Metti Zic e Di Maio a tavola: ecco come andò la caduta del Conte 1

Il giudizio 'dal sen fuggito' di Zicchieri sul mininisto Luigi Di Maio. Che poi incontra a pranzo. E lì scatta la rivelazione. Ecco cosa successe quando facemmo cadere il Governo Conte 1

«Luigi Di Maio è cresciuto molto, sta diventando un leader. Dobbiamo studiarlo con attenzione: rischiamo che costruisca qualcosa di nuovo che va verso il Centro e lì c’è l’elettorato al quale invece dobbiamo guardare noi»: il giudizio non arriva da un sostenitore del Movimento 5 Stelle. Ma da un deputato. Che è stato eletto e milita nella Lega. Francesco Zicchieri è il vice capogruppo del Carroccio a Montecitorio. Ed è sempre meno in sintonia con la linea ortodossa e sovranista del Partito.

Zic: ma com’è bravo Di Maio

Il giudizio su Luigi Di maio come potenziale leader di uno schieramento di centro arriva al termine del Congresso di ConfimpreseItalia a Fiuggi: il Ministro degli Esteri è sul palco e sta rispondendo al fuoco incrociato delle domande dell’affilatissimo vice direttore del Corsera Fiorenza Sarzanini e dell’ex ministro Nunzia Di Girolamo.

Luigi Di Maio con Fiorenza Sarzanini e Nunzia Di Girolamo (Foto: Filippo Rondinara

Parla di Transizione EcocologicaIn mezzo grado di temperatura ci sono milioni di migranti in fuga dall’Africa, posti di lavoro destinati a scomparire”. Siamo in ritardo su molto: “Ora stiamo gestendo i bandi del Pnrr, ma c’è un problema: la digitalizzazione delle imprese. Per le prima volta non riusciamo a esaurire tutte le risorse perché quello è il tallone d’Achille del nostro sistema produttivo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri  invogliando gli imprenditori a compiere la trasformazione digitale che possa renderli competitivi anche all’estero.

Ora il commercio estero è in mano alla Farnesina. Il corpo diplomatico italiano non vedeva l’ora di mettersi a lavorare sulle materie economiche sistematiche perché hanno delle competenze in materia. Un’azienda quando va all’estero deve considerare l’ambasciata la casa delle imprese italiane e dovete chiedere all’ambasciata di assistervi”.

È a questo punto che Zicchieri si lascia andare a quel giudizio così lusinghiero. Lo sussurra al suo vicino, nella sala dell’Ambasciatori di Fiuggi senza sapere di essere ascoltato.

Come cadde il Governo

L’onorevole Francesco Zicchieri ed il Ministro Luigi Di Maio si ritrovano a pranzo allo stesso tavolo al Delle Terme con il presidente di ConfimpreseItalia Guido D’Amico e le rispettive signore.

C’è sintesi, c’è dialogo. È a quel tavolo che Francesco Zicchieri svela un dettaglio: riguarda la caduta del governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte e che vedeva la Lega ed il Movimento 5 Stelle insieme. “Quel governo non doveva cadere, svela il deputato. O comunque non subito, non in quel modo”.

Luigi Di Maio (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Cosa accadde? Che “Matteo Salvini stava valutando la possibilità di una crisi e di un ritorno alle urne: voleva per cavalcare l’onda che in quel momento vedeva sulla cresta noi della Lega ma anche voi del 5 Stelle”. Le urne come passaggio per consolidare quella situazione ed emarginare un Partito Democratico uscito in macerie dal voto del 2018: sarebbero state la tomba politica di Matteo Renzi. Nella Lega era in corso un dibattito interno, tra favorevoli e contrari a quella mossa.

Cosa fece mollare gli ormeggi a Matteo Salvini? Zicchieri a tavola dice “ci fu una telefonata tra Salvini e Nicola Zingaretti. Che gli confermò la sua intenzione di andare alle urne se noi avessimo rotto. Anche al Pd conveniva. Fu quello a convincerlo definitivamente”.

In quei giorni il Corriere della Sera riferì di una riunione a Sabaudia: nella quale erano presenti Giancarlo Giorgetti, Francesco Zicchieri, Massimo Garavaglia e Francesco Zicchieri. E non tutti erano d’accordo con la linea del Capitano. Poi ci fu la telefonata con l’allora Segretario Dem.

E fu tutta un’altra storia.