Nel bunker giallorosso adesso è Giuseppe Conte a rischiare

Dopo le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico dei Cinque Stelle è il presidente del consiglio a stare sulla graticola. Dipenderà molto dal risultato dell’Emilia Romagna. Per Palazzo Chigi in preallarme c’è Dario Franceschini. Nuove tensioni tra Zingaretti e Renzi-Calenda.

L’indizio politico è fortissimo: il presidente del consiglio Giuseppe Conte non ha partecipato all’importante vertice di Davos. Infatti il senatore Gianluigi Paragone lo ha detto all’Aria che Tira. Spiegando: “È Giuseppe Conte a rischiare grosso, il fatto che abbia disertato l’appuntamento a Davos, importantissimo per un presidente del Consiglio, lo dimostra. L’ha fatto per stare dietro alle baruffe del governo e questo vuol dire tanto“. 

Gianluigi Paragone © Imagoeconomica / Rocco Pettini

Paragone non ha gradito i riferimenti di Luigi Di Maio ai traditori e alle coltellate alla schiena. Ha risposto per le rime e poi ha messo Conte nel mirino. Centrando il punto, visto che lo stesso Giuseppe Conte  a La Repubblica non ha nascosto le  preoccupazioni.

“Il Governo andrà avanti” continuano a ripetere dalla maggioranza. Ma non dicono con quale presidente del consiglio. Perché sta succedendo davvero di tutto e di più.

Il passo indietro di Luigi Di Maio apre un periodo di resa dei conti nel Movimento Cinque Stelle e comunque il ministro degli esteri conserva le truppe dei fedelissimi e l’asse privilegiato con Davide Casaleggio. Ma domenica sera, con i risultati dell’Emilia Romagna e della Calabria, i Cinque Stelle potrebbero trovarsi a dover fronteggiare un’altra situazione complicatissima.

Inoltre l’eventualità di una vittoria di Lucia Borgonzoni e della Lega metterebbe il Pd spalle al muro. Lo stesso segretario Nicola Zingaretti dovrebbe affrontare una stagione congressuale complicata. Sarebbe messo in discussione e Base Riformista ha già un candidato alternativo alla segreteria: Giorgio Gori. Si potrebbe pensare a cambiare il presidente del consiglio. Dario Franceschini è il nome giusto.

Nicola Zingaretti con Dario Franceschini © Imagoeconomica / Carlo Lanutti

Infine c’è la questione delle elezioni suppletive nel collegio romano dove fu eletto Paolo Gentiloni, nel frattempo diventato commissario europeo. Zingaretti ha chiesto a Gianni Cuperlo la disponibilità a candidarsi. Matteo Renzi, Carlo Calenda e Emma Bonino hanno proposto il nome della giornalista di Repubblica Federica Angeli. Zingaretti non ha nascosto l’irritazione per il modo con il quale gli alleati hanno accelerato. Altro fronte bollente.