Mosticone: «Sono il numero 10 della politica di Sora». Maradona o Hernandez?

Alessandro Mosticone, il consigliere in cerca d'autore, tra Sora e le Provinciali. Il fatto è che i voti li ha. E pesano. Lui lo sa. E si regola di conseguenza. "Quando giocavo a calcio mi davano la maglia numero 10". Ce l'avevano sia Maradona che Hernandez.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Il ruolo dell’amministratore comunale che “deve dare risposte ai territori”, i “vecchi della politica” di Sora che “si riorganizzano spacciandosi per nuovi”. I retroscena del “boicottaggio”che ha impedito la sua elezione alla Provincia e a causa del quale sarebbero stati “danneggiati i cittadini”, il rimpasto di Giunta. E a proposito di banderuole “il ruolo ambiguo di Forza Italia su cui si dovrebbe esprimere il coordinatore provinciale”. Non ha peli sulla lingua Alessandro Mosticone, consigliere di maggioranza al Comune di Sora che, dopo la vicenda delle provinciali, in cui dice di essere stato “fermato da chi doveva preservare il proprio potere”, ha creato un proprio gruppo consiliare, “Reset”, un nome che è tutto un programma: ripartire da zero per creare una compagine di centrodestra.    

Ambiente, Farmacia comunale, opere pubbliche, manutenzione. Come giudica la strategia amministrativa dell’attuale maggioranza di cui fa parte? 

Il giudizio spetta ai cittadini al termine del mandato amministrativo. Io posso  dire che il programma è molto ambizioso. A noi compete solo il dovere di lavorare senza concederci il lusso di autocelebrarci”.

E’ rimasto nel progetto della Piattaforma civica che sostiene il sindaco Roberto De Donatis ma ha lasciato Forza Italia e creato il gruppo Reset. Come Mai? 

Sono da sempre convinto che fare politica oggi da amministratore locale non può prescindere dall’impegno che nasce dalle risposte da dare ai territori al di fuori delle logiche correntizie che caratterizzano l’attuale modus operandi dei partiti”.

Vabbè, questa la segnalo per l’enciclopedia: Alessioporcu.it ha scritto che lei ha lasciato Forza Italia perché non l’hanno voluta candidare alle Provinciali, nonostante le sue minacce di rottura.

Parlano i fatti.

I fatti, raccontati sempre su Alessioporcu.it, dicono che lei aveva avvertito già con largo anticipo Forza Italia: aveva profetizzato anche i nomi dei candidati e degli eletti blindati.

Allora sono bravo e ci capisco qualcosa di politica.

Non l’hanno voluta e si è messo in proprio, fondando il gruppo autonomo Reset

Non si sta in paradiso a dispetto dei santi: se non ti ci vogliono, te ne vai. E ti porti pure i voti.

La Lega le aveva promesso la candidatura: anche lì, all’ultimo secondo, l’hanno esclusa dalla lista.  Cosa è successo?

La mia maggioranza, insieme a tanti amministratori che avevano salutato la mia candidatura con entusiasmo, non ha potuto sostenermi perché le stesse logiche che hanno penalizzato i territori per proteggere rendite di posizione hanno visto in me e nella mia proposta un pericolo per la loro mera gestione del potere, che si è materializzata con l’esclusione all’ultima ora della mia candidatura, già sottoscritta nella lista civica coordinata da Nicola Ottaviani”.

Vabbè, facciamo la traduzione: le avevano assicurato la candidatura nella lista civica allestita da Nicola Ottaviani. Poi il sindaco di Frosinone è passato alla Lega ed a quella civica è stato appiccicato il bollino del Carroccio. All’ultimo minuto l’ha chiamata il coordinatore regionale Francesco Zicchieri dicendo che lei non poteva essere candidato perché suo fratello collaborava con una coop che assiste i migranti. Così si capisce di più.

Alessioporcu.it lo ha scritto, io non l’ho smentito, la Lega nemmeno. E non credo che a nessuno convenga smentire: potrebbero saltare fuori le prove che è davvero andata così.

Chi l’ha fatta fuori all’ultimo momento, mettendo la scusa dei migranti?

Ad ostacolarmi sono stati esclusivamente interessi di bottega come ho già spiegato, certo è che il progetto territoriale e politico, partito attraverso me da Sora, dava fastidio a chi pensa di spartirsi la Provincia a discapito di questa terra. Il maggior danno lo ha subito non Alessandro Mosticone ma il sindaco, con me sempre leale, la maggioranza, l’intera Amministrazione e soprattutto tutta la comunità di questi territori che avrei rappresentato a testa alta, orgoglioso del sostegno che mi avevano affidato”.

L’hanno vista spesso il compagnia di Massimiliano Bruni negli ambienti di Fratelli d’Italia, si dice che abbia fatto votare Procaccini alle Europee ma l’hanno vista anche alla cena di Fazzone a Fondi e in altri posti. Politicamente parlando, potrebbe essere definito un “personaggio in cerca d’autore”?

Tutti conoscono la mia storia politica e la mia appartenenza ai valori che risiedono nell’area di Centrodestra, un’area che vive un momento di grande confusione e di necessità di nuove proposte. Guardo con attenzione alle iniziative che puntano a realizzare un’area di Centrodestra che sappia interpretare le esigenze della comunità”.

Qual è la strategia politica che muove le scelte che ha fatto nelle ultime settimane?

In queste ultime settimane sono stato fermo, ma se le strategie sono quelle lette su alessioporcu.it nelle varie interviste, ossia dei “vecchi” che si spacciano per “nuovi”, a loro dico che non c’è trippa per gatti”.

A settembre si parlerà di rimpasto di Giunta. Ne è convinto lo stesso primo cittadino, anche se Bruni di Fratelli D’Italia, dopo la nomina dell’Amministratore unico di Sora Ambiente ha detto che non ce ne è più bisogno perché questa compagine sta amministrando bene. Mosticone il rimpasto lo vuole o no?

La Giunta rappresenta l’organo esecutivo che dà impulso al programma amministrativo di una città, io credo che solo la valutazione dell’operato di ogni singolo delegato, anche degli stessi consiglieri che svolgono incarichi affidati dal sindaco, debba essere la stella polare per valutazioni di questo tipo. E’ chiaro che ogni sforzo deve essere sempre messo in campo per dare la massima efficacia all’azione della Giunta. Comunque l’ultima parola spetta sempre al sindaco”.

È un si o un no?

È un vedremo.

Serena Petricca ad Alessioporcu.it, senza fare nomi, ha detto testualmente: “Le tante giravolte politiche che si sono susseguite da parte dei membri dell’attuale maggioranza, questi cambi stagionali della casacca hanno provocato un isolamento politico di questa città mai registrato negli anni passati”. E ciò sarebbe confermato dalla vostra impossibilità di eleggere un rappresentante di Sora a Palazzo Iacobucci. Lei si sente chiamato in causa?

Non mi sento chiamato in causa perché ho costituito il gruppo Reset per salvaguardare gli interessi del nostro territorio, rimanendo sempre al mio posto in maggioranza a sostegno del sindaco. Quando parla di voltabandiera forse si riferisce a qualcuno del suo Partito o ad altri? Più che a me questa domanda dovrebbe farla al coordinatore provinciale del Partito a cui appartiene il consigliere Serena Petricca. Sarei curioso di sapere cosa risponde, visto che a lui spetta il compito di fare chiarezza sulla gestione dei 91 comuni della provincia”.

Si parla con sempre maggiore frequenza di riunioni più o meno alla luce del sole per formare alleanze in vista del prossimo voto amministrativo in città. Qual è il suo ruolo in questa fase?

Se si svolgano o meno riunioni ristrette e poco illuminate non lo so. Il problema non è rappresentato dall’eventualità di incontri avvenuti o ancora da fare, perché queste modalità fanno parte della politica. Quello che per me conta è lo scopo degli incontri, se sono finalizzati al bene comune o agli interessi personali. Quando sarò chiamato farò prevalere sempre l’interesse della città. Per chiudere con una metafora calcistica: quando calcavo i campi di gioco l’allenatore mi affidava la maglia numero dieci”.

Sarà, ma nello stesso campionato, la maglia numero 10 la indossavano sia Diego Armando Maradona nel Napoli che Patricio Hernandez nel Torino. E non era la stessa cosa.