Fuga in avanti di Forza Italia: sceglie Natalia. Stop dagli alleati (di F. Ducato)

Forza Italia rompe gli indugi ed all'unanimità decide di candidare sindaco di Anagni Daniele Natalia. Stop nella notte dagli alleati. Ruspandini: "Decisioni unitarie o si perde"

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Se fosse una poesia sarebbe “L’amica di nonna Speranza” di Guido Gozzano. Si proprio lui, il poeta torinese morto giovanissimo, capostipite del crepuscolarismo. Quel movimento poetico che ebbe gran successo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. E che, in alternativa alla magniloquenza carducciane e dannunziana, difendeva la bontà delle piccole cose di provincia, della tradizione… e del passato.

Sembra di sentirlo, Gozzano:
“Venezia ritratta a musaici, gli acquerelli un po’ scialbi,
le stampe, i cofani, gli albi dipinti d’anemoni arcaici,
le tele di Massimo d’Azeglio, le miniature,
i dagherottìpi: figure sognanti in perplessità,
il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone
e immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto,
il cùcu dell’ore che canta, le sedie parate a damasco
chèrmisi…. rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!”


Già, la tradizione ed il passato. Il gusto delle cose che ritornano. L’usato sicuro, il vecchio che non passa. E nemmeno trapassa, se è per questo.

In una parola, Daniele Natalia.

E sì, perché ad Anagni, dopo i giorni della fibrillazione per la possibilità di realizzare la Grosse Koalition in salsa biancorossa, creando un fronte ampio ed esteso dalla destra di Fi alla sinistra del Pd, i conservatori sembrerebbero tornati all’ovile.

C’è ancora qualche alone di speranza (o di minaccia, dipende dai punti di vista), visto che per sabato mattina una riunione del centrodestra provinciale dovrebbe dire sì o no. E stavolta in modo definitivo.

Però, inutile girarci intorno, l’aria sembra più plumbea.

Sull’ipotesi di un accordo ampio (e civico) minaccia pioggia. E dunque il centrodestra locale si prepara al ritorno alla tradizione, in vista delle elezioni. Una bella coalizione politica, che metta insieme i canonici partiti conservatori. Con qualche lista civica d’area in appoggio.

A capo di tutti (o meglio, candidato a sindaco, che non è la stessa cosa), il nome di Daniele Natalia, appunto. Una scelta formalmente ineccepibile. Fi è, ad oggi, il Partito trainante della coalizione locale, almeno sul piano numerico. E Natalia è l’uomo di punta di Fi ad Anagni.

Un sillogismo perfetto. Eppure… sarà quell’aria di già visto, di già sentito, di antiquato… di crepuscolare appunto. O magari, più prosaicamente, la paura, per il centrodestra, di non avere un candidato proprio carismatico.

D’altra parte, tanti in città ricordano l’esito non proprio travolgente della sua candidatura alle comunali del 2014. E temono che anche stavolta una coalizione a trazione Natalia possa finire dietro. Facendo restare, dei sogni di rivalsa del centrodestra, solo la polvere della memoria dei giorni che furono.

Con un’aggravante. Il profumo della ‘fuga in avanti’. La riunione di ieri sera dalla quale è scaturito (altri direbbero ricicciato), all’unanimità, il nome dell’avvocato Daniele Natalia era una riunione della sola Forza Italia. Che – assicurano – sarebbe stata preceduta da una fitta serie di telefonate sull’asse Anagni – Cassino: ‘consigliata’ insomma nella strategia da Mario Abbruzzese.

Operazione che nel corso della notte ha provocato qualche malumore sia a Fratelli d’Italia (leggasi Massimo Ruspandini) e sia alla Lega (leggasi Francesco Zicchieri). Vogliono capire come vada letta questa fuga in avanti. Se sia una fuga in avanti con la quale sottrarsi all’esito del prossimo tavolo provinciale che avrebbe dovuto stabilire i criteri per la designazione del candidato sindaco. Che non tutti assicurano sarebbe stato Natalia.

«Resto sempre perplesso di fronte alle iniziative individuali – dice il senatore Massimo Ruspandini -. Gli elettori ci hanno detto che  quel vecchio modo di fare ormai è sorpassato. Non c’è spazio per gli egoismi di parte. Qui devono prevalere gli interessi di coalizione. Perché noi le elezioni ad Anagni le vinciamo se saremo coalizione. La più ampia possibile. Altrimenti faremo un regalo al Cinque Stelle. Certe decisioni, se non condivise, rischiano di ridursi ad un sabotaggio. Con la finalità di evitare d’avere un vincitore ad Anagni. Egoismi, fughe in avanti, consigli molto interessati e sabotaggi sono cose di cui Anagni non ha bisogno».

Inutili come cose vecchie lasciate in un baule.

Citando sempre Gozzano
“il caminetto un po’ tetro, le scatole senza confetti,
i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,
gli oggetti col monito salve, ricordo, le noci di cocco”.
Che poeta, Gozzano. E che analista politico.

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