Zingaretti a Rtl: «La crisi c’è già. Ora dipende solo da Conte»

Nicola Zingaretti a Rtl 102.5: «La crisi politica c'è già». L'aumento dell'Iva dietro l'angolo. Il boom della cassa integrazione.

È arrivato il momento di pagare il conto. E ad uno ad uno, i commensali si stanno allontanando dal tavolo. Ognuno con una scusa diversa pur di non saldare. Se è così, il trucco è vecchio: fingere di litigare e abbandonare il ristorante dando la colpa agli altri. Nicola Zingaretti non ha dubbi: la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte oggi alle 18.15 segnerà un punto di non ritorno per l’esecutivo. Lo stesso presidente del Consiglio dei Ministri lo ha lasciato intuire con il tweet lanciato in mattinata: “Ho cose importanti da dirvi“.

Minaccerà di alzarsi pure lui dal tavolo e abbandonare palazzo Chigi: vuole evitare di essere l’ultimo a rimanere a tavola con il conto da pagare, ora che Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno già tolto il tovagliolo e stanno guardando verso la porta. Il conto è salatissimo: in un anno l’Italia non è cresciuta e se non cresce il giro degli affari non aumenta nemmeno l’Iva che entra nelle casse dello Stato, ci sono meno soldi del previsto. Invece il fantasmagorico piano annunciato dal M5S al balcone qualche mese fa prevedeva crescite strabilianti: addirittura +1%.

In soldoni: o saltano fuori 23 miliardi o sarà necessario aumentare l’Iva. Cioè tutto.  Perché la crescita è stata dello 0,2% e quindi mancano nelle casse i 15 miliardi che si sarebbero sviluppati. I soldi non ce li vuole prestare più nessuno: siamo ad un passo dalla Grecia di qualche anno fa.

Tanto per fare un paragone: la manovra Monti, quella che costrinse il ministro Elsa Fornero in lacrime ad annunciare la riforma delle pensioni, era un’operazione da 30 miliardi. Oggi il conto che è sul tavolo è da almeno 35.

La crisi c’è già

Nicola Zingaretti non ha dubbi: intervistato da Rtl 102.5 ha detto che «Il tema è se ci sarà una crisi parlamentare, cioé la caduta del governo: ma la crisi politica c’è già». Per questo ha invitato il premier Conte «a dire almeno la verità perché anche l’ultima settimana é stata caratterizzata da molto fumo. Che poi e’ anche il motivo di sfiducia nei confronti di questo Paese».

Quali sono le verità nascoste, per Zingaretti? Innanzitutto «che nel 2019 abbiamo avuto un boom della cassa integrazione, solo ad aprile 2019 abbiamo avuto un boom di crescita della cassa integrazione straordinaria, +78%, e le ore autorizzate di cassa integrazione nei primi quattro mesi del 2019 sono aumentate del 12%. Questo vuol dire che ci sono migliaia di lavoratori e lavoratrici che per colpa della crescita zero e del crollo del fatturato delle aziende, in queste settimane stanno entrano in spirali di crisi drammatiche».

L’Europa? «Si parla tanto di Europa, ma il vero problema questo governo ce l’ha con gli italiani: il problema dell’Italia é la crescita, lo sviluppo».

«Oggi il problema dell’Italia è lo sviluppo e non possiamo continuare ad avere uno spread a 290 ed era 130 perché questo mette in ginocchio la nostra economia e a rischio le persone».

Hanno pensato a loro

Qual è l’errore peggiore che ha compiuto questo Governo? «Hanno pensato ai loro Partiti e non agli italiani, questo va detto con chiarezza, a cominciare dal contratto che non era una visione comune ma figurine, ognuna con quella del suo partito che bisognava far approvare per accontentare il Partito».

Il segretario del Pd a Rtl 102.5 ha spiegato che «questo ha prodotto il disastro che stiamo vivendo, cioè che non c’é una politica: la Lega voleva la TV e i Cinque Stelle no, e non si fa. La Lega voleva Quota Cento ma non ci sono i soldi, però lo vuole la Lega, lo facciamo, aumenta il deficit e lo pagheranno i giovani. Non c’é un disegno comune per l’Italia e ha prevalso l’interesse di partito piuttosto che l’interesse del Paese».

Renzi può dare una mano

A chi gli chiede se Renzi rappresenti ancora un problema per il Pd, il segretario Nicola Zingaretti a Rtl 102.5 ha spiegato che «c’è più spirito unitario e spero che Renzi non venga vissuto come un problema ma come persona che puo’ dare una mano, molto dipende da lui».

Il leader Dem punta il dito sui tagli alle pensioni. Che scattano da questo mese. «Sicuramente sta prevalendo la preoccupazione per quello che sta diventando questo Paese e soprattutto l’unica cosa che possiamo fare è ricostruire un’alternativa, tornare a parlare di operai, di fabbriche, tutelarli, difenderli, denunciare che dal 1 giugno sei milioni di pensionati hanno la pensione tagliata, ricostruire una rappresentanza di quell’Italia che soffre e di quella che vuole produrre e vede i fatturati crollare».

«Dicono “prima gli italiani” ma la verità, e lo dicono i dati, sono gli italiani che stanno pagando dei risultati incredibili, in negativo, per le troppe parole e i fatti sbagliati che sono stati compiuti».

L’errore flat

Nicola Zingaretti ha puntato il dito contro la Flat Tax nella formulazione proposta dalla Lega. «Il luogo per verificare accordi o disaccordi sono le aule parlamentari, di sicuro sono totalmente in disaccordo con la tassa ingiusta di Salvini che ora chiamano Flat Tax perché è una tassa per la quale chi ha più soldi paga meno tasse e chi ha meno soldi paga più tasse. In un’Italia in cui il problema fondamentale sono le diseguaglianze sociali credo che dovremmo avere ancora di più progressività delle imposte come chiede la Costituzione».

Nel corso dell’intervista a Rtl 102.5 «Se ci sono dei conti da pagare – prosegue – è giusto che li paghino tutti ma non in quel modo, chi più ha più dà, chi meno ha meno dà, ma anche qua siamo in una dimensione delle parole perché per finanziare questa tassa ingiusta servirebbero decine di miliardi e il Governo – nel quale la Lega ha un ruolo molto importante – ancora non ha spiegato come far fronte al buco che si è determinato nei conti pubblici per colpa della politica economica e di sviluppo».

L’abuso d’ufficio

Nelle settimane scorse Matteo Salvini ha scoperto che in Italia nessuno vuole prendersi la responsabilità. Che tutti hanno paura delle conseguenze delle responsabilità. Per questo ha ipotizzato l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Nicola Zingaretti dice che la riforma della giustizia non deve essere fatta a «a spot ma dentro un quadro organico di riforme, lo stesso modo di dire che un giorno per aprire i cantieri facciamo lo sblocco cantieri e dopo 48 ore dire ‘sospendiamo il codice degli appalti’ così ognuno fa come gli pare. Io mi rifiuto di discutere con spot per cose così delicate, si vada in Parlamento, si apra una discussione su quali sono i nodi della giustizia italiana e su questo, come sempre fatto in un confronto parlamentare, ognuno dirà la sua».

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