Mentre il centrosinistra si spacca Di Stefano annuncia la candidatura

Luca Di Stefano è ufficialmente candidato a sindaco. Sabato pomeriggio si presenterà alla stampa con le sue liste. Il centrosinistra è in stallo con Si Può Fare, Pd e Cinque Stelle arroccati ciascuno sul proprio candidato sindaco: per Maria Paola D’Orazio la strada è tutta in salita.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Ha capito che conviene giocare d’anticipo. Mentre gli altri discutono lui si porta avanti con la campagna elettorale. Inizia la marcia di avvicinamento alle elezioni per il rinnovo del sindaco e del Consiglio comunale di Sora. Luca Di Stefano annuncia ufficialmente la propria candidatura alla carica di primo cittadino e, contestualmente, presenta le sei liste che lo sosterranno.

Lo farà sabato prossimo, 26 giugno alle 18, nel parco Santa Chiara. Lo ha annunciato con un invito ai giornalisti il comitato elettorale Per Luca Di Stefano Sindaco. Insieme a lui ci sarà un rappresentante per ciascuna delle liste che lo sosterranno. Che poi corrispondono ai cinque simboli che già circolano da qualche settimana (leggi qui Ruggeri mostra i muscoli e la Lega scalcia. Patto in bilico).

A loro si aggiunge il gruppo di Stefano Lucarelli, l’ultimo aggregatosi in ordine cronologico. (leggi qui Centrodestra nella bufera: Di Stefano conquista Lucarelli)

È già in campagna elettorale

Luca Di Stefano

A suo vantaggio ha il fatto di aver deciso di sganciarsi dai Partiti già alcuni mesi fa. E di avere cominciato già da allora a lavorare per costruire la sua coalizione. Il risultato? Sugli altri fronti politici regna l’incertezza, tanto a centrodestra e tanto a centrosinistra. Lui invece è già pronto a scendere in campo ed ha già attivato un gruppo di lavoro organizzato. Chi tira prima, tira due volte.

Ma non è finita. Gli eventi che hanno sconvolto il centrosinistra nelle ultime ore potrebbero portare altri pezzi ad aggregarsi con lui.

La decisione di annunciare ufficialmente la candidatura di Luca Di Stefano a sindaco a meno di ventiquattro ore dalla caotica riunione del centrosinistra è un chiaro messaggio agli scontenti. A cui ha voluto dire: io sono pronto e vado avanti spedito. Senza la necessità di discutere.

Ora le priorità solo soltanto due: coinvolgere i cittadini e spiegare loro i programmi e gli obiettivi per Sora. Ad aiutarlo ci saranno appunto sei liste, i cui rappresentanti verranno presentati sabato ma di cui già sono note le generalità: una è la lista che fa capo all’avvocato Marco MolliconeAdesso Tocca a Noi”; una è la lista che fa capo al consigliere di maggioranza uscente Francesco De Gasperis e al vicesindaco Fausto Baratta e si chiama “Il Grande Faro”. Una è quella del sindaco, “Made in Sora”, un’altra è “Il Centro”, quella storica di Enzo Di Stefano, papà di Luca e già sindaco della città dal 1992 al 2000. Poi ci sono ancora “Sora 2021” del consigliere uscente di maggioranza Alessandro Mosticone e quella dell’ex assessore Stefano Lucarelli che si chiama “Stefano Lucarelli per Sora

Cioffi abbandona il tavolo

Mario Cioffi

Aria di tempesta invece nella (ex?) coalizione Pd-Cinque Stelle–Si può Fare dove l’avvocato Mario Cioffi ha praticamente sbattuto la porta in faccia ai Dem. Lo ha fatto dopo che, lunedì scorso, avevano messo sul tavolo il nome della capogruppo consiliare Pd Maria Paola D’Orazio come candidata sindaco. (Leggi qui Il Pd di Sora punta su Maria Paola. E la coalizione si allarga a Vinciguerra).

Mercoledì 23 giugno si sono rivisti in un locale sul Lungo Liri a poche centinaia di metri da Ponte Napoli. “Si Può fare abbandona il tavolo delle trattative e va avanti da solo con il suo candidato a sindaco, Matteo Tuzi”. A questo punto il Pd, rimasto solo con i Cinque Stelle (forse, perché a loro volta prima di proseguire devono consultare il Meet-Up) potrebbe riaprire le trattative con Eugenia Tersigni.

A lei in queste ore si sarebbe avvicinato William Di Ruscio, l’ormai ex coordinatore di Cambiamo fuggito da Mario Abbruzzese.

Lo scontro è sulla leadership

Adamo Pantano ed Enzo petricca

Per il Partito Democratico erano presenti i commissari Stefania Martini e Adamo Pantano, Rosalia Bono e l’ex segretario Enzo Petricca. Per i Cinque Stelle Fabrizio Pintori, Enrico Bastardi e Angela Musilli. Per il movimento civico Si Può fare c’erano invece Mario Cioffi, Antonio Vitale, Gianluca Messercola e Gino Giannetti che, però è andato via poco dopo.

All’ordine del giorno c’era il ragionamento lasciato in sospeso 48 ore prima, lunedì 21 giugno. Il Pd aveva chiesto più tempo ma Si Può fare aveva dato l’ultimatum: o si decide entro mercoledì 23 oppure si sfascia tuttoperché vuol dire che non siamo capaci di fare sintesi” aveva detto Cioffi.

E così è stato. In realtà le premesse per far saltare il banco c’erano tutte perché ciascuno dei tre raggruppamenti si è seduto a quel tavolo con la volontà di portare avanti il proprio candidato sindaco.

Non è questione di nome. Lo scontro è sulla leadership” perché è ovvio che chi esprime il candidato sindaco guiderà la coalizione. Per questo nessuno dei tre finora vi ha rinunciato.

Si Può fare già da tempo aveva messo sul piatto il nome di Matteo Tuzi.

È tutta una questione di poltrone

Il post di Mario Cioffi

La riunione si è sciolta poco dopo le 23. Più tardi su Facebook è comparso un post di Mario Cioffi in cui sostanzialmente sostiene che il movimento Si Può fare andrà avanti anche da solo con il proprio candidato.

Secondo alcuni osservatori è un bluff, per alzare la posta. Infatti, al termine della riunione si sono lasciati consapevoli della necessità di una pausa di riflessione.

Lunedì Si Può Fare aveva presentato addirittura uno schema da Manuale Cencelli: loro prendono il candidato sindaco; in compenso il vicesindaco sarebbe andato ai Cinque Stelle, mentre la Presidenza del Consiglio sarebbe andata al Pd insieme a un assessorato. Si Può Fare insieme al candidato sindaco avrebbe portato in dote alla coalizione un’altra lista con nomi di area centrodestra (come una sorta di valore aggiunto) senza chiedere nulla oltre il candidato sindaco.

Gli altri tre assessori sarebbero andati alle prime tre liste in ordine di voti, delle cinque che si sarebbero presentate.

Soluzione primarie respinta al mittente

Cosa ha fatto saltare le trattative ieri sera è presto detto. Si Può Fare aveva presentato lo schema da Manuale Cencelli già lunedì. Mentre gli altri due alleati avevano: uno rilanciato sul nome di Valeria Di Folco e l’altro, il Pd, piazzato quello di Maria Paola D’Orazio.

Ieri sera lo stallo. Infatti, anche il Movimento si è presentato con la propria lista della spesa. In sostanza andava bene lo schema presentato da Cioffi a ruoli invertiti: al posto di Tuzi ci devi mettere Di Folco. Ossia il candidato sindaco Cinque Stelle. Stesso ragionamento lo ha fatto il Pd: al posto di Tuzi ci devi mettere D’Orazio.

È stato Enzo Petricca a proporre un metodo per uscire dall’impasse. Il ragionamento è stato questo: o ci si rimette a un arbitro o ci si affida ai numeri. Per questo Petricca ha proposto le primarie di coalizione. Le stesse che mesi prima aveva proposto Stefano Lucarelli prima di abbandonare il Pd e passare con Luca Di Stefano. Secca la risposta di Cioffi: “Le primarie le fa il centrosinistra. Non noi. Sono un segnale di debolezza”. E ha aggiunto: “Il problema non sono i nomi ma la leadership. Quindi finisce qui”. Petricca invece le ha difese definendole “un momento di partecipazione e democrazia”.

Un addio o un arrivederci?

Si sono lasciati con un arrivederci, prima ancora di rischiare che la situazione potesse degenerare. E il motivo è chiaro: quando il tempo stringe certi accordi politici si chiudono più facilmente. A meno che qualcuno non abbia già il piano B. Maria Paola D’Orazio sospetta che Cioffi sia già in trattiva con il centrodestra.

Qualcuno nel Pd spera invece di rompere anche con i Cinque Stelle per tentare la fusione con Eugenia Tersigni e far rientrare nell’accordo anche tutti i Tersigni, su cui proprio Cioffi aveva posto il veto. Alle 18 di oggi il Pd ha convocato una riunione urgente al Valentino per “mettere il direttivo al corrente di quanto accaduto ieri sera”.   

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