Zingaretti: “Guai a un Governo fatto tra nemici”

L’appello del segretario del Pd intervistato a DiMartedì da Giovanni Floris. I dubbi sulle future scelte di Renzi, l’apertura a Giuseppe Conte e la scommessa sulle misure economiche del nuovo esecutivo.

Basta con la stagione dell’odio e del preconcetto. Guai a pensare che possa esistere un governo fatto tra nemici”: lo ha detto Nicola Zingaretti ieri sera a “Di Martedì” su La7, intervistato da Giovanni Floris. Aggiungendo anche: ”Rispetto Salvini come avversario, ma è palese che ha fatto un drammatico errore: per troppi mesi ha fatto solo campagna elettorale, non preoccupandosi di garantire un governo serio al Paese”.

Poi ancora: “Guai a noi del Pd a chiuderci solo nella dimensione del governo. Penso che Di Maio mi consideri un alleato. Io ho una squadra valida di ministri del Pd, ma considero della mia squadra anche i ministri del Movimento 5 Stelle”.

Nicola Zingaretti a La7 © IchnusaPhoto

Un Nicola Zingaretti che dunque scommette tutto su questo governo giallorosso, dopo non aver nascosto di aver avuto molti dubbi a procedere lungo questa strada. Nell’esecutivo c’è una pattuglia importante di ministri Pd: Paola De Micheli, Dario Franceschini, Lorenzo Guerini, Roberto Gualtieri. E tanti altri.

I Democrat hanno voluto frenare l’ascesa di Matteo Salvini ma ora hanno bisogno di portare risultati. Innanzitutto sul piano economico. Infatti Zingaretti ha citato il lavoro, l’abbassamento delle tasse, la scuola e tutto il resto.

Rimane però il punto interrogativo su quelle che saranno le scelte future di Matteo Renzi. Zingaretti ha sottolineato che “ognuno è responsabile delle proprie azioni”. A significare che nulla in realtà è deciso e chiaro e che potrebbe davvero succedere di tutto.

Ma intanto restano gli appuntamenti ravvicinati per le regionali: Umbria, Calabria, Emilia Romagna. La strada obbligata del Pd è quella di un accordo vero con il Movimento Cinque Stelle. Altrimenti sarà molto complicato frenare la Lega e il centrodestra.

Ma, al di là delle intese dei capi e dei vertici, gli elettorati di Pd e Cinque Stelle sono pronti ad una battaglia comune? Questo è il grande punto interrogativo. L’onestà intellettuale ha portato Zingaretti a specificare: “Io avrei scelto un altro premier per mostrare più discontinuità, ma era diritto del M5S indicare il presidente del Consiglio. Devo dire che Conte dà l’idea di ascoltare chi gli sta accanto”.

È un ponte lanciato verso i Cinque Stelle.