Il bluff di Paola Villa che ha messo a nudo gli avversari

Foto © Andrea De Meo

Nessuno aveva intenzione di far cadere Paola Villa. In quasi tre settimane di trattative la sindaca di Formia ha messo all'angolo i suoi avversari. Mettendo a nudo una loro debolezza: non hanno un accordo per sostituirla. I prossimi dieci giorni saranno decisivi. Si gioca tutto lì

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Paola Villa lo aveva capito dal primo minuto. La conferma le è arrivata dal giro di consultazioni compiuto dopo le sue dimissioni revocabili da sindaco di Formia rassegnate il 30 novembre. Nessuno tra i suoi avversari aveva la benché minima intenzione di mandarla a casa e con lei finirci pure lui.

Le hanno sparato con una pistola politica caricata a salve: di quelle che fanno tanto baccano ma producono nessuna ferita. L’obiettivo era evidente: tentare di spaventarla per convincerla a cambiare linea. In altre parole, consegnarsi in ostaggio a chi le aveva revocato i numeri fondamentali per proseguire. Arrendersi se voleva tornare a governare.

Il sindaco di Formia Paola Villa con l’ex sottosegretario Gianfranco Conte. Foto © Andrea De Meo

La certezza che le cose stessero così Paola Villa l’ha avuta con il passare dei giorni. Sempre più solida a mano a mano che il tempo scorreva. Giocando a suo favore, contrariamente a ciò che pensavano tutti, convinti che si sarebbe logorata con l’avvicinarsi del fatidico ventesimo giorno in cui sarebbero diventate irrevocabili le sue dimissioni.

Invece no. Perché Paola Villa dal primo momento ha avuto chiaro un elemento: se avessero voluto farla finita davvero, se fossero voluti tornare alle elezioni, se avessero voluto sparare un colpo vero e non a salve sarebbe bastato andare in 13 dal notaio e firmare insieme la lettera di dimissioni da consigliere comunale. La partita sarebbe finita lì. Invece nessuno lo ha fatto, nessuno lo ha proposto. Semplicemente perché nessuno aveva intenzione di farlo.

Nessuna alternativa a Paola

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Nessuno aveva intenzione di staccare la presa per i motivi che Alessioporcu.it ha anticipato nelle ore scorse: nessuno degli avversari è pronto a tornare alle elezioni. Perché al di là della vanità individuale non c’è uno straccio di coalizione. (Leggi qui Stati Generali mezzo flop, al via le consultazioni scontate).

Se si tornasse alle urne domani mattina si confronterebbe una mezza dozzina di bande politiche, lanciate nel più sanguinoso corpo a corpo dal quale emergerebbe solo il più forte. Esattamente come due anni fa è emersa la più debole. Perché Paola Villa era la più debole tra le figure presenti nella scorsa elezione: politicamente non strutturata, non disposta a dialogare, destinata all’isolamento ed al fallimento maturato in aula il 30 novembre. Paola Villa due anni fa ha vinto perché gli altri sono stati incapaci di aggregarsi: il centrodestra ha dato pessimo spettacolo nella presunzione di essere vincente e che le elezioni fossero faccenda da risolvere in una conta al suo interno. Il centrosinistra ha dato dimostrazione di pessima capacità di visione: sarebbe bastato studiare il modello della vicina Gaeta con un po’ di sano pragmatismo di sinistra.

In questo modo tutti hanno trasformato la debolezza di Paola Villa in una forza: perché gli altri si sono resi più deboli di lei. (Leggi qui La strana coppia si presenta: i Fratelli sono molto scettici).

In questo senso, il collasso politico di questi giorni è colpa di tutti.

Lo scenario futuro

Pasquale Di Gabriele

Paola Villa adesso sa che il vero conto alla rovescia è quello che partirà dalla fine di dicembre. Cioè da quando il suo fedele presidente del Consiglio Comunale Pasquale Di Gabriele convocherà il Consiglio comunale nel quale approvare i conti.

Da quel momento sarà tutto un susseguirsi di trattative in seno al centrodestra per preparare la successione. Appena il fronte sarà saldato, nel momento in cui gli avversari avranno un candidato da contrapporle, faranno mancare i numeri e manderanno Paola Villa a casa per correre tutti alle elezioni anticipate.

La professoressa di Scienze Naturali è meno sprovveduta di quanto voglia far credere. È per questo che ha azzerato la sua giunta e ritirato le sue dimissioni, esattamente come profetizzato da Alessioporcu.it (leggi qui Via la giunta e le dimissioni Villa gioca il jolly e spiazza).

Azzerando la Giunta si prepara a varare una sorta di anatra zoppa: nella quale tutti governano. Ma lei amministra. Divide et imperat. Ognuno avrà la sua fetta di amministrazione e di responsabilità. Ma non potrà fare come gli pare perché dovrà passare attraverso il voto collegiale.

Il tutto per tutto

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Ora l‘opposizione ha una sola possibilità se vuole cambiare il corso degli eventi. Trovare una quadra al suo interno.

Raggiungere un accordo per logorare Paola Villa è stato facile. Attuarlo ha richiesto un po’ più di tempo. Ora c’è il passo successivo: farla cadere. Hanno la volontà politica di farlo? Un notaio disposto a ratificare si trova a qualsiasi ora. Se ci si vuole risparmiare la parcella del professionista c’è il Consiglio comunale di fine mese. Basta non approvare i conti. (Leggi qui Il sindaco Villa si dimette: “Costa è stato il burattinaio e mandante”).

Ma se i conti di Paola Villa sono esatti, un po’ di responsabili si troveranno. Perché tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia come disse Giulio Andreotti subito dopo avere risolto una delle infinite crisi di governo che ha attraversato.

È questa la vera sconfitta politica di Paola Villa: essersi trovata dentro la politica fino al collo, proprio lei che è nata dall’antipolitica.