Niente Case Popolari per Riccardo Del Brocco: non è della Lega

Sostituito all'ultimo secondo il nome di Riccardo Del Brocco per il CdA Ater. Al suo posto Leonida Zaccari. Le due versioni. Una leghista. Una che invece descrive un'imboscata

Il suo nome non c’è. Riccardo Del Brocco non è nell’elenco sottoposto all’attenzione di Nicola Zingaretti per la nomina dei nuovi Consigli d’Amministrazione delle Ater, le aziende che nel Lazio gestiscono le Case Popolari.

L’hanno segato sulla linea del traguardo. Non perché sia incapace o perché gli manci qualcosa. Riccardo Del Brocco paga il passaggio di Pasquale Ciacciarelli nelle file della Lega.

Le Case Popolari

I Consigli d’Amministrazione delle Ater sono piccoli capolavori di equilibrio politico. Bisogna riuscire a mettere insieme la capacità amministrativa, la competenza, l’esperienza, l’affidabilità. E fare in modo che ci sia un rapporto bilanciato tra maggioranza ed opposizione. Non per un inciucio politico: ma perché nelle Case Popolari ci abita sia gente di centrodestra che di centrosinistra.

Riccardo Del Brocco era destinato al CdA Ater della provincia di Frosinone.

Nato e cresciuto politicamente nel centrodestra, Riccardo Del Brocco viene dalle file del giovanile di Alleanza Nazionale; vicinissimo al senatore Massimo Ruspandini (FdI), il loro legame si è rotto solo alle scorse elezioni comunali di Ceccano quando Del Brocco ha deciso di appoggiare il candidato sindaco di Forza Italia.

Dotato di grande capacità organizzativa, in grado di mobilitare le piazze in poche ore, conosce ogni territorio della provincia di Frosinone e gli uomini che su ognuno hanno il consenso. Anche per questo era stato indicato come possibile coordinatore provinciale di Forza Italia: gli era stato chiesto poi un passo di lato per dare spazio a Tommaso Ciccone che puntualmente è stato eletto.

Tessitore di alleanze, vanta credito in tutti i Partiti del centrodestra.

Perché lo hanno fatto saltare

Pasquale Ciacciarelli

Sulla decisione di cancellare il suo nome ci sono due versioni. La prima è quella politica. Ora che Pasquale Ciacciarelli è passato nella Lega deve condividere i nomi con il Partito. Il Carroccio aveva un suo nome: quello di Kristalia Rachele Papaevangeliu, senatore di Vico nel Lazio per poche settimane; appena entrata a Palazzo Madama il suo seggio poi era andato a Matteo Salvini per via del domino che si era innescato con il ricalcolo delle preferenze nel sud d’Italia.

Il Consigliere regionale ha rivendicato il diritto di indicare un nome che fosse espressione della sua area. In agenda, il nome era quello di Riccardo Del Brocco.

Ma a questo punto è stata la Lega a rivendicare il suo diritto di nominare iscritti al Carroccio. E Del Brocco non lo è.

Scorrendo l’agenda, il nome più vicino a Pasquale Ciacciarelli con la tessera in tasca è quello di Leonida Zaccari di Ferentino. Ed è il suo nome ad essere finito nell’elenco.

La seconda versione

Riccardo Del Brocco

C’è anche una seconda versione. Meno contorta e più pragmatica. Secondo la quale Riccardo Del Brocco è stato segato perché avrebbe rappresentato un potenziale concorrente per i candidati della Lega alle prossime regionali.

Con le sue capacità di mobilitazione e creazione del consenso, una volta nel CdA dell’Ater avrebbe lavorato notte e giorno per generare apprezzamento, a costo di andare di persona ad imbiancare gli appartamenti e ripristinare gli impianti elettrici.

Meglio allora Leonida Zaccari, che non ha velleità di candidatura alle Regionali.

Vera la prima o la seconda, non finirà così: i voti a Pasquale Ciacciarelli girati da Riccardo Del Brocco non erano pochi. Presenterà il conto. A Ciacciarelli o alla Lega. Oppure a tutti e due.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright