Movimento senza capi né truppe. Tutto ora è virtuale

Foto © Raffaele Verderese / Imagoeconomica

I big disertano la riunione dopo la sconfitta per non farsi processare, Vito Crimi illustra proposte da fiera dell’ovvio. Soltanto la Lombardi parla chiaramente. Ma a questo punto o Di Battista strappa o perde la faccia.

È davvero possibile soltanto immaginare che ad una riunione importante della Dc dopo una sconfitta seria non si presentassero Giulio Andreotti, Arnaldo Forlani e Ciriaco De Mita? E’ davvero pensabile che in una situazione analoga nel Pci dessero forfait Enrico Berlinguer, Alessandro Natta e Achille Occhetto? O che nel Psi risultassero assenti Bettino Craxi, Claudio Martelli e Ugo Intini? No, non è possibile. Non è pensabile. Ma nel Movimento 5 Stelle si può.

Vito Crimi. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Nel Partito vituale si può tutto. Il Corriere della Sera descrive così la situazione: “ Alle sei del pomeriggio si materializza (da remoto) anche Vito Crimi  , con i suoi «tre scenari grezzi» e tanto di slide per illustrarli. E l’assemblea congiunta del Movimento, che più volte era stata sul punto di saltare per protesta contro il capo politico, finalmente inizia. «Stasera vi porrò davanti agli scenari possibili e su quelli vi chiedo di riflettere», parte Crimi e concede ai parlamentari di votare via mail la ricetta per scongiurare la scissione e risollevare il M5S. Un passaggio tutto «interno ai gruppi parlamentari», più per capire l’aria che tira che per lasciare la decisione agli eletti. Perché poi, dopo aver ascoltato tutti, sarà Crimi a «fare la sintesi». In due sale diverse per le norme anti Covid ci sono 90 deputati e una quarantina di senatori e se non sono tutti è perché si era sparsa la voce che il reggente avrebbe disertato. «Ma come, non viene?». «Se non ci dice quando saranno gli Stati Generali, che ci andiamo a fare?». 

Ma perfino la rivolta è virtuale. In realtà non succede nulla.

I tre scenari

Vito Crimi illustra i tre scenari. Il primo è scegliere subito il nuovo capo politico con un voto su Rousseau. Il secondo è puntare su un organo collegiale, una sorta di segreteria politica da votare anch’essa sulla piattaforma. Ultima opzione, convocare senza altri temporeggiamenti gli Stati Generali, guidati da una commissione ad hoc di una decina di membri.

Roberta Lombardi. Foto © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

Ed è questa, si capirà col passar delle ore, l’ipotesi su cui Crimi punta a far convergere la maggioranza dei voti. Se il reggente la spunterà, gli Stati Generali partiranno entro il 15 ottobre con le assemblee territoriali «dal basso» e la costituzione di una commissione che elabori proposte e documenti.

Ma sempre il Corriere sintetizza:“Fico non c’è, Buffagni nemmeno e vuote restano le sedie di Di Maio, Bonafede, Patuanelli e Fraccaro, a palazzo Chigi per il vertice sul 5G”. Lo stato maggiore del Partito non c’è perché non si vuole far processare, non vuol essere il “bersaglio”.

A questo punto cosa faranno Alessandro Di Battista e Barbara Lezzi? Se non “strappano”, cosa restano a fare? L’unica che ha avuto il coraggio di dire come la pensa è Roberta Lombardi. Ma è un’eccezione. (Leggi qui La scossa di Roberta al M5S “Basta con la Likecrazia”).

Il Movimento farà finta di nulla. Sapendo bene che ormai è rimasta solo la classe dirigente. Non ci sono più i voti, questo è il vero problema. Ma non fa niente. I generali senza esercito andranno avanti. Sul web è tutto virtuale.