Museo di Sora, “un bando alla Cetto La Qualunque”

Il caso del bando con cui trovare un direttore del Museo di Sora. Titolato e disposto a lavorare gratis. Le pernacchie sui media nazionali. L'indignazione del presidente degli Archeologi. Come è nata la vicenda. I dubbi. E la soluzione: "Se propongono agli altri di lavorare gratis inizino a farlo loro. E con i soldi delle loro indennità si paghi il direttore”

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Che sia pensionato e deve essere disposto a non prendere un centesimo. Tutto questo nel Comune di Sora. Sicuro che è il Comune di Sora e non di Sola?” (Tutti pazzi per RDS).

Insorgono invece gli archeologi. A Sora in provincia di Frosinone… Vogliono un direttore del museo ma lo vogliono gratis. Hanno fatto un bando di concorso rivolto solo a dei pensionati. Che, se non avete una mazza da fare, noi non vi si dà una lira. Se vi va venite qui come titolo onorifico. Dice: tu che fai? Io sono il direttore del museo. Ma è volontariato. Non è un lavoro. Molto imbarazzante …” (Il Ruggito del Coniglio Rai Radio 2)

Questo bando sembra veramente scritto dall’assessore a qualcosa nel paese governato da Cetto La Qualunque”. (Alessandro Garrisi, presidente nazionale degli archeologi a Radio 24)

È lo stesso presidente Garrisi a sperare che la questione venga rivista. A Sora invece il sindaco Luca Di Stefano e il vicesindaco con delega alla Cultura Maria Paola Gemmiti vanno avanti imperterriti per la loro strada. Dopo mattinata di fuoco diramano un comunicato stampa in cui confermano tutta la linea. Nonostante i molteplici dissensi all’interno della stessa maggioranza. A portare Sora sui media nazionali, scatenare la reazione degli Archeologi d’Italia, alzare la pressione in maggioranza è stato il bando pubblicato il 17 gennaio. È quello per individuare il direttore del Museo civico della Media Valle del Liri: il candidato deve avere tutti requisiti previsti dalla legge. In più deve essere in pensione e voler prestare la propria opera gratuitamente.

La geniale trovata dell’Amministrazione comunale ha fatto il giro d’Italia in meno di 24 ore, suscitando le ire degli addetti ai lavori e l’attenzione dei maggiori media nazionali. E già si accusano i primi contraccolpi politici con i consiglieri del Pd che si rifiutano di esprimere solidarietà alla Gemmiti. Mentre l’opposizione serve la soluzione su un piatto d’argento: gli amministratori si riducano le indennità per pagare il direttore del museo.  

I PENSIONATI CHE MANDANO AVANTI LA BARACCA

Alessandro Garrisi – Presidente Associazione Nazionale Archeologi

È il presidente nazionale degli archeologi Alessandro Garrisi, nella trasmissione di Radio 24, a mettere il dito nella piaga. “Parliamo di un incarico professionale per il quale dovrebbero essere richiesti requisiti di alta formazione che viene riservato a soggetti in quiescenza. Sembra essere uscito dalla mente di un soggettista de Ai Confini della realtà di Koch Media”.

Perché? Cosa non ha visto l’amministrazione comunale di Sora? “Si dice in forma retorica: le forze abili alla guida del Paese stanno in giro a non far niente. In pratica: i giovani, i professionisti formati, magari anche percependo qualche bel reddito di cittadinanza. Mentre i pensionati mandano avanti la baracca. Solo che questa è la realtà

 “Qua ci sono due temi” incalza Garrisi a Radio 24. “La gratuità e il personale in quiescenza. La gratuità perché dicono che non hanno i soldi laddove per un Comune come Sora trovare i soldi per dare incarico a una persona correttamente formata è un’operazione completamente banale”.

Poi c’è l’altro aspetto. “C’è anche il tema di riservare questa attività a una persona in quiescenza. Non è che uno vuole dire che questo è uno di quei casi costruiti su misura come il cappottino. Questo bando sembra veramente scritto dall’assessore ‘a qualcosa’ nel paese governato da Cetto La Qualunque perché non rispetta nemmeno la normativa più recente che definisce chi può dirigere un museo”.

IL NOME DAL SEN FUGGITO

Il post del 20 novembre

Lo ha detto il presidente nazionale degli archeologi a Radio 24 che forse è un cappottino cucito su misura e lo credono in molti anche a Sora. Malignità? Da dove è nato il dubbio?

Affonda le radici in un post pubblicato sul profilo Facebook dell’assessore alla Cultura il 20 novembre. In cui, a proposito del museo si legge: “Che emozione oggi riaprire quella porta! Quante ricchezze custodisce! Faremo di tutto per riaprire a breve! Grazie alla professoressa Alessandra Tanzilli per essersi fatta coinvolgere dal nostro entusiasmo, all’assessore Francesco De Gasperis sempre protagonista quando c’è da ridare ordine e pulizia alla nostra città, al sindaco Luca Di Stefano con il quale è sempre facile condividere iniziative e progettualità. Ma soprattutto grazie a tutti i dipendenti comunali che nonostante fosse un soleggiato sabato mattina, in un loro giorno libero, hanno passato la mattinata con noi a pianificare azioni e cercare soluzioni per la riapertura del nostro Museo”.

Il dubbio nasce appunto perché sull’onda dell’entusiasmo il vicesindaco annuncia il contributo di esperienza messo a disposizione dalla professoressa Tanzilli. Che ha tutte le carte in regola per fre il direttore. Ed pure pensionata. Un caso? O un nome dal sen fuggito?

APPELLO AL BUONSENSO

Una manifestazione degli Archeologi contro gli incarichi gratis

Al sindaco di Sora – rincara la dose il presidente degli archeologi Garrisi a Radio 24- che sicuramente si sforzerà di fare il meglio per il suo paese, certamente non sfuggirà che finire al centro delle cronache nazionali per una vicenda così aberrante non lo aiuta a raggiungere il suo obiettivo”.

Mi dicono che è circondato da persone di buonsenso, speriamo che il buon senso prevalga… Usciamo da due anni di pandemia, dobbiamo dare slancio al Paese, dovremmo utilizzare le migliori menti in prospettiva di ripresa economica, e noi che facciamo? Diamo gli incarichi alle persone in quiescenza?”. 

Per Garrisi è inaccettabile che si usi lo stratagemma del pensionato per evitare di dare uno stipendio, per far svolgere un lavoro a qualcuno togliendolo ad un altro che invece si farebbe pagare, com’è giusto che sia.                          

SINDACO E VICE NON MOLLANO

Manuela Cerqua

Invece il buon senso non ha prevalso. Il comunicato dall’ufficio stampa del Comune è stato inviato alle 13:20. Poco prima il telegiornale regionale di Rai 3 aveva intervistato proprio davanti al museo la consigliera di minoranza Manuela Cerqua. Era attesa anche la vicesindaca con delega alla Cultura Maria Paola Gemmiti che, all’ultimo momento, avrebbe deciso di non presentarsi più.

Insieme al primo cittadino Luca Di Stefano ha preferito affidare la loro posizione a una e-mail.  

Obiettivo prioritario di questa Amministrazione è la valorizzazione del Museo della Media Valle del Liri. Per riaprire questa struttura è indispensabile ovviamente avere a disposizione le necessarie risorse economiche. Purtroppo, ad oggi, il museo di Sora non è compreso nell’Organizzazione museale regionale del Lazio e, quindi, non può accedere ai relativi finanziamenti, né tanto meno al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Il termine per rinnovare il suo accreditamento nella piattaforma regionale è fissato al 31 gennaio 2022. Vista la scadenza imminente abbiamo ritenuto opportuno individuare la figura del direttore scientifico, in maniera celere e senza costi per l’Ente. La nomina di un direttore è, infatti, imprescindibile per presentare richiesta di accreditamento presso l’organizzazione museale regionale. L’avviso è stato redatto nel pieno rispetto della vigente normativa che consente l’attribuzione di incarichi e collaborazioni a persone in quiescenza, anche oltre il limite dei 65 anni, purché gratuiti e per una la durata non superiore ad un anno”.

In pratica nessun passo indietro. Anche se al Museo di Sora per accedere ai bandi non mancherebbe soltanto il direttore scientifico ma una serie di altri requisiti dato che è praticamente chiuso da anni. Ecco perché sarebbe forse più opportuno fare le cose con più calma senza attaccarsi ad una data che porterà a nulla.

RETROSCENA PD

Salvatore Lombardi e Maria paola D’Orazio

Da dove nasce il comunicato stampa con cui il sindaco e la sua vice ribadiscono la loro posizione su questa spinosa vicenda? Fonti accreditate parlano di una situazione già molto tesa fra la vicesindaca e assessora alla Cultura e il resto del gruppo del Partito democratico di cui lei fa parte.

Mercoledì mattina, mentre incalzava la bufera sul caso Museo della Media Valle del Liri, non è chiaro se su richiesta della diretta interessata, il segretario provinciale Dem Luca Fantini avrebbe chiesto ai consiglieri Maria Paola D’Orazio e Salvatore Lombardi di lanciare un comunicato stampa del Gruppo consiliare con cui esprimere solidarietà alla loro collega Maria Paola Gemmiti.

Ma lo stesso gruppo si sarebbe rifiutato perché “lei non ci coinvolge in nulla”. E alla fine il comunicato lo hanno fatto firmare al sindaco.   

SI RIAPRA RISPETTANDO LA LEGGE

Manuela Cerqua

Manuela Cerqua è un’archeologa anche se ora fa un altro lavoro. È stata da direttrice del Museo durante l’Amministrazione di Ernesto Tersigni ed ha curato gli aspetti pratici e burocratici che hanno portato il Comune di Veroli ad avere l’accreditamento regionale per il proprio museo.

Ma è anche una consigliera di minoranza e aveva dato al sindaco Di Stefano la sua disponibilità, caduta nel vuoto, a contribuire alla riapertura del Museo. È stata lei, Manuela Cerqua, a sollevare la questione dopo la pubblicazione del fantasioso bando per la ricerca di un direttore scientifico.

Mercoledì ad Alessioporcu.it ha dichiarato: “Sono d’accordo sul fatto che il Museo di Sora debba riaprire, tornare a vivere ed entrare nei sistemi provinciali e regionali. Questo però deve essere fatto rispettando le norme e la dignità di professionisti qualificati. Ferme restando le limitazioni finanziaria dell’Ente, è chiaro che destinare fondi pubblici a questo o a quel settore è sempre una scelta politica, più o meno lungimirante. Credo sia ancora possibile trovare una soluzione utile per dare l’adeguata copertura finanziaria ad un bando pubblico che miri ad individuare un professionista valido per ricoprire un ruolo così importante, non già quiescente”.

UN BANDO A DISCREZIONE

Manuela Cerqua

La consigliera Cerqua pone l’accento anche su altre questioni: “Si è pensato invece solo a trovare un’escamotage che rivela scarsa considerazione delle categorie di settore. Non a caso si sono tutte mostrate allarmate dalla pubblicazione di un tale bando ed hanno fatto sentire subito la loro unanime voce”.

Tutte le professioni hanno pari dignità e qui si sta creando un precedente pericoloso in un settore che è motore di cultura e turismo e soffre particolarmente, soprattutto nell’epoca del Covid. Per non parlare della mancanza di trasparenza della procedura: non è indicata la composizione della commissione e la griglia di punteggio dei titoli lasciando tutto nella più assoluta discrezionalità”.

Infine, il termine di pubblicazione di otto giorni è indecente. E insieme a tutto il resto, fa sorgere una sola domanda: cui prodest?”.

DIMISSIONI!

La soluzione la butta come un sasso nello stagno un altro consigliere di minoranza, Federico Altobelli. Non prima di aver ironizzato sullo slogan elettorale del sindaco Di Stefano parlando de “La nuova era… dei pensionati”.

Complimenti vivissimi – scrive Altobelli -. Questa Giunta comunale, in soli quattro mesi, è riuscita a far parlare di Sora dai mass media nazionali. Ma in negativo! Una figuraccia così a memoria d’uomo si fatica a ricordare! Sarebbe dignitoso da parte loro rassegnare in massa le dimissioni. Fa male, da sorano, sentire il nome della nostra Città ridicolizzato dalle decisioni impreparate ed estemporanee di questa amministrazione”.

Federico Altobelli

L’avvocato Altobelli dice che “È quello che capita quando si fanno bandi cuciti addosso a persone determinate a cui, evidentemente, è già stato promesso l’incarico? Non occorre prendersi in giro. E, tanto più, non è dignitoso prendere in giro i cittadini, sostenendo che il bando, prevedendo la gratuità dell’incarico, fosse concepito per salvaguardare le casse comunali”.

E Altobelli trova anche la soluzione. “Ebbene se è così, se il problema sono le casse del Comune (che però per remunerare lo staff del sindaco pare siano state capienti e generose) potremmo prevedere un taglio delle indennità e dei gettoni di presenza degli amministratori per destinare le somme risparmiate a retribuire giovani che prestano il loro servizio presso il museo e la biblioteca e gli altri centri culturali comunali. Già da qualche giorno la minoranza aveva predisposto una mozione con la quale proponeva il taglio delle indennità per sostenere le famiglie in difficoltà”.

Se questa amministrazione è disposta a far lavorare gratis le persone sarà ben disposta a rinunciare a parte del proprio stipendio (che tra l’altro è stato recentemente incrementato del 30 per cento) in favore del rilancio della cultura. Che dite l’approveranno?”.