle roccaforti della Lega, soprattutto in Veneto?