Mostri senza sentimento cresciuti da noi

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Quattro ragazzi uccisi da altri ragazzi, nel raggio di pochi chilometri. Piaccia o no li abbiamo cresciuti così.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Emanuele, Willy, Romeo e ora Thomas: circa ottant’anni ma in quattro. Cambia la forma ma non la sostanza: assassinati tutti per niente. E siccome non esiste mai un buon motivo per assassinare qualcuno, in queste quattro storie siamo ancora a meno di niente.

Emanuele ed un bicchierino servito per errore prima ad uno anziché un altro ad Alatri, Willy di Paliano corso in aiuto ad un amico in difficoltà davanti ai suoi occhi, Romeo ed uno sguardo interpretato come una sfida sul corso principale di Formia. Ed ora Thomas con una spedizione punitiva per una storia sulla quale nemmeno c’entrava niente. Ragazzini uccisi da altri ragazzini.

Thomas ed il luogo del delitto

Il fallimento non è di una generazione per la quale la vita conta niente. E conta niente perché niente hanno mai visto della vita: un po’ perché non hanno fatto in tempo, un po’ perché l’hanno vista in televisione e pensano che le serie come Gomorra siano realtà.

Ma in televisione cambi canale e guardi un’altra cosa. Emanuele sono anni che non torna a casa ad Alatri, Willy sono anni che non si rialza dall’asfalto di Colleferro, Romeo non tornerà sul corso di Formia. Thomas non tornerà a riunire i ragazzi ad Alatri. Nessun cambio di canale cancellerà lo strazio nel cuore dei genitori, nessuna nuova puntata di una fiction metterà fine al dolore di chi da lunedì sera guarda una cameretta vuota con i libri lasciati sulla scrivania.

Ma questa è una generazione che non lo sa. Perché non ha conosciuto il dolore, non sa cosa sia la sofferenza, è sparito il concetto di sacrificio, di impegno. Perché il fallimento di questa generazione di mostri senza sentimento è il risultato di chi li ha lasciati crescere così: delegando, prima alla televisione, poi alla scuola, poi alla strada. 

Delegando, la colpa è sempre degli altri. E noi, per lavarci la coscienza delle nostre assenze, facciamo i loro sindacalisti. Così possiamo continuare a delegare. E dire che la colpa è di altri.

Chi li ha uccisi, mostri o santi, così li abbiamo educati noi.

Senza Ricevuta di Ritorno.