Nicola Zingaretti non torna indietro. Caos Democrat

Il segretario dimissionario: niente ripensamenti. Chi sta con chi in Ciociaria. Tira aria da resa dei conti. Reggente o nuovo responsabile politico: le opzioni. I nomi di Orlando e Pinotti La guerra delle correnti

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

«Leggetevi lo statuto. Non è previsto». Così il Segretario dimissionario del Pd Nicola Zingaretti risponde a chi lo interpella sulla eventualità che l’assemblea Dem rigetti le sue dimissioni. Fa sul serio. L’assemblea nazionale del Partito Democratico è convocata per il 13 e 14 marzo. In quella sede Zingaretti ha una maggioranza del 70%. Ma evidentemente non è questione di numeri. Non soltanto comunque.

Strada senza ritorno

Zingaretti sceglie ancora una volta i social network per esprimere il suo pensiero. In questo modo crea un solco anche fisico con il Partito. (Leggi qui Pd, Zingaretti si dimette: “Ora scelga l’Assemblea”).

Foto: Paola Onofri / Imagoeconomica

Scrive: «Nei prossimi giorni andrò a rinnovare la tessera del Pd per il 2021, perché rimango convinto che sia la grande forza popolare che può garantire a questo Paese il buon governo e l’alternativa alle destre che cavalcano i problemi e non li risolvono. Il Governo Draghi è forte e andrà avanti».

Poi aggiunge: «Per quanto riguarda me, la questione non è quella di un mio ripensamento che non c’è e non ci sarà. Piuttosto penso debba essere il gruppo dirigente a fare un passo in avanti nella consapevolezza di avere un confronto più schietto, franco e plurale ma anche solidale sul ruolo del Pd, sui valori di riferimento, sulla nostra idea dell’Italia e dell’Europa. Io non ce l’ho fatta ad ottenerlo, perché più che il pluralismo ha prevalso la polemica. Ho fatto dunque un passo di lato. Spero che ora questo confronto sia possibile. Continuo a fare e continuerò a fare il presidente della mia Regione».

E proprio ieri mattina a Torre Gaia, nella periferia di Roma, Zingaretti ha inaugurato nuovi spazi pubblici ». Secondo alcuni è il segnale che starebbe pensando alla candidatura a sindaco di Roma. Ma lui ha smentito anche questa eventualità.

I riflessi in Ciociaria

Il gesto di Zingaretti ha preso tutti in contropiede. Non se lo aspettava nessuno. E adesso che succede? La domanda è tambureggiante anche in provincia di Frosinone. Dove gli schieramenti delle varie componenti sono chiari e consolidati.

Pensare Democratico è schierato con Zingaretti senza se e senza ma. Francesco De Angelis, leader dell’area e presidente del Consorzio Asi, spiega: «Condivido le riflessioni di Nicola Zingaretti, che ancora una volta dimostra attenzione e attaccamento al Partito Democratico ma, soprattutto, amore nei confronti di questo Paese, che ha sempre servito nell’interesse esclusivo delle persone. Gli dico però di non mollare. È un momento delicato e l’Italia ha bisogno di persone come lui. Pieno sostegno e totale solidarietà».

Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale del Lazio, è tra i fedelissimi di Zingaretti. Rileva: «Totale solidarietà a Nicola Zingaretti. Gli attacchi di cui è stato fatto oggetto negli ultimi giorni lo hanno spinto ad una decisione difficile, ma di grande rispetto per l’Italia e per il Pd. Il mio auspicio è che l’assemblea nazionale, prevista il 13 e 14 marzo, respinga le dimissioni di Nicola, per rinnovare e proseguire il lavoro che tutti insieme abbiamo intrapreso per il rilancio dell’azione del Pd. Un Partito che grazie alla sua segreteria è tornato centrale nello scenario nazionale dopo la clamorosa sconfitta del 2018 e le successive scissioni. La crisi sanitaria impone unità e coraggio».

Sulla stessa lunghezza d’onda Sara Battisti, consigliere regionale Dem. Rileva: «Mi auguro che l’assemblea nazionale respinga le dimissioni, perché abbiamo bisogno della sua guida per far tornare il Pd protagonista nell’interesse collettivo, per tornare a parlare insieme di futuro e prospettive. Le correnti del Pd che non hanno ben chiaro l’impegno che ci aspetta, la smettano di minare il lavoro che si sta facendo».

Zingaretti non torna indietro

Mauro Buschini, Sara Battisti, Antonio Pompeo

Ma il punto è che Nicola Zingaretti non appare intenzionato a tornare sui suoi passi. Durissima la presa di posizione di Luca Fantini, segretario provinciale del Pd. Afferma: «A Nicola va tutta la mia solidarietà politica e personale. La notizia delle sue dimissioni, per me che ho vissuto con lui l’intera campagna congressuale, è doppiamente drammatica. Con lo stile che lo contraddistingue ha scelto di lasciare all’assemblea il compito di indicare la strada, visti i tanti attacchi subiti in questi giorni. Attacchi ricevuti da coloro che hanno condiviso una per una tutte le scelte di questi due anni. Vogliono riportare il Pd al 2018. Soli e isolati senza ponti con la società, vogliono una conta nel mezzo della più grande emergenza della nostra storia. La nostra base ed i nostri iscritti non resteranno a guardare».

Nessuna nota ufficiale da parte di Antonio Pompeo, presidente della Provincia, sindaco di Ferentino e leader provinciale di Base Riformista, l’area di Lorenzo Guerini, Luca Lotti e Andrea Marcucci, vale a dire degli ex renziani che hanno deciso di restare nel Pd.

Gli scenari possibili

Nicola Zingaretti non si è presentato ieri mattina al Nazareno. Era in programma, su Zoom, una riunione della Segreteria allargata ai Regionali. L’ha presieduta il vicesegretario Andrea Orlando.

Andrea Orlando

Adesso le opzioni possibili sono tre. La prima: Nicola Zingaretti ci ripensa e l’assemblea lo “rielegge” segretario coram populo. La seconda: Zingaretti non ci ripensa e l’assemblea decide di eleggere un nuovo segretario che arriva fino alla scadenza del 2023. La terza: non ci ripensa e l’assemblea decide di indicare un reggente fino alla data del congresso, data che a quel punto viene fissata entro il 2021.

Per la seconda ipotesi circola moltissimo il nome di Andrea Orlando, che però ricopre anche il ruolo di ministro. Va pure detto che Base Riformista e la componente di Matteo Orfini spingono per la designazione di un reggente. Carica, quella di reggente, per la quale circola il nome di Roberta Pinotti, senatrice ed esponente di AreaDem di Dario Franceschini.

Gli aspetti del dopo Zingaretti

Ma ci sono degli aspetti politici da valutare, considerando che a questo punto si è arrivati soprattutto per l’impossibilità di superare le divisioni e le “guerre” tra le correnti. Le aree di Nicola Zingaretti e Dario Franceschini hanno circa il 70% in assemblea e quindi potrebbero eleggere un Segretario. Ma è chiaro che si tratterebbe in ogni caso di una soluzione fortemente divisiva. E poi comunque la componente di Franceschini, qualora il reggente fosse Roberta Pinotti, avrebbe un interesse politico non del tutto coincidente con quello dell’area di Zingaretti.

Per quanto riguarda gli assetti del Partito in provincia di Frosinone, Pensare Democratico ha una maggioranza ampia. Ma è chiaro che saranno prevalenti ovunque le dinamiche nazionali. E il vento della resa dei conti soffia forte.

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