Meloni incollata a Salvini, Pd sotto il 20%

I dati del sondaggio Swg resi noti da Enrico Mentana sono differenti da quelli Ipsos. Entrambi non coincidono con quelli Tecné. Ma tutti però dicono che continua la crescita dei Fratelli d’Italia e la flessione del Carroccio. Forza Italia stabile, scendono Dem e Cinque Stelle. Ma senza alleanze in tanti starebbero sotto la soglia di sbarramento. Cosa ha detto oggi il Cav

Diversi, come è normale che sia: ognuno usa un campione diverso, un metro differente, un proprio metodo di approssimazione. Il sondaggio Ipsos della settimana scorsa sull’orientamento degli elettori non coincide con quello di Tecné – Dire e nenache con quello di Swg per La7. Ma tutti, al di là dei numeri, registrano le stesse tendenze. (Leggi qui il sondaggio Ipsos e qui la rilevazione diffusa sabato da Dire).

I numeri di Mentana

Il sondaggio Swg del 21 giugno

Il sondaggio più fresco è quello realizzato da Swg e diramato ieri sera da Enrico Mentana su La7.

Ci sarebbe soltanto uno 0,7% a separare la Lega di Matteo Salvini dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Ma è il trend che allarma lo stato maggiore leghista e spinge ancora di più verso il Partito unico con Forza Italia. Perché rispetto al 14 giugno scorso la Lega perde ancora, lo 0,3%. Mentre i Fratelli d’Italia crescono ulteriormente: +0,1%.

E’ un momento decisivo perché le rilevazioni stanno dando la dimensione di crescita di Giorgia Meloni. Fino dove può arrivare e dove si può fermare. Non è ancora chiaro e questo toglie letteralmente il sonno al Capitano del Carroccio.

Il Partito Democratico continua coni suoi saliscendi, ma soprattutto con i suoi imbarazzi. È al 18,6%, era al 19% sette giorni fa. Perde lo 0,4%. Ma soprattutto va ancora una volta sotto il 20%. Non è un bel segnale per Enrico Letta.

Perde lo 0,2% anche il Movimento Cinque Stelle e passa dal 16,2% al 16%. E questo è un altro elemento che dice come la leadership (sempre in pectore di Giuseppe Conte) non dà la spinta ad un Movimento che ha un dna politico completamente diverso da quello dell’ex presidente del consiglio dei ministri.

Il sogno di Silvio

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi (Foto: Alessia Mastropietro / Imagoeconomica)

Forza Italia resta stabile con il 6,8%. Non è tantissimo, ma è abbastanza per ridare a Matteo Salvini la leadership del centrodestra. Silvio Berlusconi lo sa e lo farà pesare moltissimo.

Lo ha lasciato intendere poche ore fa, in occasione della presentazione del candidato alla presidenza della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. “Con Giorgia e Matteo stiamo facendo un ottimo lavoro – ha detto Berlusconi – e sono certo che anche alle elezioni comunali riusciremo ad avere un buon risultato. Stiamo lavorando bene con le altre forze del centrodestra. Credo davvero che da qui al 2023 costruiremo un unico partito del centro-destra, un ‘partito repubblicano’ sul modello americano, nel quale il centro e la destra democratica si trovino insieme per governare il Paese: il Centro destra italiano”.

Da abilissimo comunicatore, Silvio Berlusconi ha dato anche una radice al progetto. Attribuendogli così una solidità che le cose nuove non hanno. Lo ha fatto dicendo “Sogno dall’inizio della mia discesa in campo un movimento politico che possa rappresentare la maggioranza degli italiani e che possa dare stabilità al governo del centro-destra e ai governi futuri, che ho chiamato appunto il Centro destra italiano“.

Sotto il podio

Cresce Azione di Carlo Calenda: dal 3,4% al 3,8%. Uno 0,4% significativo. Aumenta pure Sinistra Italia di Nicola Fratoianni: da 2,3% a 2,5%. Quindi +0,2%. Articolo 1-Mdp è al 2,4% (+0,1%). Soltanto dopo c’è Italia Viva di Matteo Renzi: 2,3%, in aumento dello 0,3% però. Ma in ogni caso l’ex rottamatore rimane irrilevante nelle dinamiche elettorali. Non in quelle parlamentari però.

Vittorio Sgarbi (Foto: Imagoeconomica, Stefano Carofei)

Quindi +Europa all’1,9% e Verdi all’1,8%. Entrambe le formazioni flettono dello 0,1% rispetto alla settimana precedente. Ma magari si potrebbe anche porre il tema dell’unità di una forza di sinistra, che magari avrebbe percentuali maggiori. Coraggio Italia di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro è all’1,3%. Aumenta dello 0,1%, ma non sfonda. Dimostrando che al centro il partito di riferimento rimane Forza Italia.

Ma chi verrebbe annullato da questo progesso di riaggregazione del centrodestra non è disposto a scomparire così facilemnte. Nel pomeriggio lo ha detto Vittorio Sgarbi.

Silvio Berlusconi crede nel Partito unico? Lo fa per disperdere… le perdite di Fi: la sua creatura è ormai un marchio del secolo scorso, come il Fernet Branca, un ragazzo di oggi che ne sa? Berlusconi pensa che fondendosi con Salvini, il limite ‘anagrafico’ di un Partito troppo grosso, troppo immobile, che vale di fatto il 4/5% si annulli. Il Partito unico conviene solo a lui, non a noi.

Chiavi diverse

Vittorio Sgarbi oggi respinge fermamente l’idea del Partito unico, così come della federazione di centrodestra. “La varietà è una ricchezza -assicura il critico d’arte- ed è molto più utile diversificare l’offerta, arricchendo le proposte del centrodestra con i temi della cultura, dell’arte, del turismo. Per riprendere un po’ di quel 30% che aveva Fi devi mettere insieme realtà diverse: un po’ di Cambiamo, un po’ di Rinascimento, un po’ di Noi con l’Italia, ecc. Nella scomposizione, mentre solo Fi più del 5% non vale, con gli altri si può arrivare oltre il 15%“.

Enrico Mentana (Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)

Ma c’è anche un’altra chiave. Nell’analisi del sondaggio La7 rileva: “Senza una reunion con Articolo 1-MDP, entrambi i partiti di sinistra (ndr: l’altro è La Sinistra) sembrerebbero essere destinati a non superare la soglia di sbarramento che, se non verrà cambiata a breve la legge elettorale, è fissata al 3%. Asticella che al momento sarebbe lontana anche per Matteo Renzi nonostante il balzo nel sondaggio di Italia Viva, mentre continuerebbe a crescere il nuovo soggetto Coraggio Italia che, insieme a Italia Viva, Azione e +Europa, potrebbe dare vita alle prossime elezioni a un terzo polo moderato”.

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