Mignanelli vice presidente della Provincia: Pompeo ha scelto il centro

Il presidente della Provincia Antonio Pompeo nomina Massimiliano Mignanelli suo vice. È una scelta che ha una strategia politica ben precisa. E guarda alla prossima tornata elettorale

Antonio Pompeo nomina Massimiliano Mignanelli vice presidente della provincia. E rompe gli equilibri che fino ad oggi hanno tenuto in piedi la maggioranza. Soprattutto fa una scelta di campo che traccia il solco per la prossima tornata di elezioni provinciali.

 

La nomina

La nomina è stata annunciata al termine del Consiglio Provinciale che questa mattina ha adottato il Bilancio di previsione 2018.

Poche righe al termine di un comunicato.

Nella giornata di oggi, il Presidente Antonio Pompeo ha provveduto alla nomina della vicepresidenza al consigliere Massimiliano Mignanelli.  “Si tratta di una figura espressamente prevista dalla legge 56. Una figura importante, che Massimiliano Mignanelli sicuramente interpreterà  al meglio, coinvolgendo un’area importante della nostra provincia”.

 

Mignanelli prende il posto di Andrea Amata che si era dimesso subito prima delle scorse elezioni politiche. Una scelta di coerenza: aveva lasciato Alternativa Popolare ed era passato alla Lega nello schieramento opposto.

La guerra

Per la fascia da vice presidente era in corso una guerra sotterranea ormai da mesi. La reclamava Antonio Di Nota (Capogruppo del Partito Democratico) ma ci teneva tanto anche Gianluca Quadrini dopo avere lasciato Forza Italia ed essere approdato a Noi con l’Italia, cioè la nuova forza politica alla quale ha dato vita anche Alfredo Pallone.

Di Nota aveva fatto pressione sul suo Partito ed aveva anche chiesto l’appoggio al gruppo di opposizione. Ma senza successo.

 

I motivi della scelta

Alla base della scelta fatta da Antonio Pompeo c’è la strategia da adottare per le prossime elezioni Provinciali.

Votano i sindaci ed i consiglieri comunali: il loro voto ha un ‘peso’ diverso in base al numero di cittadini che rappresentano. E rispetto allo schieramento del 2015 il quadro politico è molto cambiato. Il Centrosinistra ha meno Comuni di grandi dimensioni. Inoltre il presidente uscente non potrà contare sul voto massiccio registrato la volta scorsa ad Anagni: comunque andranno le Comunali, ci sarà meno centrosinistra di quello che sosteneva il sindaco Bassetta.

Diventano fondamentali la componente centrista e l’area sud est del territorio.

Massimiliano Mignanelli può essere la sintesi per entrambi gli obiettivi. La scelta di nominarlo vice presidente significa che nella prossima tornata potrebbe essere lui a capeggiare una lista di matrice civica, orientata verso il centro, a sostegno della rielezione di Antonio Pompeo, insieme a quella del Partito Democratico. Puntando su una parte dei voti del Consiglio Comunale di Cassino (che insieme a Frosinone ha il massimo coefficiente di ‘peso’ nel voto ponderato). Ma anche su Sora e la Valcomino (dove Mignanelli conta numerose entrature).

 

La rabbia di Quadrini

La prima conseguenza politica è che Gianluca Quadrini smette con la linea buonista. E si lancia all’attacco della maggioranza di governo.

Nel pomeriggio ha giudicato la maggioranza «latitante e assente sul territorio durante la maggior parte della settimana. Un astensionismo che dura da troppo tempo. Adesso basta.  Le commissioni consiliari non vengono mai convocate e così non si lavora come si dovrebbe. Non si si riescono a risolvere mai le varie problematiche del nostro territorio, nè a dare quelle risposte ai cittadini che attendono da tempo».

Quadrini due anni fa ha ottenuto da solo il 50% dei voti portati a casa da Forza Italia. Il fatto che Antonio Pompeo non abbia puntato su di lui significa che al momento è più strategico il consenso di Massimiliano Mignanelli. Perché più radicato. Mentre quello di Quadrini è più fluttuante: e soprattutto legato all’esito delle prossime elezioni comunali di Arpino dove Quadrini è candidato a sindaco. Contro l’uscente Renato Rea, elettore di Pompeo. Anche questo ha pesato.