Perde di consistenzza la mozione di sfiducia che la Lega voleva presentare contro Nicola Zingaretti. I nuovi numeri dell'Aula mettono al riparo il Governatore. Che però deve risolvere il rebus Italia Viva - M5S. Due tecnici per gli assessorati rimasti liberi.
La mozione di sfiducia a Nicola Zingaretti non arriverà in Aula, salvo clamorosi colpi di scena. Ma il Governatore del Lazio deve ancora risolvere il rebus maggioranza: in piedi da quando è venuto meno il Patto d’Aula cioè l’accordo con due Consiglieri indipendenti che finora gli ha consentito di andare avanti nonostante sia stato eletto senza avere abbastanza consiglieri per governare. (leggi qui Renzi scatena la tempesta perfetta nel Lazio)
Il quadro politico è stato complicato dalla spaccatura nel Movimento 5 Stelle che ha detto no ad una riedizione nel Lazio per il patto giallorosso varato a Palazzo Chigi. E reso ancora più complesso dalla nascita del sub gruppo renziano di Italia Viva: che ha imbarcato un consigliere Pd ed uno degli indipendenti, costituendo ora la nuova possibile stampella. (Leggi qui: Anche Cavallari va con Renzi: Zingaretti in ostaggio).
La creatura di Matteo Renzi da una parte ha risolto un problema al governatore ma dall’altra sarebbe vista con sospetto dallo stesso Zingaretti. Perché l’eventuale nascita di un gruppo di Italia Viva costiruirebbe una novità rilevante nel panorama della maggioranza. Avrebbe risvolti sia sul tema dei due assessorati che devono essere ancora assegnati (dopo l’addio di Gian Paolo Manzella allo Sviluppo economico e di Lorenza Bonaccorsi alle Pari opportunità). Ma anche su quello delle dinamiche politiche interne alle forze che sostengono il presidente.
L’adesione (subito dopo quella di Marietta Tidei) di Enrico Cavallari a Italia Viva garantisce a Zingaretti di avere un 26esimo consigliere dalla sua parte, smontando quindi numeri alla mano l’eventuale buon esito di una mozione di sfiducia. Il consigliere, infatti, fa parte a tutti gli effetti della maggioranza.
Dall’altro lato pero’ questo non potrà non avere un prezzo politico. Intanto, in termini di “condizionamenti tematici” dentro la maggioranza. Almeno fino a quando Italia Viva non diventerà un gruppo. Manca un consigliere per arrivare a dama e ‘radio Pisana‘ riporta di pressioni insistenti, in particolare verso Rodolfo Lena per convincerlo al grande salto.
Per ora il consigliere Pd smentisce ma c’è chi è convinto che alla fine il matrimonio si farà. A differenza di quello con la consigliera di Forza Italia Laura Cartaginese, che ha seccamente smentito un suo passaggio alla formazione politica di Matteo Renzi. (leggi qui Il terzo… non è Laura. Cartaginese dice no a Renzi).
Un’altra decisa smentita è arrivata dal capogruppo Pd, Marco Vincenzi, che si è detto non interessato ad entrare in Giunta. Ciononostante Zingaretti deve comunque riempire le due caselle rimaste vuote e, secondo quanto apprende l’agenzia Dire, l’intenzione è quella di riempirle in tempi brevi con due esponenti tecnici.
Ma stavolta questa scelta non sarebbe dettata da un accordo per l’ingresso in maggioranza del M5S, col quale invece i dialoghi si sono raffreddati. Tanto che oggi anche l’idea (proposta mesi fa proprio dai grillini) di dare ai pentastellati la presidenza dell’Aula in cambio di un appoggio esterno produrrebbe una spaccatura netta dentro il gruppo 5S: 5 consiglieri (che potrebbero al massimo diventare sei) a favore, gli altri 5 (o 4) contro.
In questo quadro in continuo divenire, vanno registrati i possibili passaggi al gruppo Misto di Valentina Grippo (dal Pd) e Stefano Parisi (coordinatore del centrodestra). Da tempo lo sfidante di Zingaretti è in contatto con Carlo Calenda. Fratelli d’Italia è in procinto di raddoppiare le proprie forze. Sono attesi gli arrivi di Massimiliano Maselli da Noi con l’Italia (la ‘quarta gamba’ creata con l’Udc solo per le elezioni del 2018). Ad entrare in FdI sarebbero Antonello Aurigemma (attuale capogruppo del Misto dopo essere uscito da Forza Italia poche settimane fa) e Sergio Pirozzi.
Gli annunci ufficiali sono attesi entro la metà di novembre, quando forse Nicola Zingaretti saprà su quale maggioranza potrà contare e per quanto tempo.