Nega in udienza d’avere fatto parte del Pd. Rischia il processo

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

di Aleksej Nikolaevič Kosygin
già membro del Praesidium Supremo dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

Cari Compagne e cari Compagni di Ciociaria,
vi scrivo dalla mia dimenticata tomba di Mosca nella quale riposo laicamente, avendo vissuto come unica fede il glorioso Partito Comunista Unitario Sovietico.

I costumi politici, nel vostro territorio che fu prima contadino e poi operaio, stanno degenerando. Ne sia testimonianza quanto accaduto in queste ore nel tribunale di Frosinone. E per cui vi esorto a mobilitarvi, impugnare falci martelli e forconi per difendere un vostro eroico Compagno.

Mi riferiscono, in questo freddo e già innevato cimitero, che un cittadino del paesino chiamato Arnara, abbia negato con convinzione d’essere iscritto al Partito Democratico. E di averlo messo a verbale nel corso di un’udienza a carico del reazionario Roma Adriano: nemico del Popolo, capitalista, imperialista, amico del potere, vice sindaco in carica e già consigliere regionale per una sola notte.

Delle vicissitudini giudiziarie di questo borghese, avversario delle masse proletarie, poco ci importa. Vi sia sufficiente sapere che viene giudicato per il sospetto di avere rilasciato un’autorizzazione ad edificare su un terreno del suo paesello: se è 2,5 millimetri dentro o fuori una determinata riga tracciata su una mappa. Ai miei tempi, il compagno Iosif Vissarionovič Džugašvili Stalin, lo avrebbe già fatto fucilare alla schiena senza tanti complimenti. Ma voi siete democratici e allora concentrativi su questo processo.

Non fatevi distrarre da quanto sta accadendo però ad un nostro coraggioso compagno che è tra i principali testimoni dell’Accusa. Nel corso di una delle precedenti udienze, il giudice gli aveva chiesto se fosse un avversario politico del vice sindaco e già consigliere regionale che come Cenerentola, alla mezzanotte vide scadere il consiglio regionale di cui aveva appena iniziato a fare parte. La risposta del nostro Compagno fu no. Anzi, asserì di non avere fatto parte di Partiti politici.

Se nonché, all’udienza di oggi, si è materializzata in aula la tessera che attesa la regolare iscrizione del teste al Partito Democratico. Ora rischia di essere incriminato per falsa testimonianza.

Compagni ciociari: mobilitatevi! Riunitevi! Essere stati iscritti al Partito Democratico è diventato motivo di vergogna, una cosa da non raccontare in giro. Da negare se qualcuno ce la chiede. A costo di rischiare il processo. Un po’ come accadde a Pietro quando rinnegò Cristo nel cortile della casa del sommo sacerdote Caifa. Se anche dovesse emergere che il vostro Compagno abbia davvero mentito e non si è trattato di un equivoco, egli va difeso. Perché è comprensibile si sia vergognato d’avere fatto parte di un Partito fondato da Antonio Gramsci, retto da Luigi Longo, nobilitato da Enrico Berlinguer e finito nelle mani di Matteo Renzi. Questo Pd nulla ha a che vedere con il glorioso quanto eretico Partito Comunista Italiano e men che meno con il mio immenso Pcus. Quindi, negare d’averne fatto parte, è doveroso.