Nessuno scrive al candidato: la misteriosa fine del conclave ideato da Abbruzzese

Nelle segreterie dei Partiti sono rimasti per giorni alla finestra, a scrutare l’orizzonte anche con l’aiuto dei binocoli. Ma degli ambasciatori che doveva inviare Mario Abbruzzese non s’è vista traccia. I diretti interessati giurano di non avere ricevuto né messaggeri, né telegrammi o telefonate. Interrogati anche i portinai dei palazzi ma pure loro assicurano che di lì nessuno è passato che fosse inviato dall’ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio.

Che fine abbiano fatto i messi incaricati di convocare il conclave con cui individuare il candidato unitario del Centrodestra a sindaco di Cassino (leggi qui il precedente) è un mistero che angoscia le cancellerie cittadine. Nessuno ha bussato alla porta dello studio legale dell’avvocato Giuseppe Di Mascio ispiratore del movimento Noi per Cassino e già consigliere giuridico del Presidente. Nessuno si è visto dalle parti di Massimiliano Mignanelli che – per non lasciare qualcosa di intentato – scruta il cielo casomai arrivassero piccioni viaggiatori. Anche il telefono dell’ex candidato sindaco Carmelo Geremia Palombo è rimasto desolatamente muto, se si eccettua una signora affetta da scorbuto. Attende invano anche Robertino Marsella.

Stanco di aspettare, Gabriele Picano ha fatto una passeggiata dalle parti di Pontida e si è battezzato leghista nelle acque del dio Po. Niki Dragonetti è più pigro e si è accontentato di fare quattro passi a Caira per stringere un’alleanza con Marino Fardelli. Benedetto Leone, dopo essersi accertato del corretto funzionamento della linea internet, del fax, del cavo telex e di quello per i cablogrammi, nelle ore scorse ha rotto gli indugi ed ha diramato una nota verso le linee dei possibili amici “Il sindaco si scelga attraverso le primarie, per quelle gia da tempo ho dato la mia disponibilità insieme a chi con me ci ha messo sempre la faccia“.

Insomma, quel conclave che Abbruzzese aveva ideato, adesso sono gli altri ad invocarlo. E per mandare un ulteriore segnale, appena rientrato dai Navigli milanesi, Picano manda a dire ad Abbruzzese “Nessun patto già raggiunto tra Noi con Salvini e Forza Italia: potremmo anche
candidarci da soli, rivolgendoci ai tanti movimenti civici che esistono in città”.

Se è una strategia, Mario ha raggiunto il suo obiettivo: ora sono gli altri a chiedere quel conclave. Ma lui vuole farlo davvero? Veramente vuole rinunciare al ruolo di scegliere lo sfidante d’area da candidare contro Giuseppe Golini Petrarcone e Marino Fardelli?

In attesa di una telefonata, continuano le riunioni dei cinque consiglieri di opposizione che volevano realizzare un fronte unito: (in ordine rigorosamente alfabetico) Giuseppe Di Mascio, Robertino Marsella, Massimiliano Mignanelli, Carmelo Geremia Palombo e Gabriele Picano. Un tavolo al quale ognuno ormai si presenta con il giubbotto antiproiettile per il timopre di prendere una coltellata alle spalle: spiega uno dei partecipanti “Sì ci riuniamo, ma poi ognuno di noi parla anche con gli altri, qui tutti parlano con tutti, a me mi ha contattato sia il Pd che Fardelli e Mario, oramai in questa politica non ci si capisce più niente”.

Sarà per questo, allora, che i messaggeri con l’invito, hanno perso la strada?

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