Nel gioco di Fratelli d’Italia la Tac è solo un pretesto

La partita sottile di Fratelli d'Italia. Che mette nel mirino la Asl. Ma in realtà punta su Lega e Forza Italia. Per la seconda volta FdI gioca da sola la partita senza coinvolgere gli alleati. Rimediando una magra figura. Ma centrando il risultato del consenso

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

La vera domanda è: “a che gioco sta giocando Fratelli d’Italia”? Non solo ad Anagni, a livello locale, ma anche in ambito provinciale e regionale. Perché quelle che possono sembrare polemiche locali, in realtà potrebbero nascondere un retroterra molto più ampio, con uno scontro tutto interno al centrodestra, che rischia di avere conseguenze importanti.

Il pretesto della Tac

Le nuove Tac di Sora e Cassino

Il punto di partenza di questa storia è ad Anagni. Dove ieri mattina, secondo i bene informati, il sindaco Daniele Natalia ha fatto un salto sulla sedia. Non per una improvvisa perdita di equilibrio, ma per lo stupore provato di fronte alla lettura di una durissima nota pubblicata dal gruppo locale di Fratelli d’Italia sul tema della Sanità. Nota causata dalla decisione della Asl di Frosinone di spostare un iniettore per la TAC con contrasto dall’ex nosocomio di Anagni all’ospedale di Alatri.

Per Fratelli d’Italia è la controprova dell’esistenza di un disegno dall’alto, legato alla volontà di smantellare ancora di più l’ex ospedale anagnino, a tutto vantaggio dell’ospedale di Alatri, feudo elettorale del consigliere regionale Pd Mauro Buschini. Un’accusa durissima al Pd ed alla Asl.

Asl che, nel pomeriggio di ieri, ha replicato con una nota ufficiale. Chiarendo che non c’è nessuna volontà di penalizzare Anagni, ma soltanto la decisione di spostare un pezzo da un macchinario, quello della Tac di Anagni, fermo dal 2020.

Vero bersaglio: Lega e Forza Italia

Fin qui la polemica locale.  Nella quale però va inserito un dettaglio importante. Ovvero, il fatto che Fratelli d’Italia, che ad Anagni ha un peso specifico molto importante in maggioranza, si sia scagliato molto duramente, nella sua nota, non solo contro il Pd ( e ci poteva stare) ma anche contro i vertici dell’Azienda Sanitaria Locale, capitanata dalla dottoressa Pierpaola D’Alessandro. Quella stessa D’Alessandro che, qualche giorno fa, in tanti hanno visto ad Anagni, nel giorno della celebrazione del 2 giugno, festa della Repubblica, mentre prendeva un aperitivo in Piazza Innocenzo III insieme con il senatore leghista Gianfranco Rufa, il referente della Lega ad Anagni il vicesindaco Vittorio D’Ercole, ed il sindaco Daniele Natalia.

E proprio Natalia ne ha approfittato per chiedere ancora una volta alla D’Alessandro impegni stringenti per la salvaguardia della sanità locale. Insomma, da una parte Natalia sceglie la strada della trattativa politica per ottenere risultati (per lui vitali), in materia di sanità, giocando di sponda con la Lega; dall’altra Fratelli d’Italia spara a palle incatenate contro i vertici dell’Asl. Un contrasto talmente stridente, da far pensare che ci sia qualcosa sotto.

La strategia dei Fratelli

Gianluca Righini e Pasquale Ciacciarelli

Anche perché la storia somiglia parecchio a quello che è accaduto qualche giorno fa in Regione. Quando la mozione che intendeva  rilanciare l’ospedale anagnino presentata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Righini è stata bocciata per l’assenza (anche) di 3 consiglieri del territorio, i democrat Sara Battisti e Mauro Buschini ed il leghista Pasquale Ciacciarelli. Un’assenza, quest’ultima, che ha generato molto imbarazzo tra le fila del centrodestra: non per il fatto che Ciacciarelli abbia marcato visita per perché nessuno del centrodestra lo aveva coinvolto nell’iniziativa, segno evidente che FdI voleva giocare in proprio la partita. (Leggi qui Il trappolone per la Lega firmato dagli amici di FdI).

Perché allora la storia si ripete? Le spiegazioni possono essere due, nessuna delle quali beneaugurante nei confronti dell’unità del centrodestra, a tutti i livelli. La prima è quella di una mancanza di coordinamento; non c’è stato un collegamento tra le parti a proposito della mozione Righini, nessuno nel centro-destra ha pensato di organizzarsi per evitare figuracce. Adesso, potrebbe essere acaduta la stessa cosa. E fin qui è un fatto di disorganizzazione.

L’altra spiegazione, più inquietante, è quella di un Partito, quello di Fratelli d’Italia, che da tempo gioca in proprio.  E che, poiché in ambito nazionale la strategia chiara è quella di distinguersi per acquisire più visibilità, cerca di comportarsi di conseguenza anche a livello regionale e locale. Varando iniziative autonome, spesso appunto in contrasto con le altre scelte del resto del centrodestra, proprio per acquisire più visibilità come partito e marcare più chiaramente la propria alterità.

Una strategia che, in termini di consenso per Fdi, sembra pagare. Il problema è che così facendo potrebbe diventare poi complicato recuperare l’unità complessiva del centro destra.

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