Zingaretti porta ad Ancona il Pd del Noi

Trasferta nelle Marche per il governatore del Lazio. Ad Ancona porta sul palco dell'ex Fiera della Pesca il suo modello di Pd basato sul noi. La strategia contro Minniti. Che nelle stesse ore era al Ripetta.

«Abbiamo perso tutto quello che si poteva perdere: referendum, amministrative, politiche e di nuovo amministrative. Dobbiamo cambiare, riformando anche lo statuto, perché gli iscritti si sono sentiti pedine inutili. E soprattutto, dobbiamo smettere di litigare tra noi e mettere da parte i super-io. Rimuovere tutto dopo ogni batosta è un segnale sbagliato e significherebbe che non siamo l’alternativa a Lega e Movimento 5 stelle che il Paese merita. Da piazza del Popolo a Roma, Martina ha detto gridando “abbiamo capito”, e allora dimostriamolo».

Nell’Auditorium Ex Fiera della Pesca ad Ancora Nicola Zingaretti porta nelle Marche il suo lavoro di outing del Partito Democratico. Lo adagia sul lettino, lo fa confrontare con i suoi insuccessi centrati in serie durante gli ultimi anni, lo mette di fronte alle cause di mille sconfitte. E gli indica la strada per rialzarsi, costruirsi una speranza, darla al Paese.

 

Chi c’era e chi non c’era

Ad Ancona ascoltarlo ci sono un centinaio di persone. In prima fila siede il governatore delle Marche Luca Ceriscioli con la sua vice la vice Anna Casini. Della giunta, è presente anche sono presenti l’assessore Angelo Sciapichetti. Tra i consiglieri, ci sono Francesco Micucci e Gino Traversini. Sul palco, a chiamare gli interventi, c’è il presidente d’Aula della Regione Marche Antonio Mastrovincenzo. In sala siede Loredana Pistelli che gli zingarettiani di Ancona vorrebbero candidata alla segreteria regionale Pd, lei però all’ultimo momento ha declinato.

C’è l’ex deputata Camilla Fabbri con l’ex vice del segretario regionale Comi, Luca Fioretti; l’ex senatrice Silvana Amati con il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi.

Sono tutti zingarettiani. Tranne il renzianissimo Emanuele Lodolini, che spiega subito di non avere defezionato. Ma di essere lì per ascoltare e lo stesso farà con tutti gli altri candidati.

 

Il candidato del Noi

Quella di Ancora è una convention che non vede bandiere di Partito. È la nuova mossa d’immagine che sta prendendo forma, silenziosamente: Zingaretti sarà il candidato popolare, della base. Sarà quello voluto dalla gente che si è stufata ma non si sente rappresentata da nessun altro movimento. A Marco Minniti lascerà il ruolo di candidato di Partito, dell’establishment, voluto da Renzi con la sua capacità di distruggere il Pd e mandare al macero il 40% di consensi in appena due anni.

I lavori all’Ex Fiera della Pesca vanno in scena nelle stesse ore in cui il rivale non ufficializzato, Marco Minniti, è al residence Ripetta a Roma. Anche se continua a non confermarla, la candidatura dell’ex ministro dell’Interno viene bruciata da Gianni Letta. (leggi qui Minniti: «Io candidato? Un passo alla volta». Ma Gianni Letta lo brucia)

 

Nicola Zingaretti non ha bisogno di annunci. Ha già capito come andranno le cose. Per questo va dritto per la sua strada. La strategia di comunicazione prosegue su una strada nella quale l’anima renziana non può seguirlo: il Noi. Nicola Zingaretti non è un uomo solo sul palco, perché non vuole essere un Segretario da solo al comando.

Lo dimostra  in maniera plastica facendo salire sul palco con lui i rappresentanti della società civile ed Augusto Curti sindaco del Comune terremotato di Force. Sono loro ad introdurre il tema della precarietà, dell’integrazione, dello sviluppo economico e della ricostruzione.

I problemi sul palco e la politica in platea ad ascoltare.

 

Il simbolo dei Rockin’ 1000

L’altra mossa che serve per far capire chi è Nicola Zingaretti è il preludio al suo intervento. In sala si abbassano le luci e vengono proiettate le immagini di Rockin’ 1000, iniziativa di qualche anno fa che ha visto mille ragazzi di Cesena mettersi insieme per suonare Learn to fly del gruppo rock americano Foo Fighters per convincere la band a fare un concerto nella loro città. Cosa che poi è avvenuta.

È il simbolo del Noi e del trionfo del Noi. Nicola Zingaretti lo dice.

«Questo video simboleggia ciò che dobbiamo fare anche noi. Tanti sconosciuti uniti da un’ambizione che riescono a realizzare il loro sogno».

Poi, tappa a San Benedetto del Tronto per incontrare suoi sostenitori dell’Ascolano.