Movimento Cinque Stelle di ispirazione democristiana

Il presidente della Camera Roberto Fico avverte gli alleati: «Oltre la crisi ci sono soltanto le elezioni». Archiviato definitivamente il partito del “vaffa”, ora c’è soltanto la conservazione sul modello della Balena Bianca.

Eppure esisteva un tempo in cui il Movimento Cinque Stelle voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno. Un tempo in cui si facevano le dirette streaming e le adunate di piazza con il mantra del “vaffa”. Un tempo in cui Roberta Lombardi disintegrava un allibito Pierluigi Bersani. Era il 2013, l’anno della non vittoria da parte di nessuno ma del successo strepitoso proprio dei Cinque Stelle di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. In quel tempo Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Paola Taverna imperversavano ovunque portando il verbo della ribellione.

C’era una volta Il M5S

Poi cosa è successo? E’ successo che il movimento di è imborghesito, ma è riuscito ad aumentare voti e peso politico. Fino allo straordinario successo del 2018: primo partito in Italia, con il 33%. E governo del Paese. Da quel momento in poi è cambiato tutto: consensi in discesa, dirette streaming ridotte al lumicino, Beppe Grillo eclissato.

Fico: “Sfiducia? Si va al voto”

Oggi i Cinque Stelle sono al Governo, esprimono ministri e sottosegretari. Il Parlamento non è più una scatoletta di tonno da aprire ma un fortino da difendere.

E succede anche che il presidente della Camera Roberto Fico ammonisca così gli alleati: se Italia Viva voterà la mozione di sfiducia promossa dal centrodestra contro il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, si aprirà la crisi di governo.

Intervenendo a diMartedì su La7, Roberto Fico ha detto: «È chiaro che si pone un grossissimo problema politico e mi sembra difficile che una maggioranza possa andare avanti. Senza dubbio si aprirebbe una crisi di governo. Non ci sarà una nuova maggioranza ma nuove elezioni. O si va avanti con questa maggioranza e questo governo o ci saranno le elezioni».

Luigi Di Maio e Roberto Fico Foto © Imagoeconomica / Stefano Carofei

L’analisi da Balena Bianca

Ancora: «C’è una maggioranza importante. Se poi c’è qualcuno che ha in mente di dare spallate al governo non mi sembra che ci stia riuscendo. Le mozioni di sfiducia sono delle opposizioni. Se una forza di maggioranza vota con le opposizioni sarebbe una questione sui generis». Posizione impeccabile per un partito di governo a matrice democristiana. I Cinque Stelle erano un’altra cosa.

Vito Crimi, capo politico del Movimento, ha affermato: «Sono convinto che la maggioranza voterà compatta perché Bonafede è il nostro capo delegazione e se qualcuno della maggioranza vota la sfiducia a lui è come se votasse la sfiducia al governo, per cui sono convinto che non ci saranno sorprese. E’ solo un attacco strumentale al governo soprattutto in un momento in cui il paese sta pensando a come ripartire». La metamorfosi è compiuta: niente più lotta e piazze, ma solo Governo.

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