Mombasa, Bariloche e Cordoba: tutti in attesa di un volo per il Lazio

La signora di Cassino bloccata in Kenia. Il viaggiatore di Roccasecca in attesa di un volo dall'Argentina. I due fidanzati di Calcata (Viterbo) con il visto in scadenza. Il senatore Fazzone chiede l'intervento della Farnesina

Alberto Simone

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Mombasa – Roma solo Andata. O meglio, solo Ritorno. Il problema è che il volo non c’è ed una signora 64enne di Cassino è rimasta bloccata in Kenya dov’era andata nelle settimane scorse per motivi di lavoro. È rimasta bloccata in Africa insieme ad altri 500 italiani. A causa del Covid la Farnesina ha bloccato tutti i voli.

L’aeroporto di Mombasa

Per lei, e per tutti gli Italiani nella sua situazione si è mobilitato il senatore Claudio Fazzone che ha scritto una lettera al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Si tratta di persone che versano in precarie condizioni ed afflitti da uno stato di grande incertezza sui tempi di un possibile rientro”. Finora è stato possibile organizzare un solo volo di rientro: a fine marzo, con 170 passeggeri ed un unico scalo a Milano.

Qui Buenos Aires

Ma il problema è molto più vasto e non riguarda solo il Kenya. Da marzo centinaia di italiani sono bloccati in Argentina e non riescono a rientrare nonostante i ripetuti appelli alla Farnesina e ai Consolati.

È stato messo a disposizione un volo commerciale speciale da parte di Alitalia in partenza giovedì 23 Aprile a prezzi spropositati: 1880 euro cadauno e con posti limitati, lasciando di fatto moltissime persone a terra” raccontano gli italiani rimasti in Argentina.

C’è un dettaglio che rende scandalosa l’intera operazione di rimpatrio. Il volo “è stato venduto in modalità Overbooking”. Cioè vengono venduti più biglietti di quanti siano i posti che l’aereo può assicurare: una pratica commerciale consueta, basta sul fatto che in ogni volo c’è una piccola percentuale di persone che all’ultimo momento rinuncia. E viene equilibrata attraverso i posti venditi in più. Ma nessun passeggero sa se sarà in overbooking o meno.

L’aeroporto internazionale di Buenos Aires

Una pratica che può avere una logica in un volo commerciale. Non in uno allestito per rimpatriare gli italiani rimasti bloccati all’estero dal lockdown. «Una scandalosa misura di vendita, non in linea con le intenzioni del volo. Molte persone sono tutt’ora bloccate in aeroporto, avendo un biglietto e nessuna certezza di poter rientrare in città data la mancanza di un’autorizzazione consolare» scrivono gli italiani, che si sono ritrovati uniti in una comunità social da settimane.

Per la cronaca quell’aereo da Buenos Aires non è più decollato. Il volo è stato posticipato dal 23 al 25 aprile. Al momento è schedulato per le ore 13 locali ed un posto costa 2.514,52 euro. O meglio costava: perché tutti i posti risultano esauriti. Tranne uno rimasto a quel prezzo in Business Flex.

Dal Lazio con amore

Non tutti hanno avuto la possibilità di spendere quella cifra. E nemmeno quelle leggermente inferiori che costavano le altre classi di volo. Quindi sono costretti a rimanere in Argentina. Con i soldi che stanno per finire.

Un calvario non indifferente con cui stanno facendo i conti anche molti cittadini laziali. Tra questi c’è Stefano, un ragazzo di Roma che era andato in Argentina per un viaggio prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria.

In un primo momento non abbiamo detto nulla, visto anche quello che stava succedendo in Italia. Io sono di Roma e frequento spesso le zone di Campoli Appennino e Sora e in generale il Frusinate. Non ho particolare urgenza di tornare in Italia e non sono in condizioni disperate come altri italiani che sono qui, ma ci spingono a pensare che nei prossimi mesi non sarà possibile far ritorno a casa e quindi ci indirizzano verso questi voli di Alitalia a tariffe insostenibili che arrivano in alcuni casi fino a 3.000 euro, senza nessun contributo statale ed europeo. Per questo abbiamo deciso di farci sentire. Il mio permesso scadeva il 2 aprile ma mi è stato prorogato fino al 2 maggio e comunque ci è stato detto che per chi è impossibilitato ad uscire dall’Argentina viene riprogrammato il permesso di vista. Restiamo allibiti per come le istituzioni sono immobili di fronte a quello che sta accadendo“.

Il viaggiatore di Roccasecca

Simone Grimaldi

Un’altra storia arriva da San Carlos de Bariloche dove si trova Simone Grimaldi. Anche lui intende far ritorno nella sua terra, nel Lazio Meridionale. Più precisamente a Roccasecca.

Affida lo sfogo alla sua pagina Facebook e punta il dito anche contro la politica: “Qui siamo in emergenza mentre vedo che in Italia la politica che cavalca l’onda sfruttando le debolezze di centinaia di persone per farsi pubblicità“. Poi spiega: “Non sapendo precisamente i fatti, non sapendo se gli impedimenti sono da parte del governo argentino o dall’incapacità degli organi istituzionali italiani, mi limito a dire come stanno i fatti. Fatti che ad oggi mostrano una posizione ambigua dell’Alitalia. Compagnie di linea francesi, tedesche, svizzere, inglesi rimpatriano tutt’oggi a 500/700 euro e Alitalia rimpatria a 1881 euro. Se i servizi sono gli stessi perché questa evidente differenza di prezzo?“.

Nahuel ed Elena

Nel Lazio vuole tornare anche Nahuel, residente a Viterbo e che il 28 gennaio è voluto andare ancora una volta alla scoperta dell’Argentina per un viaggio di piacere insieme alla sua compagna Elena.

Nahuel il turista di Calcata (Viterbo) con Elena

In una mail inviata all’Unità di crisi della Farnesina pochi giorni fa i due scrivono: “Avevamo il volo di rientro il 27 marzo 2020 ma è stato cancellato, quindi spostato al 5 maggio 2020. Ma chiamando Alitalia ci è stato detto che anche questo è stato per ora cancellato e, al momento, non prevedono voli commerciali. Vi scriviamo per sapere se ci sono novità sui voli di rimpatrio e se prevedono costi aggiuntivi rispetto alla prenotazione del volo che già abbiamo. In questo caso, Vi chiederei se é possibile sapere a quanto ammonterebbero le spese poiché stiamo affrontando, con questa quarantena, spese impreviste e non siamo in grado di sostenere costi onerosi per il rientro (o l’ulteriore permanenza qui). Inoltre rientrando, non avremmo possibilità di lavorare, visto il blocco totale causa covid-19, e per questo non potremmo far fronte a prestiti“.

Al telefono i due hanno descritto l’Odissea che stanno vivendo: “Io sono nato a Roma e vivo a Calcata, il bellissimo borgo medievale di Viterbo dove vogliamo ritornare – racconta Nahuel – . Attualmente con la mia compagna siamo ospitati in casa di amici, nel paese di Cabana, frazione di Unquillo nella provincia di Córdoba. Ad una distanza di 733 km da Buenos Aires.

Abbiamo urgenza di rientrare perchè stiamo finendo i soldi. Non solo: dobbiamo risolvere questioni di affitto, disoccupazione e richieste di sussidi che hanno, la maggior parte, scadenza a maggio. Non possiamo affrontare costi aggiuntivi per un nuovo biglietto: il nostro sarebbe ancora valido. Siamo, giá da un mese, in appoggio da amici che non potranno ospitarci ancora a lungo. Noi purtroppo non abbiamo nessuna garanzia lavorativa al rientro, siamo lavoratori stagionali legati al turismo“.