Mazzaroppi: “Nel nome di Nenni e dei sindaci”

Il significato della candidatura di Libero Mazzaroppi. La Comunità democratica che riconosce il ruolo dei sindaci. E la storia socialista. Il fronte del sud "Nessuno di noi è ostile ad Enzo Salera”. I valori fondanti: "Quelli delle tre spighe di grano”

La cannata con le spighe di grano ha trovato spazio in un angolo del suo ufficio in Comune, ad Aquino. Un angolo verso il quale volgere lo sguardo ogni volta che c’è bisogno di un consiglio, per affrontare le mille sfide che un amministratore si trova davanti ogni giorno. Dal piccolo problema del cittadino che si lamenta perché la lampadine dal lampione davanti a casa sua è fulminato al grande progetto con cui recuperare il palasport o dare una prospettiva all’antico aeroporto militare.

Un’occhiata basta per ritrovare l’ispirazione, pensando alle sue radici, alla sua storia, ai valori ereditati. Quella cannata era di suo nonno, lo stesso cui venivano indirizzate le lettere di Pietro Nenni che campeggiano adesso sulle pareti di quella stanza, incorniciate affinché il tempo non le logori. 

Sulle orme di nonno Nicola

Libero Mazzaroppi

Libero Mazzaroppi, fin da bambino, sognava di emulare la carriera di suo nonno, Nicola, storico sindaco della cittadina.  A cinque anni, a bordo della Prinz del papà, girava le strade del paese per annunciare i suoi comizi; nel 1975, a soli 10 anni, era lui stesso a parlare dal megafono della Fiat 128, che nel frattempo aveva sostituito la vecchia auto. La frase che ripete sempre l’ha presa in prestito proprio da colui che inviava lettere dal tono amicale a suo nonno, appellandolo  “caro compagno sindaco”, nonostante la distanza che dovrebbe esserci tra il primo cittadino di un piccolo comune e il vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Lo storico leader del Partito Socialista Pietro Nenni aveva detto “io non rinuncio ad un sogno”.

E Mazzaroppi, nipote, quel sogno l’ha raggiunto:  da dieci anni guida la città di Aquino, come aveva fatto suo nonno. Animato dagli stessi principi, quelli simboleggiati da quella spiga di grano. Le Tre Spighe di Grano erano il simbolo delle liste civiche in cui confluivano a livello comunale i socialisti, i socialdemocratici ed i comunisti. Un’alleanza nel nome dei contadini che puntavano a rappresentare, di un territorio che volevano affrancare, di uno sviluppo che volevano centrare. Valori di un tempo che ora punta a portare anche al Consiglio Regionale del Lazio: lì lo ha chiamato il Partito Democratico in rappresentanza del vasto mondo di amministratori comunali della provincia di Frosinone.

Il socialista non omologato

Libero Mazzaroppi con Sara Battisti
Quando glielo hanno chiesto cosa ha pensato.

Che avessero sbagliato numero e che intendessero chiamare un altro sindaco. A Francesco De Angelis ho risposto d’istinto: “France’ guarda che sono Libero Mazzaroppi, il sindaco di Aquino”.

E lui?

E lui mi ha risposto: “Lo so benissimo. Io proprio con te volevo parlare”.

E perché le sembrava strano che la stessero cercando per candidarla?

Perché io ho mantenuto quella matrice rivoluzionaria che appartiene a tutti i vecchi militanti del Partito Socialista. Con il Partito Democratico ho sempre avuto un rapporto di amore ed odio a fasi alterne perché non mi sono mai omologato al pensiero unico. A me piace la discussione, il confronto. Proprio per questo non immaginavo che cercassero proprio me per candidarmi.

Cosa significa questa candidatura?

Significa che il Partito Democratico ha capito che deve allargarsi se vuole aprirsi alla società com’è mutata in questi anni. Chiamando me ha riconosciuto il ruolo dei sindaci ed il loro impegno in prima linea verso i bisogni della gente. Amplia il campo della comunità democratica a quel perimetro che fu di mio nonno, nell’alveo di quella cultura socialista che ha fatto la storia del nostro Paese. Una cultura che ha difeso gli ultimi, che ha lottato per la democrazia, che ha contribuito a scrivere la Costituzione.

È Pensare… Democratico

Marco Delle Cese e Libero Mazzaroppi
Quanto si riconosce nel partito Democratico?

Mi candido nella lista del Partito Democratico di cui condivido i valori, le idee, il progressismo; sostengo i programmi e la visione del futuro del nostro territorio incarnati da Pensare Democratico. Lo faccio agendo sempre fedelmente alla mia storia, a quella di mio nonno, lontano da ogni logica trasformista, orgoglioso di non aver mai ceduto alle lusinghe di parti lontane dal mio modo di approcciare la realtà”.

A chi si rivolge questa candidatura?

Si rivolge e personalmente mi rivolgo ai tanti che dopo la diaspora socialista non hanno avuto più punti di riferimento. A chi magari si è sentito escluso, a chi forse ha provato una sensazione di debolezza in un Partito così grande, nato dalla fusione dell’area centrista con quella più a sinistra. Per tutti loro la mia figura può rappresentare una garanzia, perché io in questi anni non ho mai smesso di sentire forte dentro di me questi valori. Chiedo a tutti loro di alzarsi in piedi, di mettersi in gioco, per affermare i nostri pensieri. Questi sentimenti, queste ideologie restano le nostre, ma stare insieme in questo Partito per me rappresenta una ricchezza.

La cannata e la lettera

C’è un fronte del sud?

Faccio mie le parole della nostra capolista Sara Battisti. Che ieri all’inaugurazione del suo comitato elettorale di Cassino ha detto  “Nessuno, tra di noi, ha l’interesse a far venir meno un’amministrazione comunale che è governata dal Partito Democratico”. Nessuno di noi ce l’ha o può avercela con Enzo Salera. È evidente che ci siano sensibilità diverse e due modi differenti di interpretare il rapporto con il Partito. Il Fronte del Sud è quella Comunità di amici – sindaci – amministratori democratici del Cassinate che fanno squadra a prescindere. Abbiamo affrontato e risolto molti problemi. Ci siamo uniti nell’Unione Cinquecittà ottimizzando i costi. Abbamo la fortuna di avere tutti un amico in comune, Marco Delle Cese che è il catalizzatore di questa sintesi. (Leggi anche I sassolini di Sara: “Ora basta, non sono nemica di Cassino”).

Crede nell’elezione?

I sondaggi dicono che il centrodestra è in vantaggio. Per fortuna. Fu così con Badaloni, con Marrazzo, con Zingaretti tutt’e due le volte. Va bene così. Per me va bene la frase di Nenni: “Anche questo sogno può diventare realtà”. Lo dice con lo sguardo rivolto a quella cannata e a quelle spighe. Ed a quella lettera, dietro al vetro: “Tuo Nenni”.