Nella galassia Stellantis, Alfa Romeo in picchiata

I dati di vendita del gruppo Stellantis. Malissimo Alfa Romeo. Paga la crisi dei microchip ed i contoinui stop nello stabilimento Cassino Plant

Giovanni Giuliani

Giornalista malato di calcio e di storie

È un’emorragia che non si arresta. La mancanza, ormai cronica di microchip, sta bloccando di fatto il mercato delle auto in Italia e nel resto d’Europa. Il segno meno è predominante un po’ dovunque: ma per Alfa Romeo la discesa è senza freni, vertiginosa: più pesante rispetto agli altri marchi.

Vendite Alfa Romeo in picchiata

Mentre lo stabilimento Stellantis Cassino Plant di Piedimonte San Germano continua a restare chiuso proprio perché i semiconduttori non arrivano, i dati forniti da Acea (l’associazione dei costruttori europei) dicono che le vendite di vetture Alfa Romeo a settembre 2021 si sono quasi dimezzate: – 46,5% nel mercato dell’Unione Europea, in quello dell’area Efta (il mercato europeo di libero scambio al di fuori dell’Ue) e nel Regno Unito.

Giulia e Stelvio

Se un anno fa erano state immatricolate 4079 vetture nel mese appena trascorso ne sono state vendute appena 2182.

Alfa Romeo è la peggiore del gruppo Stellantis che pure perde il 30,4% a settembre 2021 in rapporto allo stesso periodo dello scorso anno. Nella galassia Stellantis a settembre male anche Pegeout, Citroen, Fiat.

Ma la crisi è generalizzata e riguarda tutto il Vecchio Continente: e i numeri negativi si spiegano soprattutto con la crisi dei semiconduttori che sta avendo ripercussioni sui tempi di consegna delle vetture. Ci vuole sempre più tempo per riuscire ad avere un’auto nuova.

Mai così male da 26 anni

Per tornare ad un settembre cosi difficile in Europa bisogna fare un passo indietro di 26 anni; quello del 1995.

Le vendite, infatti, non sono andate male solo per Stellantis. È  stato tutto il mercato europeo a far registrare una flessione del -25,2%. Insomma se Atene Piange, Sparta non ride.

      A settembre 2021 Volskwagen perde il 29,7 per cento, Renault il 24,2. Daimler addirittura il 48,1. In controtendenza solo Hyunday  con +26,9 per cento nel mese appena trascorso. 

     A settembre 2021 i principali mercati europei automobilistici hanno il segno negativo: l’Italia perde il 32,7 per cento sullo stesso periodo del 2020, la Germania il 25,7, la Francia il 20,5, la Spagna il +15,7.  Il saldo è attivo in Europa considerando, invece, i nove mesi dell’anno in corso: +6,9.

Male anche in Europa

 Ancora una volta, però, non per Alfa Romeo che nel periodo gennaio-settembre ha perso il 20,6% rispetto all’anno scorso. È l’unica del pianeta Stellantis in perdita considerando questo periodo.

Se nei primi nove mesi del 2020 erano state vendute 24.436 auto a marchio Alfa, fino ad ora i modelli immatricolati sono 19.399.

 Stellantis, invece, sul lungo periodo ha il segno positivo: +8,1%: 1 milione 863mila 391 vetture immatricolate rispetto al milione 724mila 340 dello scorso anno.

     Sulla performance positiva del periodo gennaio-settembre 2021 incidono in particolare i numeri di Jeep e Lancia, entrambe attorno al +20%. 

Prospettive nebulose

     Solo il marchio del Biscione arretra pesantemente. E le prospettive sono ancora nebulose. In questa settimana si è lavorato, di fatto, solo due giorni, lunedì e martedì. Poi sono arrivati tre stop produttivi per la mancanza di microchip. (Leggi qui Ballano mentre la fiamma si spegne nei motori).

     Dall’inizio dell’anno sono stati oltre 70 i giorni di fermo forzato. Non si è lavorato, in pratica, per oltre due mesi. E questo incide maledettamente sui numeri di un marchio che è in grande affanno cosi come lo sono i suoi lavoratori ei loro stipendi: lavoratori che ormai ogni giorno rischiano  di trovarsi la “sorpresa” di uno stop.

 Tornando ad un discorso più generale in un quadro rosso cupo per il mercato delle  auto in Europa c’è un ulteriore aspetto da evidenziare: quello delle auto elettriche che hanno avuto, invece, un boom di vendite. Sia quelle pure sia quelle ibride. 

Una colonnina di ricarica (Foto: Andrea Panegrossi / Imagoeconomica)

      Dati analizzati dal Centro Studi Promotor secondo cui il boom  «è dovuto al crescente interesse verso questo tipo di veicoli e probabilmente anche al fatto che presso le concessionarie di tutta Europa vi è ancora una buona disponibilità di auto di questo tipo da collocare sul mercato».

 Il Governo in queste ore, intanto, va verso il rifinanziamento degli incentivi per le vetture elettriche. Sul piatto nelle scorse ore  la proposta del viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin per rendere strutturali gli ecobonus per l’acquisto di vetture elettriche o a basso impatto con uno stanziamento di tre miliardi complessivi per tre anni. Un incentivo, dunque,  strutturale, per assicurare una certa continuità al mercato senza attendere ciclicamente le misure del Governo.