Necci Bombo: come Moretti non sa con chi stare. Forse

Il consigliere di minoranza di Anagni fra bipolarismo politico e tattica. Non sta bene con i suoi ma non li abbandona. Sta bene con il sindaco ma non lo raggiunge. E gioca di equilibrio mentre il PD affronta la 'grana Tagliaboschi'.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

È come in Ecce Bombo, film epocale del primo Nanni Moretti. La scena, per essere precisi in cui il protagonista Michele Apicella, alter ego dello stesso Moretti, viene invitato ad andare ad una festa. E ragiona su cosa fare, senza sapersi decidere. Ma non sull’andare o no; su quale scelta può mettere meglio in evidenza il suo ego. «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». Ecco, Antonio Necci, esponente di spicco della lista Medici per l’Ambiente, che aveva partecipato alle comunali del 2018 con Daniele Tasca e la coalizione Anagni Terra Nostra, è un po’ così. Il Michele Apicella del consiglio comunale di Anagni.

All’opposizione ma flirtando con la maggioranza
Antonio Necci

Sempre sospeso su una invisibile linea di confine tra l’adesione alla maggioranza, e la difesa del suo ruolo di consigliere di opposizione. Pronto a rimarcare le sue distanze da una minoranza con la quale, evidentemente, Necci sente di non avere nulla con cui spartire. Ma anche restio a varcare il Rubicone dell’ingresso in maggioranza. Ed essere così tacciato di intelligenza con il nemico. Con la conseguenza di essere, tutto sommato, ricercato da entrambe le parti. Da una maggioranza che, pur essendo numericamente ben forte, non disdegnerebbe certo un elemento in più. E da un’opposizione che teme, al contrario, di essere ancora più fragile e lacerata di quanto non sia.

Necci come Apicella, appunto.

Caso mai ci fosse stato bisogno di una conferma, è arrivata qualche giorno fa. Dove? Alla conferenza stampa di presentazione di un progetto che vedrà l’associazione Medici e ambiente collaborare con il Comune. Per cosa? Per una serie di azioni mirate alla salvaguardia della salute in città e nel territorio, in piena emergenza coronavirus.

Progetto meritorio, ci mancherebbe altro. Ma è stato lo stesso Necci a buttarla sul politico durante la conferenza. Lo ha fatto rimarcando il fatto di essere “in minoranza” ma non “all’opposizione”.

Posizione che il compianto Umberto Eco avrebbe definito un esempio di tetrapiloctomia (l’arte di spaccare il capello in quattro). Mentre Matteo nel suo Vangelo, probabilmente pensava al dottor Necci quando scriveva “il vostro parlare sia: Sì, sì, no, no; tutto ciò che va oltre questo, viene dal maligno”.  

Due scarpe per un piede solo
Il sindaco di Anagni Daniele Natalia

Insomma, l’arte tutta democristiana di stare con il piede in due scarpe. Presumibilmente per non perdere né i vantaggi dell’una né quelli dell’altra. Anche se, a ben guardare, la posizione di Necci è chiara. Cioè obiettivamente più funzionale al sindaco Natalia (che infatti ha badato bene a non entrare nella polemica, avendone tutto da perdere), che all’opposizione.

La quale opposizione, peraltro, ha ancora le sue grane da risolvere. Nel Pd, ad esempio, si sta con tutta probabilità consumando una resa dei conti. Sono i dettagli a dirlo. Da ore circola in città una nota del segretario cittadino Egidio Proietti. Che, in sintesi, offre al sindaco collaborazione, proponendo una serie di misure per aiutare la ripresa dell’economia.

Intanto nel PD è resa dei conti
Egidio Proietti – Segretario Pd Anagni

Anche qui, tutto giusto per carità. Ma ad un certo punto della nota Proietti difende dagli attacchi del sindaco la consigliera Sandra Tagliaboschi. Consigliera che da settimane è in rotta di collisione con il primo cittadino per la questione delle mascherine.

Proietti, che in una nota precedente simile non aveva speso mezza parola per la sua consigliera (alimentando i sospetti dell’esistenza di due Pd in città), adesso sente il bisogno di farlo. Spiegando che la Tagliaboschi ha tutto il diritto di «svolgere il proprio ruolo ed attenersi alle responsabilità proprie di un rappresentante dei cittadini».

Parole sacrosante. Ma poiché la difesa è arrivata adesso e non prima, è legittimo pensare che la parte tagliaboschiana del partito anagnino si sia sentita poco difesa nella prima occasione, alzando la voce per rimarcare i suoi diritti. Come si diceva, una resa dei conti.