E la Chiesa lascia a piedi il Carroccio: «Il vostro P Maurizio non è un prete cattolico»

Maurizio Raimondo, il padre spirituale imposto dai vertici della Lega al Direttivo Provinciale di Frosinone non è un prete cattolico. La Chiesa non vuole essere accostata a lui. Thaira Mangiapelo, che aveva chiesto chiarimenti, è stata espulsa dalla chat dei dirigenti del Carroccio

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Non è un prete cattolico, non fa parte di alcuna delle diocesi della chiesa Cattolica. ‘Padre’ Maurizio Raimondo, il padre spirituale che sta spaccando il Direttivo Provinciale della Lega di Frosinone non risulta nei ruoli custoditi presso la Città del Vaticano. Non risulta sia stato rilasciato a suo nome alcun ‘Celebret‘: il documento che attesta il permesso a celebrare la Messa ed amministrare i sacramenti.

Il caso è esploso dopo lo scontro interno alla Lega, nato per la sua presenza nella chat riservata ai dirigenti provinciali del Carroccio. (leggi qui Scontro nella Lega per il padre spirituale imposto al Direttivo provinciale) Lo ha aggiunto Carmelo Palombo, coordinatore provinciale della Lega. Lui si è presentato definendosi “Onorato di essere Leghista e P.Spirituale” e poi ha iniziato a dispensare benedizioni ed esortazioni.

Fino a quando il consigliere comunale di Frosinone Thaira Mangiapelo non ha iniziato a sollevare dubbi: “A quale diocesi appartiene? E perché deve stare in una chat riservata alle comunicazioni politiche?”. Innescando uno scontro sempre più accesso. Nel quale l’onorevole Francesca Gerardi si è più volte scusata con “P Maurizio” per le offese che gli venivano rivolte. Ed il coordinatore Carmelo Palombo ha bollato come «inaccettabile il modo, il linguaggio ed il tono che molti di voi hanno usato». Rivelando alla chat che «Padre Maurizio non è un semplice tesserato della Lega».

Segue la minaccia di sanzioni disciplinari. La prima delle quali è l’immediata esclusione di Thaira Mangiapelo dalla chat.

 

Nonostante altri dirigenti lo abbiano chiesto, Carmelo Palombo non ha voluto spiegare cosa significasse la frase «Padre Maurizio non è un semplice tesserato della Lega».

Di certo non è un prete della chiesa cattolica romana. E a meno che non si tratti di un clamoroso caso d’omonimia, su un Maurizio Raimondo c’è un fascicolo riservato presso il delegato per l’Ecumenismo della Conferenza Episcopale del Lazio.

Il suo intervento è stato sollecitato da alcuni parroci della diocesi di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo. Ai quali un Maurizio Raimondo si è presentato come prete ortodosso “pronto a collaborare, se mi dai un posto dove sistemarmi“.

Qualcuno gli ha concesso di amministrare la confessione. Ma subito sono scattati i dubbi. Negli anni Novanta accadde che un finto parroco fosse riuscito ad infiltrarsi, celebrando Messe, amministrando i sacramenti, impartendo benedizioni ed assoluzioni.

Così è scattato subito la verifica. Risultato: negativo. Non risulta un prete con il nome di Maurizio Raimondo che corrisponda ai dati forniti. Tra gli Ortodossi? Una prima indagine ha dato esito altrettanto negativo. Circostanza della quale è stato subito informato il vescovo Gerardo Antonazzo. Che senza perdere tempo ha riunito il clero e ordinato la massima vigilanza e severità nel controllo dei documenti di chiunque si presenti come presbitero e non sia personalmente conosciuto.

Una nota è stata predisposta per la Nunziatura Apostolica in Italia e per il Ministero dell’Interno Dipartimento degli Affari di Culto. Ma nessuno sa se sia stata inoltrata: il fascicolo è secretato e solo il vescovo Antonazzo può accedervi.

C’è un punto di contatto tra i due Maurizio Raimondo: quello che è stato inserito nella chat della Lega e quello con il quale la Chiesa Cattolica ha messo bene in chiaro di non avere niente a che spartire. È la Comunità L’Abbraccio, definita Onlus Ecumenica, con sede legale ad Alvignano, in provincia di Caserta.

Nella brochure di presentazione vengono messi in evidenza i due centri di Aquino e Piedimonte San Germano. Il primo è in un appartamento in centro. Viene definito “Comunità di prima accoglienza per uomini e donne con disagi sociali e dipendenze da droga, alcol e gioco“.

Nulla di illegale. Fino a quando Maurizio Raimondo non si presenta come prete. E infatti, nei tanti messaggi lasciati in chat non lo ha mai fatti: si è sempre firmato P Maurizio. A chiamarlo ‘Padre Maurizio‘ sono stati il coordinatore provinciale Carmelo Palombo e l’onorevole Francesca Gerardi.

E le benedizioni? Chiunque sia battezzato può benedire. Ma esistono due tipi di benedizione nella Chiesa Cattolica: quella Invocativa (quando diciamo “Che Dio ti benedica”) e quella Imperativa con cui si comanda che il bene discenda sulla persona che la riceve (quando il presbitero dice “Vi benedica Dio onnipotente”).

E P Maurizio non ha mai scritto sulla chat della Lega alcuna benedizione imperativa. Nemmeno avrebbe potuto perché è prerogativa esclusiva degli ordinati.

Sulla chat non ha commesso abusi, né di tipo religioso né di tipo penale. Resta da capire però, perché la Lega lo abbia scelto come padre spirituale imponendolo al Direttivo Provinciale di Frosinone. E perché abbia tenuto nascosto a tutti che non si tratta di un prete cattolico. Soprattutto di una persona con la quale la Diocesi non vuole essere in alcun modo accostata.

E perché, chi ha fatto domande in modo troppo insistente, è stato espulso dalla chat.