Ed il consiglio comunale su Acea fece un buco nell’acqua (di M. Molisani)

Il consiglio comunale straordinario sul caso acqua a Cassino produce soltanto strilli, insulti urla e accuse. Seduta di fuoco anche sulla vertenza ausiliari

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…….”. 

Piove a dirotto mentre il replicante Roy Batty descrive navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. È l’incipit del soliloquio recitato da Rutger Hauer. Il film è Blade Runner, l’anno il 1982 e il regista è il celebre Ridley Scott.

Ma a trentasei anni di distanza il buon Roy avrebbe pronunciato, sicuramente, le stesse parole dopo aver assistito ad uno degli ultimi consigli comunali in ordine di tempo dell’era D’Alessandro.

UN BUCO NELL’ACQUA

Si è parlato di Acea, di acqua pubblica, di emungimenti e di bollette in Sala Di Biasio ieri sera. Un consiglio comunale aperto, voluto fortemente dal Comitato No Acea ed ottenuto grazie alla mediazione del presidente Dino Il DiVino Secondino. (Leggi qui Un consiglio a metà: tra Guerre Stellari e ‘Non ci resta che ridere’)

I 4 dell’Ave Carlo Maria sono regolarmente ai loro posti come se nulla fosse successo. (Leggi qui Scoppia la guerra dentro la maggioranza: ultimatum a D’Alessandro). Robertino Solo di nome Marsella, Claudio Nonsense Monticchio, Rosario Mascellone Franchitto sono ognuno al loro posto. In ritardo arriva anche Antonio Pennellone Valente.

Ma alla fine pur impegnandoci con ardore non si è ben compreso il senso di tutto ciò che è accaduto nell’assise cittadina. Perché se da un lato la politica, tutta, ha voluto discolparsi per la consegna dell’acquedotto cittadino ad Acea, con versioni diverse, i pesci di “Acqua Clorata”, hanno dimostrato di non saper andare oltre gli insulti. Legittimi o no.

Ed ecco che cosi Peppino Iam Bell Petrarcone, non riesce a parlare per più di dieci secondi senza essere interrotto dalle ingiurie del pubblico. D’altra parte del fronte politico, prendere la parola e snocciolare una ipotetica cronistoria su quello che la sua amministrazione ha fatto per salvare l’acquedotto non è stata di certo una genialata.

La maggioranza invece tace. Non la vuole tirare per le lunghe. Quindi una volta sentiti i Comitati, lascia sfogare l’opposizione e si mette nelle mani del buon Carlo Tornerò snellissimo D’Alessandro. A cui sono affidate le conclusioni e le eventuali risposte alle associazioni.

CARLO MA CHE FAI?

Le cose sembrano andare per il verso giusto. Dopo aver sentito le parole dei Comitati, peraltro nemmeno troppo veementi e le accuse a Peppino, sul volto dei consiglieri di maggioranza appare un ghigno malefico. “Vuoi vedere che stavolta non ne usciamo con le ossa rotte?”.

Lo pensano tutti, ma nessuno fiata per scaramanzia. E fanno bene. Intanto Francesca Candy Candy Calvani e Rossella Rossellissima Chiusaroli parlano di sottecchi come due bimbe che non vogliono farsi pizzicare dalla maestra. Gianrico Bella Chioma Langiano si attorciglia i suoi favolosi baffoni che gli danno quei venti o trenta anni in piu.

CMD’A parte piano. Ma lui è un diesel si sa. Poi accelera fornisce indicazioni sugli atti messi in campo, smonta le tesi di Petrarcone per difendere l’acquedotto comunaleche a una certa, china addirittura il capo. Il pubblico lo ascolta in silenzio.

Poi però Carlone decide che se non va a casa senza una serie di insulti, la sempre più impaziente consorte, non gli da le giuste attenzioni. E con una dose massiccia di masochismo si immola. Comincia a motivare la sua difesa dei dipendenti Acea che, dopo la chiusura della sede di Cassino, sono stati trasferiti a Frosinone. Ovvero quelle persone che stanno talmente a cuore al primo cittadino tanto da chiede ufficialmente ad Acea di tornare nella città martire scegliendosi la sede tra le proprietà del Comune. (Leggi qui L’Aereo più Pazzo del Mondo vola a Cassino).

Benedetto Largo Al Factotum Leone, che si era comodamente adagiato negli scranni dei consiglieri, guarda Carlo Zappa sui piedi D’Alessandro attonito. Il viso la dice lunga. “Ma che cavolo sta dicendo?”. Lo dice rivolto verso Angelo El Jardinero Panaccione. Ma non fa in tempo a finire la frase che dal pubblico si levano talmente tanto insulti da non riuscirli a distinguere separatamente.

IL SAGGIO DIVINO

Perdono le staffe anche i Comitati. “Bugiardi, Bugiardi vi dovete vergognare”. Grida Renato Boxeur De Sanctis leader del movimento No Acea.

Dino il Divino Secondino lo invita ad avere un linguaggio consono visto che è stato fatto accomodare tra gli scranni della Sala Di Biasio. “Perché se no che fai? Mi fai cacciare?“. Lo sbeffeggia Renatino dicendogli anche di non avere gli attributi.

Secondino ha voglia di lanciarsi in avanti per mostrare tutta la propria dotazione attribuzionale. Ma alla fine prevale il buonsenso. Il DiVino chiude gli occhi e medita per tre secondi, poi sceglie la soluzione più istituzionale: «Per cortesia le forze dell’ordine facciano accomodare il signor De Sanctis fuori dall’aula». Saggia decisione.

Ne seguono momenti di confusione che le scene di alcuni film con Bud Spencer e Terence Hill a confronto sono soap opera messicana.

NON SONO LA VOSTRA MINORANZA

Cerca di far tornare la calma Peppe Stampella Sebastianelli che intanto chiarisce la sua posizione a Massimiliano Caterpillar Mignanelli. Infatti, poco prima lo aveva tirato in ballo come anima critica della maggioranza. Gli sibila dal suo scranno Sebastianelli I«Io sono un altra cosa rispetto alla maggioranza. Ma di certo non sono la vostra minoranza». 

Così come gli animi si sono agitati, improvvisamente tornano pacati. I comitati che stavano lasciando il campo di battaglia, senza una soluzione vengono invitati ad accomodarsi di nuovo. Si riparte.

Ma alla fine ci pensa lui Rosario occhio che dopo due ore resetto Franchitto a far tornare tutti al punto di partenza dopo tre ore di discussioni. Lo aveva già fatto in maniera magistrale nel corso della recente riunione di maggioranza, mandando letteralmente ai pazzi il sindaco. (leggi qui Tutto il vertice di maggioranza, strillo per strillo). E anche questa volta, grazie al suo intervento incomprensibile, gli animi si riaccendono.

Alla fine Carlo Zappa sui piedi D’Alessandro ancora una volta incalzato fa la sua proposta cercando di accontentare i comitati. In sostanza propone due fronti. Il primo quello gia aperto dall’assemblea dei sindaci sulla risoluzione contrattuale in base all’articolo 34 della convenzione con il gestore. Il secondo quello di portare una proposta concreta all’Assemblea dei Sindaci sull’ipotesi del recesso e riscatto di cui all’art. 35 della suddetta convenzione. Un’ipotesti sostenuta da sempre dal Comitato No Acea che ora fa però orecchie da mercante e a cui CMD’A ha dato appuntamento, insieme anche alle altre associazioni, sabato mattina per una riunione operativa.

Finisce il consiglio aperto sull’acqua che oltre a fornire una valvola di sfogo ai cittadini non ha aggiunto nulla di nuovo. La falla resta aperta e sembra che stia annacquando anche la materia grigia. Chi ce l’ha.