“Mi manda Romano (Prodi)”. Il bivio di Enrico Letta

Foto: Daniele Scudieri / Imagoeconomica

In una lunga intervista al Corriere della Sera il Professore paragona Salvini a Bertinotti, ma soprattutto effettua l’endorsement decisivo per il neo segretario del Partito Democratico. Al quale spetterà provare a ricostruire uno schema vincente sul modello dell’Ulivo. E fra Draghi e Conte non si vedono grandi differenze.

La frase che ha ispirato il titolo della lunga intervista al Corriere della Sera è quella nella quale dice che Matteo Salvini gli ricorda Fausto Bertinotti. Ma il Professor Romano Prodi ha sottolineato diversi altri concetti importanti. Che descrivono l’attuale momento politico. Ed aprono senza riserve ad Enrico Letta.

Il professor Romano Prodi con il presidente Francesco Borgomeo

Ma perché Salvini gli ricorda Bertinotti? Perché, esattamente come fece l’allora segretario del Partito della Rifondazione Comunista, ha fatto una scelta difficile e coraggiosa, di contrasto con la pancia del partito che guida. Poi però si è spaventato del calo dei sondaggi e dell’avanzata di Giorgia Meloni. E quindi, esattamente come Bertinotti, si sta impuntando su tutto. Quasi a voler cercare il motivo (meglio: l’alibi perfetto) per uscire dalla maggioranza. E quindi dal Governo.

Ma, avverte Romano Prodi, quando si effettuano scelte del genere, i voti si perdono. Non si guadagnano. Un elemento sul quale l’intero centrosinistra dovrebbe riflettere.

Prodi dice anche di non ravvisare cambiamenti significativi tra il Governo di Giuseppe Conte e quello di Mario Draghi. Ha ragione pure su questo. Poi invita l’ex Governatore della Bce a sbrigarsi.

Il giudizio su Letta

Ma è il giudizio su Enrico Letta quello più significativo sul piano politico. “Il ragazzo è cresciuto”, dice Romano Prodi. È un’investitura. Enrico Letta è l’uomo giusto per provare a guidare l’Ulivo 4.0. In questo momento fra l’altro i Cinque Stelle sono allo sbando. L’addio di Davide Casaleggio peserà moltissimo sotto ogni punto di vista. E Beppe Grillo non ha più la forza e il carisma per poter guidare il Movimento. (Leggi qui Letta, Franceschini, Astorre: la Dc al potere. Il resto è noia).

Quanto a Giuseppe Conte dovrà provare a pacificare un Vietnam nel quale ogni “colonnello” pensa di essere il capo. C’è un centrosinistra da ricostruire, con un sistema di alleanze che non può prescindere dalla società civile. E da movimenti spontanei che stanno crescendo nel Paese su tematiche ambientali, di sviluppo sostenibile e di solidarietà.

Romano Prodi con Enrico Letta nel 2007 (Foto Giuseppe Carotenuto / Imagoeconomica)

È questa la strada che Romano Prodi ha voluto indicare ad Enrico Letta. Il primo vero test sarà rappresentato dalle elezioni comunali di Roma. Dove la posta in palio è altissima. Tutto passa dalla candidatura o meno di Nicola Zingaretti.

Ma bisognerà gestire il rapporto con Carlo Calenda e quello con Virginia Raggi. La prova del nove per Enrico Letta. Il pupillo di Romano Prodi.