Metti una sera a cena da Rugantino: il Pd si riscopre unito

Cena a sopresa da Rugantino ad Isola del Liri. Ed a tavola si ritrovano tutti i big del Partito Democratico. I generali di oggi e di ieri: da Scalia a De Angelis, da Pompeo a Buschini, con Cittadini e Fiorletta. L'assist per il Congresso unitario è lanciato

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

Sono tutti in posa ma l’istantanea che li ritrae è leggermente mossa: segno che i protagonisti sono allegri, scherzano, ridono e non stanno mai fermi. I dati informatici nascosti tra i pixel che accompagnano le foto moderne rivelano che l’immagine è stata scattata poco prima della mezzanotte ad Isola del Liri. L’arredamento spartano invece rivela che stavano presso il Rugantino del mitico Ciccino.

Tutti insieme allegramente. Il presidente della Provincia di Frosinone e presidente regionale dell’Unione Province Italiane Antonio Pompeo, leader dei diversamente renziani di Base Riformista, sta appoggiato alla parete. È proprio dietro al Segretario provinciale del Partito Democratico Domenico Alfieri, sindaco di Paliano reduce dal confronto acceso avvenuto in mattinata con Virginia raggi in Campidoglio. A mettergli la mano destra sulla spalla, facendo abbassare inutilmente davanti all’obiettivo è Andrea Renna: direttore dei Consorzi di Bonifica del Lazio, uomo di fiducia del direttore nazionale Massimo Gargano, già persuasore occulto in Coldiretti, Camera di Commercio, Provincia, assessorato regionale al Demanio.

Al centro, abbracciati come ai tempi in cui vincevano nello stesso giorno le elezioni Europee, le Regionali e le Provinciali, ci sono il leader di Pensare Democratico e commissario per la fusione dei Consorzi di Bonifica nel Lazio Francesco De Angelis (tranne il parlamentare ha fatto tutto) con il suo ex rivale Francesco Scalia, già senatore segretario di presidenza nella potentissima commissione Industria a Palazzo Madama prima di finire accoltellato da Renzi al momento di decidere le candidature blindate.

Alla sinistra di Scalia sta il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mauro Buschini, l’erede di De Angelis è reduce da una tappa a Latina: la prima nella quale abbia messo piede fuori dal suo collegio elettorale della provincia di Frosinone. Davanti a lui non sta mai fermo Marco Di Torrice, potentissima eminenza elettorale della Margherita, grande elettore prima di Scalia e poi di Pompeo. Chiude il quadro il presidente della Saf Lucio Migliorelli, fedelissimo di Pensare Democratico, l’unico in questi 25 anni che sia stato capace di togliere la puzza di rifiuti dallo stabilimento di Colfelice.

Dietro allo smartphone che scatta la fotografia c’è Germano Caperna, ex capogruppo Pd in Provincia, fresco di passaggio a Italia Viva di Matteo Renzi. Distanti, allergici agli obiettivi, osservano e ridono gli storici sindaci di Alatri e Ferentino, Patrizio Cittadini e Piergianni Fiorletta.

Poi dicono che non si parlano, che si accoltellano o si scavano trappole nelle quali far cadere gli avversari. Non è così: si chiama dialettica, confronto, sintesi, in una parola Democrazia.

Cosa ci facevano lì? Un compleanno unisce più di 100 riunioni… A spegnere 57 candeline è stato il Senatore Francesco Scalia… Giura che non segue più la politica… dice che insegna e fa il professore all’università, ogni tanto va in tribunale ma solo per le cause grosse mentre le altre le affida ai Partners del suo studio. Però a tavola da Rugantino non si sono visti avvocati, insegnanti meno ancora.

Chi ha assegnato i posti poi ha fatto un capolavoro. Accade così che si siano ritrovati faccia a faccia i due avversari interni: Antonio Pompeo e Francesco De Angelis con al centro lo storico portavoce di Scalia. Dicono che sia stato proprio il principe Andrea Renna ad organizzare la tavolata. Proprio lui che media per vocazione e cuce la politica con la stessa discrezione con cui Valentino realizza un abita di haute couture.

Menu semplice ma raffinato e lo 0 a 0 di Inter e Roma a far gridare. In attesa dell’altra gara top tra Lazio e Juve: lì si rischia di scontrarsi con De Angelis che più di Zingaretti adora solo la Vecchia Signora. Si capisce allora che unito il Pd riesce ancora a starci.

Panettone alla crema prima del caffè e dell’ammazzacaffè, Cittadini e Fiorletta commentano che se si trova l’intesa, davvero si può rimettere il Partito al centro. Perché tutti a quella tavola i voti ce li hanno e sono ancora tantissimi: occorre un obbiettivo nel quale credere per riunire i militanti, rimettere insieme le diverse sensibilità. Zingaretti vincitore due volte con oltre il 90% dei voti al congresso, sia quello regionale che quello nazionale, non è un caso. Occorre ripartire da lì, dicono i due ex sindaci.

De Angelis e Buschini, l’assist sul congresso lo hanno lanciato. Il pallone è in area occorre un guizzo da fuoriclasse per mettere la sfera in rete… Sembra ci siano tutti i presupposti.