Un Messanger per Zingaretti mentre il Pd cerca la tregua

Il Pd cerca una mediazione dopo la discesa in campo di Nicola Zingaretti per la segreteria nazionale del Partito. Ipotesi Martina come traghettatore fino a marzo. Poi si sceglie il successore di Renzi. Il governatore del Lazio lancia il canale Messanger

Congresso nel marzo del 2019. È questa la mediazione intorno alla quale stanno lavorando i big del Partito Democratico in vista dell’Assemblea di sabato prossimo. Una soluzione che punta a definire un percorso unitario ed evitare strappi che la base Dem a questo punto riterrebbe incomprensibili.

A guidare il Partito sino alle prossime primarie, secondo lo schema che si va definendo in queste ore, dovrebbe essere il reggente Maurizio Martina. Verrebbe eletto Segretario in Assemblea con l’impegno, però, a non ripresentarsi nel marzo prossimo per guidare il Partito. È uno schema già utilizzato nel Partito Democratico ai tempi della segreteria di Guglielmo Epifani.

Fino a sabato prossimo tutto può ancora accadere. Non a caso, in settimana sono previste le riunioni delle varie aree interne del Pd, mentre a metà settimana potrebbe esserci un ‘caminetto‘.

Il ‘format‘ però viene definito “credibile” dai mediatori che lo stanno portando avanti.

Per il Congresso in tempi brevi si erano già pronunciati nei giorni scorsi alcuni big dem, come Paolo Gentiloni, Andrea Orlando, Dario Franceschini e Michele Emiliano. Gli unici dubbi erano stati avanzati dai renziani. Per una accelerazione si era espresso con forza anche Nicola Zingaretti, che domenica in una intervista al ‘Corriere’ ha formalizzato la sua candidatura alla leadership del Pd. Il governatore del Lazio era stato netto: “Congresso prima delle europee”. (leggi qui La sfida di Zingaretti: «Alle primarie di marzo ci sarò»)

 

MdP, niente appoggi

E a proposito di primarie Pd, oggi Mdp ha smentito un appoggio al governatore del Lazio: “Le notizie riportate oggi da organi di stampa, secondo cui autorevoli esponenti di Leu appoggerebbero ai Gazebo previsti per le primarie del Pd la candidatura di Nicola Zingaretti, sono destituite di ogni fondamento“.

Nello schema di mediazione, con l’elezione in Assemblea di Martina dovrebbero essere formalizzati il mandato della nuova segreteria e la data del Congresso. A questo scopo potrebbe essere presentato un Ordine del Giorno ‘ad hoc‘.

 

Si ragiona fino a marzo

Con la ‘deadline‘ del Congresso a marzo, gli aspiranti segretari avranno un pò di tempo un più per ragionare sulla discesa in campo. Soprattutto da parte dei renziani, al momento privi di un candidato per la guida del Partito.

Dopo l’ennesimo ‘no, grazie’ di Graziano Delrio, se vorranno mettere un campo un proprio nome i renziani potrebbero puntare su Ettore Rosato, Lorenzo Guerini, Matteo Orfini, Roberto Giachetti o puntare su un nome a sopresa come Teresa Bellanova.

Da tempo hanno dato la loro disponibilità Debora Serracchiani e Matteo Richetti, mentre di certo ci sarà un candidato dell’area che fa riferimento a Michele Emiliano (Francesco Boccia, Giuseppe Antoci o lo stesso Emiliano).

Paolo Gentiloni si è tirato fuori, mentre Carlo Calenda oggi su Twitter ha spiegato: “Non ho alcuna intenzione di farmi inghiottire da una discussione infinita su nomi e cariche. Farò la mia strada“.

 

Un Messanger per Zingaretti

Nicola Zingaretti intanto sposta la sfida sul terreno che fino ad oggi è stato dominio incontrastato di Matteo Renzi: il mondo social. Con i suoi tempi smart e la sua diffusione virale.

Zingaretti però ha deciso di portare lì il suo stile. E di non farselo imporre dal mezzo. Niente battute fulminanti, niente risposte lampo con le quali strappare un titolo d’agenzia. Il governatore del Lazio in corsa per la segreteria nazionale Pd vuole aprire il canale del dialogo, della diffusione, della chiarezza. Lo farà con un suo canale Messanger.

L’annuncio spiega che da lì sarà possibile ricevere le notizie più importanti sulle attività di Nicola Zingaretti: nel momento in cui accadono, direttamente sullo smartphone. Chiunque abbia installato Facebook Messenger potrà attivare le notifiche semplicemente cliccando su un pulsante.

Non solo. Attraverso il bot di Facebook Messenger sarà possibile dire la propria opinione e fare domande.

È la mossa con la quale rendere evidente l’apertura agli elettori. Soprattutto quelli più giovani. Colmando un ritardo abissale dei dirigenti Pd. Un modo per andare a riprendere quella parte di elettorato che si è sentita abbandonata o non rappresentata; ma anche chi – per una questione generazionale – non ha mai conosciuto il Pd, facendogli conoscere contenuti e progetto. Coinvolgendoli.

 

Cuperlo e le regole diverse

Gianni Cuperlo, ex deputato ed esponente della minoranza Pd, oggi ha detto di ritenere che «il congresso vada fatto presto e anche con delle regole diverse».

Sulle proposte di Nicola Zingaretti o Carlo Calenda in vista del congresso, Cuperlo ha sottolineato: «Vorrei con tutto me stesso questa volta che non si partisse dai nomi ma dalle idee e soprattutto da una grande capacità di ascolto di quella parte del Paese che ci ha voltato le spalle».

Il tema è quello lanciato più volte da Nicola Zingaretti: una fascia di cittadini non si è più sentita rappresentata da un Partito Democratico che ha dato l’impressione di dialogare più con i banchieri che con i precari. Su questo punto Gianni Cuperlo dice che «Se non rovesciamo la logica e non ripartiamo da chi non ha avuto più fiducia in noi, cercando di capire perché, credo che non arriveremo al traguardo».

Le divisioni all’interno del Pd non preoccupano l’ex presidente del Partito. Anzi, le ritiene una ricchezza ed un segno di vitalità assolutamente positivo. «Penso che il problema di fondo non siano le divisioni all’interno del Pd. Quando un partito discute è vivo. Un partito che non discute invece perde anche un po’ il senso dell’orientamento».

 

Renzi dirà la sua

Ancora nessuna scelta invece da Matteo Renzi, che assicura però come sia «necessario fare chiarezza». Promette che presto dirà la sua. Intanto i renziani, senza di lui, si vedranno mercoledi’ a Montecitorio alle 18: l’incontro e’ stato organizzato da Lorenzo Guerini e Luca Lotti e a partecipare saranno i dirigenti dell’area di maggioranza, a partire dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio.

L’obiettivo è quello di darsi una linea comune e anche sottolineare come qualsiasi scelta si voglia prendere debba comunque passare dai gruppi parlamentari e dalla direzione del partito dove i renziani si dicono convinti di avere ancora i numeri.

Fatto sta che gli stessi renziani sono pero’ ancora alla ricerca di una posizione unitaria e dunque anche di un eventuale candidato alle primarie.

 

Lo scenario di Franceschini

Lo scenario da evitare, è il ragionamento di un big come Dario Franceschini, è che all’Assemblea di sabato il Partito si divida. E proprio per evitare questo rischio l’ex ministro starebbe lavorando in questi giorni pronto a far pesare il proprio pacchetto di voti.