Nel Pd si apre la ‘questione morale’

Il Pd si riunisce nelle prossime ore. Rimette in discussione l'appoggio alla rielezione del sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli. Ma soprattutto ha il problema dei candidati: se schierare o no chi è indagato in Concorsopoli

Il conto alla rovescia è terminato. Dopo mesi di polemiche, di veleni e di veti incrociati il Partito Democratico di Minturno è chiamato a decidere. Lo farà questa sera in  quella che si preannuncia una drammatica seduta della Direzione. All’ordine del giorno ci sarà un solo argomento: le elezioni amministrative del 3 e 4 settembre prossimi. Bisogna decidere se sostenere il sindaco uscente con il quale il Pd ha governato in questi 5 anni; si deve stabilire con quali uomini; si deve dire se sono agibili anche quelli sfiorati dal sospetto. In pratica se si può candidare chi è sotto indagine della Procura oppure no.

L’esito del “parlamentino” Dem interessa in prima persona il sindaco uscente Gerardo Stefanelli. Aspetta di sapere quale Pd lo sosterrà per un probabile bis. E come potrebbe concretizzarsi il sostegno. I dubbi politici ruotano attorno a due elementi: la presentazione o meno del simbolo del Partito; la candidatura o non del suo elemento più rappresentativo sul piano elettorale: l’ex presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Tomao.  (Leggi qui Il Pd sceglie Paola Graziano, Stefanelli non infierisce).

La Questione Morale

Giuseppe Tomao

Il Pd rischia la spaccatura. Verticale come quella avvenuta nella vicina Formia. La scelta che dovrà operare il Partito minturnese non riguarderà il tipo di alleanza da ostenere ma l’opportunità di candidare o meno il suo “mister preferenze”.

Tomao, vicinissimo all’ex segretario provinciale Claudio Moscardelli, è indagato a piede libero nell’ambito dell’inchiesta sulla ‘concorsopoli’ dell’Asl pontina. È l’inchiesta che ha portato la Procura di via Ezio a Latina ad ottenere il giudizio immediato per l’ex senatore di Latina e per due funzionari della stessa Autorità sanitaria

Tomao, primo degli eletti alle amministrative di Minturno del 2016, è indagato . Ma non è al momento destinatario di alcune conclusione delle indagini e tantomeno di alcuna richiesta di giudizio. Ma il suo Partito – parte del quale ha chiesto ed ottenuto le dimissioni da presidente d’aula – non sa ora quali pesci pigliare.

La componente di sinistra, quella vicina alle posizioni dell’assessore alla cultura Minna Nuzzo e del dimissionario capogruppo Matteo Marcaccio, è la più ortodossa e radicale: per loro Tomao non può essere candidato per motivi di opportunità politica. Ed il Pd – sempre per loro – deve presentare il suo simbolo e ri-sostenere Gerardo Stefanelli.

L’ala Dem rimasta vicina al senatore Claudio Moscardelli (a Tomao si aggiungono la neo presidente del consiglio Paola Graziano ed i consiglieri Piernicandro D’Acunto e Francesco  Sparagna) propone naturalmente la ricandidatura di Tomao magari alla testa di una lista senza simbolo del Pd. Al centro di questi fuochi è rimasto il coraggioso coordinatore e sesto consigliere comunale del Pd aurunco, Franco Esposito, che è l’esponente più fedele al sindaco Stefanelli.

Stefanelli: fateci sapere e sbrigatevi

Gerardo Stefanelli

 A marzo scorso Il Partito aveva raggiunto una sintesi decidendo di appoggiare uno Stefanelli bis (Leggi qui Il Pd supera gli imbarazzi e dice si ad uno Stefanelli bis).

Poi le indagini su Concorsopoli avevano rimescolato le carte e riaperto la discussione. (Leggi qui Il Pd litiga, Stefanelli guarda a destra).

Ora l’unico sindaco pontino di Italia Viva, ha chiesto al Pd di scegliere e di farlo in fretta: Mi aspetto da questo importante Partito responsabilità e buon senso. Non voglio assolutamente entrare nelle scelte che adotterà questo alleato. La responsabilità di far parte della mia coalizione deve prendersela solo ed esclusivamente il Pd. Come e con chi deve deciderlo lo stesso Partito Democratico e nessun’altro”.

Ad attendere la scelta di questa sera è anche il grafico pubblicitario del sindaco di Minturno. Non sa ancora se sui manifesti elettorali dovrà inserire il simbolo del Pd. O in alternativa quello di una lista civica. Con quest’ultima ipotesi la scissione sarebbe inevitabile. Con la presentazione del logo del Pd (e la ricandidatura di Tomao) Stefanelli proverebbe a fare il colpaccio: vincere le elezioni amministrative già lunedì 4 ottobre senza ricorrere al ballottaggio.

Chi va e chi viene

Pino D’Amici

Intanto si completano i posizionamenti delle ultime ore. Il sindaco ha perso il delegato allo Sport Angelo Graziano: ha deciso di lasciare la maggioranza e migrare in Fratelli d’Italia che candida alla carica di sindaco l’avvocato Pino D’Amici 

Stefanelli invece ha ‘scippato’ a Fdi uno dei due suoi consiglieri comunali, Tommaso Iossa. Da tempo consigliere vicario della maggioranza consiliare, Iossa ha deciso di lasciare il Partito di Giorgia Meloni essenzialmente per due ordini di motivi. Innanzitutto non si è mai considerato parte integrante del progetto elettorale di D’Amici: mai consultato, mai invitato alle iniziative elettorali promosse dall’avvocato di Scauri. E poi perché è convinto che Minturno abbia bisogno di una dovuta continuità.

Fdi doveva reagire e l’ha fatto in poche ore. Mercoledì sera ha ufficializzato l’ingresso nei suoi ranghi dell’imprenditore edile Giuseppe Forte: il padre Enzo fu candidato alle amministrative del 2010 vinte dall’allora capogruppo del Pdl alla Provincia Paolo Graziano.